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GAGIÒFO, add. Voce ant. Gaglioffo e nel l'accresc. Gaglioffone; Galeone; Manigoldo, Detti per agg, a uomo. GAGIONI.

Parlandosi in T. di Mascalcia, d' una malattia del Cavallo che i Veterinarii

che

chiamano Siranguglioni, essa consiste nella gonfiezza di tutte le glandule della mandibula posteriore, con dolori, febbri, suppurazione, scolo dalle narici di marcia e difcoltà d' inghiottire.. GALANCA, s. f. Galanga, Sorta di radice medicinale di colore rosso scuro, ha odore e sapore aromatico, con qualche mordacità ed amarezza. Nelle Spezierie dicesi Galanga maggiore o di Giava. Con essa si trovano altri tronchetti minori e più sottili, a'quali dassi il nome di Galanga minore o della China; ma vengono tutti dalla medesima pianta. Nell'India servono per condimento de' cibì. Presso i Distillatori nostri entra la Galanga nella composizione del rosolio d'alchermes. Questa pianta è detta da' Sistematici Alpinia Galanga. GALANTOMENO, s. m. Idiotismo di chi crede che siccome si dice nel plurale GALANTOMENI, si debba dire nel singolare GALANTOMENO. Da persone colte non si direbbe che in ischerzo. V. GALANTOMO. GALANTOMENON, 9. m. accresc. di GaLANTOMO, come OMENON è accrescitivo di Oмo. Lo stesso che RE DE GALANTOMO. V. RE.

GALANTORBO

s. m. Voce scherzevole

fam, detta per Galantuomo; ma s'intende Galantuomo equivoco, persona di dubbia fede.

GALDIMENTO GAMBA

GALDIMENTO, s. m. Voce ant. da GALDER, Godere, e vuol dire Godimento; Uso. V. GALDER.

GALE, s. f. ed anche ServÈLE, dicono i Manischalchi a certi Tumoretti linfatici delle gambe che soffreno talvolta i Cavalli nella parte inferiore del cannone e sul pasturale. GALIA.

Nel poemetto sulla guerra de' Castellani co'Nicolotti dell'anno 1521. sta scritto: GIAREOLA UNA GALIA SUL VISO A TACO FBCE DA CINQUE REMI SENZA VELB. la Qui si parla metaforicamente , presa galera o sia la figura della galera per uno sfregio sul viso. GALIA.

Anche nel secolo XVI. v'era fra noi il pregiudizio del buono o mal augurio trat to dal Centogambe, come rilevasi dal seguente passo tratto dal Poemetto sulla guerra de' Nicolotti e Castellani: FRISO

PO.... DA GRAN GRINTA GRETOLAVA I DENTI PERCHÈ UNA GALÌA A PICOLON GHE ANDAVA. Dal che si ricava che Il camminare di questo animaletto all'ingiù era tenuto dagli stolti per mal augurio o cattivo indi

210.

GALINAZZA DE MAR, chiamano i nostri Cacciatori valligiani l' Uccello CAENAZZO V..

GALÒPO, s. m. Galoppo, Una delle più belle andature del Cavallo, di cui si vegga in quest' Appendice alla voce CAVALO. GALOZZE.

LA FARA L'ANTICRISTO CO LE GALOZZE,. Suol dirsi dalle donne volgari per motteggio di qualche sposa noveliina d'età sopraffatta, che sia supposta gravida; e vuol significare, Non è gravida, Non è atta að ingravidare.

GALTON, s. m. T. de' nostri Barcaiuoli, i quali così chiamano Quella parte del remo ove finisce la pala e comincia il giglione. V. REMO, GAMAUTO.

GAMAUTO,dicesi ancora metaf. per gua maledica, mordace. GAMBA.

Lin

CHI NO GA TESTA GA GAMBE; Ovv. Co No SE GA testA BISOGNA AVER GAMEв, Chi non ha cervello abbia gambe,e vale Che si dee supplire colla fatica a quel che si è trascurato di pigliare, o fare in un sol viag gio, per difetto di memoria o

Lenzione.

per

disat

INVODARSE A LE GAMBE,
V. INVODARSE.
No ME SENTO PIÙ GAMBE DA LA PAURA

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Ho tronche le gambe, si dice figur. per Aver soverchia paura e sbigottimento. No GO GAMBA, Dettato fam. scherzevole, per dire Non ho vaglia, cioè Disposi zione a quella tal cosa.

NOL GA GAMBA PER CANTAR, Non ha disposizione o dispostezza o natura o attitudine al canto; Non ha naturalezza; ovv. Non ha abilità, idoneità.

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GAMBETA.

GAMBÈTA DE LE PAROLE, Asta delle lettere, che metaf. dicesi Gambo, Le lince rette onde sono formate alcune lettere dell'alfabeto, come M, N, U. GAMBÈTO, s. m. T. di alcuni Cacciatori valligiani, in vece di SGAMBIRLA, V. GANASSONA, s. f. Gotone, accr. di Gota, guancia.

MILE BASI SU QUBLE BELE GANASSONE, Do mille saporitissimi baci in que'bei gotoni giovialocci, inaffiati di cervogia e rimpinzanti di burro, disse ik Conte Magalotti nelle sue lettere.

GANGHERAZZI, Voce di maraviglia che alcuni dicono corrotta da CANCARAZZI, V. GANZAROLI (colla z aspra), chiamavansi anticamente Quelle barche, specie di filughe, da trenta remi, che servivano a trasportare al Lido per li consueti loro esercizii li balestrieri.

GARBATUM. V. in TAMBULA.
GARDENAL.

Detto in T. di gergo, Usignuolo.
GARÈTOLO.

GARETOLI, dicesi talvolta metaf. perGamba IGARETOLI ME FA GIACOMO, V. GIACOMO. GARGATO.

EL GA UN GRAN GARGATO, detto metaf. Egli è un gran ciarlone; Favella sine fine dicentes; E un gran parolaio o an gran chiacchierone.

GARZO SALVADEGO, Lo stesso che GARDO SPINUSO, V.

GARZONATO, s. m. (colla z dolce) Voce antica, Garzonastro; Giovanetto, Garzone soro e di poca esperienza, Ora direbbesi REGAZZ TO. GATA.

COMPRAR I LARDI DA LA GATA, Modo ant.. vale met. Andare alla gatta pel lardo, Andare a cercare uno di cosa la quale oltre al mancargli, piaccia a lui smisuratamente, oppure avendola ne sia avarissimo.

t

GAVARDÌNA, s. f. Nome che davasi dar nostri Veneziani ad una Specie di veste ordinaria e più o meno mozzata da basso. Disse Calmo nel suo testamento, LA MIA GAVARDINA DE ZENDAO PAONAZZO DE MEZA GAMBA LA DON A MISTRO FILIPIN CHE INSEGNA A BALAR, Sembra all'Autore che GAVARDINA essendo diminutivo di GAVARDA, si dicesse dal popolaccio storpiatamente GAVARDA per l'italiano Guaril cui dimin. è Guarnacchino, e nacca, che quindi la GAVARDINA fosse il Guar nacchino. GAZA.

MORSO A COA DE GAZA, T. de Legnaiuo, Calettatura a coda di rondine, dice

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GERI, dicesi Eravate NO SE PIÙ QUEL CHE GERI, Non siete più quel di pria o quello ch'eravate una volta. GERSERA, Jersera, Avv. di tempo, sera di ieri.

La

LE VERZE DE GERSERA, V. VERZA. GÈVOLO, s. m. dicesi in alcuni luoghi

del Padovano alla Pianta erbacea conosciuta da' Botanici col nome Sambucus Ebulus, ch'è registrata nel Dizionario. sotto ERBA DA CIMESI V. ERBA. Ognun s'accorge che questa Pianta detta latinamente Ebulus, fu storpiata in Gevolo. Nel Polesine dicesi GNÈOLO, ch'è un'altra storpiatura dell'Ebulus. Povera lingua latina malmenata e mascherata!

GHECO (pronunziato coll' e aperta) Voce insignificante che usasi nel seguente proverbio fam. GHECO GHECO (altri dicono Eco ECO) LA GALINA FA 'L VOVO PER EL BBCO, cui potrebbe rispondere il proverbio La bocca ne porta le gambe: cioè Per via di mangiare si mantengon le forze. GHENDE (coll' e stretta) o GENDE, Maniera ant. ehe usavasi fin dai tempì del Calmo nel secolo XVI. per quella che ora dicesi GHE NE.

CHI GHENDE VOL (ora dicesi CHI GHE NE VOL) Chi ne vuole CREDO CHE GENDE SIA EL DOPIO, Credo che ve ne sia il doppio.

GHENDOLIZAR, v. ant. del dialetto che leggesi nelle prose del nostro Calmo per GONDOLAR, che ora si dice nel signif. di Adescare; Lusingare; Uccellare. GHIGNA, s. f. Voce di gergo de' Barcaiuoli, che vuol dire Cera; Aria di volto; Sembianza.

GHIGNA DA MANEGO, Cera da carnefice -GHIGNA DA SCAPUZZO, Cera da ladrone. GHINDAR.

GHINDAR, dicevasi anticamente e metaf, nel sign. di Accingersi coraggiosamente ad una impresa ALTO GHINDEMO, Su via, si dia la vela ai venti, Accinghiamoci all'impresa.

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GIASPRO GIUSTIZIA

GIASPRO, s. m. Voce di chi non sa dire Diaspro, Pietra dura di minor pregio tra le gioie, che s'accosta molto alla natura dell'Agata. D'ordinario è verdastra o olivastra o latticinosa, con una gradazione di azzurro.

GIAVARDO, s. m. ed anche PAENA, dicesi da'Maniscalchi ad una Fistola che vien talora ne' piedi ai Cavalli tra il pasturale, con uscita di materia puzzolente; ed è per lo più conseguenza di acque pessime bevute.

GIAVÈTE DE SPAGO. V. SCHIAVÈTE. GIE, pronunziato unisillabo, coll' e aperta, è voce o grido usato da'bifolchi quando guidano i buoi. Essa deriva evidentemente dal latino Veni, che gl'Italiani dicono Vieni e i Veneziani VIEN, e quindi i bifolchi GIB coll' e molto strascicata, quando vogliono affrettare il cammino de' buoi. Dicono poi Giè qua, che vuol dire Vieni allorchè i buoi siano requa, stii ad ubbidire nel torcere un cammino. E tanto è vero questo significato, che i Contadini del Trivigiano dicono usualmente GIE QUA per Vien qua anche alle

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METER A UNO LA GIRLANDA, Ghirlandare o Inghirlandare uno. GIRLANDA, add. Ghirlandato, Incoronato di ghirlanda, o Inghirlandato. GIRO, s. m. Ghiro, Animale salvatico che ha del Topo, la cui pelle bianchissima è ricercata e la carne saporosa. Chiamasi da Linn. Sciurus Glis. Il nome volgare GIRO è corrotto dal lat. Glis, iris, che viene dal verbo Glisco, Cresco, perchè dormendo per tutto l'inverno s'impingua. L'Isola d'Altavilla della Sicilia abbonda di questi animali, ed è quindi detta Isola de' sorci.

GIUSTIZIA, s. f. Giustizia, vale comunemente per il Dovere, il Debito. Equi

GLANDARIZZO GOLETA

tà si prende alle volte per Giustizia, Ragione, ma l'Equità è propr. Un temperamento della giustizia rigorosa.

Giustizia, presso il volgo si dice per il Tribunal criminale. Quindi Ricorrere alla giustizia, vale Presentare un ricorso criminale.

GIUSTIZIA DA PILATO O DA MARANGÒN, Far giustizia coll' asce o coll'accetta, vale Amministrarla alla cieca.

Erano nel Governo Repubblicano Veneto due Magistrature elette dal Maggior Consiglio, una cioè di quattro Uffiziali alla, così detta, Giustizia vecchia, l'altra di quattro Provveditori alla Giustizia nuova. Alla prima appartenevano le corporazioni di tutte le arti, ad eccezio* ne del Lanikcio, e alla seconda le taverne e i magazzini del vino; e sopra esse erano giudici di appellazione due altre Magistrature elette annualmente dal Senato,una di cinque Provveditori alla Giustizia vecchia, l'altra di cinque Supra Provveditori alla Giustizia nuova. GLANDARIZZO, s. m. chiamavasi da'Veneti antichi l'imposta che doveva pagare chiunque otteneva dal Doge la facoltà di far pascolare i porci nelle selve di pubblica ragione. Vocabolo probabilmente corrotto dal barbarico Glandaticum mento vato dal Du Cange e definito Quod pensi tatur pro facultate porcos immittendi in silvam et glande pascendi.

GNAGNA, Voce fanciullesca o detta talora per vezzi, che vale AMIA, cioè Zia. GNASA.

GVASE DE CAO (e potrebbes i anche dire GNASE DE CIMA, come si dice ANTICHIOCO DB CIMA) vuol dire metaf. Bastonate maiuscole, grandi, che pelan l'orso. GNATO.

GNATO, dicevasi anticam. per antonomasia e per disprezzo ad un NICOLOTO, cioè della fazione de' Nicolotti opposta a GNATO SACENTE, quella de' Castellani Nicolotto pretendente, presuntuoso GNATO VALENTE voleva dire Un poltrone che vuol fure da bravo.

GOFARIA, s. f. Gofferia; Goffezza; Gof faggine, Ścimunitaggine, e dicesi anche Degli atti o parole da goffo, e delle Opere grossolane e mal fatte.

GODER.

EL SE LA FA E EL SE LA GODE DA SO POSTA, V. in FAR. GOLA.

QUANTI ADOSSO ME AVEVA UN PÈ DE GOLA, CHE M'AVARIA BASA SOTO LA SIOLA, Leggesi nella satira duodecima del Varotari; ed è una Donna vecchia che magnificando le bellezze della passata sua gioventù, dice Ch'ella faceva gran gola (un piè di gola) a tanti, i quali per possederla si sarebbero umiliati fino a baciarle il suolo delle scarpe.

CO LA MORTE A LA GOLA, V. MORTE. GOLARIA, s. f. Voce ant. Lo stesso che GOLOSARIA, V.

GOLETA, s. f. Goletta, Piccolo bastimento da guerra ed anche mercantile, ch'è

GOLZARINA GREZO

lungo e stretto, ha due alberi inclinati verso la poppa, ed una sola coperta. Se egli è da guerra porta dodici sino a 24. cannoni,se mercantile,quattro più o meno. GOLZARINA.

GOLZARINA SGIONFA, dicono i Villici ad un Tumore alla giogaia de'buoi, qualche volta sieroso e tal altra infiammatorio, prodotto da contusioni o da irritamenti. GORNA.

GORNA, si dice metaf. per agg. a Uomo, nel sign. di Beone, Gran bevitore di vino. V. BEVagno. GOTA.

Dicevasi in antico volgarmente LB GOTB in vece di LA GOTA, come usiamo al nostro tempo.

GRADASSADA, s. f. che nel plur. dicesi GRADASSAE, Siargiasseria; Rodomontata; Sbraciata; Braveria.

GRAESAN, add. e sust. Di Grado; Abitante di Grado, V. GRAO. GRANCÈOLA.

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GRANCEOLE, diceasi metaf. nel sign, di Cicatrici o Margini o Scalfitture di ferite o lesioni nel corpo Leggesi in un Capitolo antico: SE STAGO QUA (in prigione) DO DI CERTO ME AMALO, GH'È ROSPY, E ORAMAI GHE XE SCHIAVI B ALTRA ZENTE, HO GRANCEOLR ZONTE AL PALO. Il pover'uomo che si lagua d' esser in prigione, diee che aveva delle GRANCEOLE, cioè delle scalfitture madornali nella pelle prodotte dai morsi degl'insetti che gli facevano trista compagnia.

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GRATAR A LA PORTA, diciamo chiar leggiermente o a meglio dire di Chi non sapendo o non potendo aprir francamente, va tentando o tastando all'uscio ME PAR CHE I GRATA A LA PORche siavi alcuno all' uscio TA, Mi pare che voglia entrare.

GRATÈ PIAN, NO SGRAFÈ, leggesi in rime antiche, detto figur. Date che non dolga e dite che non dispiaccia, signifi ca Che nello scherzare o Nel far celia non si dee offendere altrui nè in fatti nè in parole. Fu anche detto Parlate discretamente de fatti altrui e non lacerate. GRAZIA.

MI GERA SENZA TABARO E PER FARME GRAZIA PIOVEVA, lo era senza mantello e per ristoro o per giunta pioveva. GRETOLAR, v. ant, che fu anche detto SGRETOLAR, lo stesso che ScRizzÀR, GREZO.

FINZER EL GREZO, fam. Finger lo sciocco.

V.

Maniera metaf, e

GRIEGO GUAIA TI

GRIEGO, dicevasi fra noi a' tempi del Calmo per GREGO, Greco. GRIGNADA, s. f. T. de' Barcaiuoli, e si dice Quando nella gara della corsa il Gondoliere che trovasi nella barchetta anteriore, soverchiato da un altro che si sforza di spignersi avanti impedendogli la libertà del remo, continua a vogare alzando colla pala dello stesso suo remo la prora di quell'altro che lo molesta, e in tal modo deviandolo acquista tempo di proseguire. V. Magnar el Remo, in MAGIÀN.

GRILAR, v. ant. Aver de' grilli al capo, detto per Fantasie, ghiribizzi, capricci IN CAO LA GHE GRILA, Egli ha de' capricci, delle fantasie, de' ghiribizzi.

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ASSETAR EL GRISO, Maniera antica metaf. che usavasi nel secolo XVI. la quale corrisponde al nostro ribobolo moderno, MACAR LE CUSIURE, e vale Battere, Percuotere, V. CUSIURA. GRIZZOLO.

A GRIZZOLI, dicevasi anticam, per Di rado o Secondo il capriccio, la fantasia. GRONDAR, v. Grondare o Grondeggiare, Il cader che fa l'acqua dalle gronde; ma si dice comunemente di cose liquide, che versino a similitudine delle grondaie. GRONDO TUTA DAL SUOR, Mi gronda tutto il sudore. E così Mi gronda il sangue; Mi grondano le lagrime ec.

da

per

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che

GRUGNANTE, s. m. Voce di gergo, vale Porco, L'animale. GRUMO, s. m. dicono i Maniscalchi ad una Specie di malattia, da cui è attaccata talvolta la Specie bovina, ed anche i Maiali; ed è una Eruzione cutanea con croste sparse come lepra in molte parti della superficie del corpo, con pizzicore, caduta del pelo e dimagrimento. E morbo comunicabile.

GUAIA TI, Maniera usata dai Veneziani, che esprime per anagramma purissimo GUAI A Tл,cioè Guai a te,ed è una espres

GUALTA GUERIZAR

783 sione di minaccia, di cui si veda nel Dizionario alla voce MALBIA.

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GUALTA S. f. Voce ant. Lo stesso che GALTA, V.

GUANTER, s. m. Guantaio, Facitore o Venditore di guanti. V. MUSCHIÈR. GUANTIERA, s. f. Guantiera e Vassoio, Bacino d'argento o anche di latta inverniciata o di legno, da riporvi sopra e portare chicchere da caffè ed altro. GUANTO.

METEVE BL GUANTO E NO VOGIE LASSAR SEGNO O VERNISE, Ribobolo antiq. metaf. simile all'altro GRATE PIAN E NO SGRAFÈ. V. GRATAR.

GUERA DE NICOLOTI E CASTELANI. Chiamavasi Guerra lo Spettacolo pubblico d'una specie di combattimento, che facevasi tra le due fazioni rivali de' Nicolotti e Castellani, ne' quali era divisa la Città di Venezia. Noi non siamo accertati dalle cronache nè quando precisamente nè per qual motivo sorgesse la rivalità la più accanita fra questi abitanti, che si mantenne fino a'nostri giorni sotto il Governo Veneto: benchè v'abbia l'opinione riportata dal Gallicciolli (Lib. i. num. 130) che lo fosse per la seguita uccisione d'un Vescovo di Castello. Questa specie di guerra in origine consisteva in pugni e facevasi sopra un ponte; e quindi varii sono i ponti della Città detti appunto PONTI DEL PUGNI, dove stanno ancora per memoria del combattimento scolpite nel marmo sui ripiani o piazze quattro impressioni a forma de'piedi destro e sinistro, due di qua e due di là in opposto. In seguito le pugna degenerarono o si cangiarono in percosse di legno e quindi in ferimenti con arme da punta e taglio e in uccisioni, come esprime l'ottava qui sotto riportata d' un Poemetto scritto in lingua vernacola per la guerra tra le fazioni de’Castellani e Nicolotti seguita nel giorno di S. Simeone nel 1521 sul ponte dei Servi, stampato tra le poesie antiche Veneziane nella tipografia d' Alvisopoli:

PER CERTE RISSE ANTIGHE DE MIL' ANI
OGY' ANO SE SOL FAR UNA GRAN GUERA
DB NICOLOTI CONTRA CASTELANI,
SU PONTI ORA DE LEGNO ora de piera.
A DAR SE VEDE BASTONAE DA CANI,

E CHI CASCAR IN AQUA & CHI PER TERA, CON GAMBE ROTE E VISI MASTRUZZAI, E QUALCUN DE STA VITA ANGA CAVAL. Convien credere però che giungesse al colmo lo scandalo di tale sanguinario e barbaro spettacole, quasi simile a quello de' gladiatori a' tempi Romani, perchè il Governo Veneto lo vietò, permettendo soltanto che le due fazioni sfogassero la loro rivalità in gareggiare nel giuoco delle Forze e nel divertimento della Moresca, che si videro anche a' nostri giorni: non essendo a notizia dell'Autore che nel secolo ultimo scorso sia mai stata fatta guerra nè men di pugni. V. NicoLOTI, CASTELANI, Fonze e MORESCA. GUERIZAR, v. Voce ant. Guerreggiare, Far guerra, Combattere..

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IMBANDISON, s. f. (colla s dolce) Voca

balo ant. ch'e usato nelle lettere del Calmo per Imbandigione, Vivanda imbandita per porla in tavola. IMBASSADOR.

Amba

L'IMBASSADOR NO PORTA PENA, sciatore non porta pena; ed è scusa di chi tratta o riferisce per altrui cosa che possa aversi a male.

IMBAVARARSE, v. ( che vuol dire MBTERSE BL BAVARO) Vocabolo usato da Maffeo Venier ne' seguenti versi della bella canzone LA STRAZZOSA, stampata tra le poesie antiche Venete, uscite dalla tipografia d'Alvisopoli:

QUAL SE FRA DO CAMINI

SE IMBAVARA LA LUNA,

CHE LUSA IN MEZO,TAL SPLENDE LA FAZZA
EIRAZI DE CUSTIA FRA STRAZZA E STRAZZA.

È questa una similitudine poetica del bel

viso della sua STRAZZOSA col chiarore della luna, la quale talvolta vedesi lucente fra due cammini nel sorgere o nel tramontare. Cammini sono assimilati al BAVARO, cioè al Soggolo monacale, che da sottinsù racchiude le gote ma senza impedire la vista libera del volto. V. DB

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IMBUGARSE, v. nel sign. di Rimpinzar si, cioè Riempiersi di soverchio col mangiare, è voce del Padovano. I Veneziani dicono ToNFARSE e INCOConarse.

IMBULİR, v. ant. marin. (dal latino Imbuo, is, Empire) Gonfiare e dicevasi della vela LA VELA S'IMBULв, La vela prende vento o si gonfia o si fa piena. IMPATAR.

EL LA IMPATA CO UN LEVRIÈR, Va del pari a correre come un levriere, Dicesi di uomo che cammini sollecito o faccia molte visite una dietro all' altra senza stancarsi o simile.

IMPENSARSE, v. usato dagli antichi nostri padri per PENSARE, cioè Immaginare, Trovar col pensiero il modo di eseGUARDE COSSA CH'EL guire alcuna cosa —

S'HA IMPENSA, Oh guardate che cosa s'ha egli pensato o immaginato! IMPERDIBILE, agg. sinonimo d'IMPONIBILE, che dicesi nel giuoco dell' Omhre ad una Giuocata che s'abbia in mano, e vuol dire Giuocata sicura, che non si perde.

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Go un zogo IMPERDIBILE, Ho un giuoco sicuro in mano, Non temo di perdere, Non si può perdere.

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IMPOCHIARSE, Insucidarsi; Imbrattarti; Lordarsi No VE IMPOCHIB, Non v'intridete, cioè non v'imbrattate. IMPOLMONA, add. voce ant. Impolmina

to

Si dice ad uomo che abbia il color della sua carne che tenda al giallo, cagionata da infezione interna de'polmoni, come si vede negli idropici o in altri infetti da simili malattie. IMPONIBILE, add. Vocabolo quasi sinonimo di IMPERDIBILE, aggiunto usato di frequente nel giuoco dell' Ombre, che si dà a Buon giuoco che s'abbia in mano, e vale Giuocata sicura, che non si può perdere.

IMPOSTA, s. f. V. in SESTIER.
IMPRESTAR.

CHI IMPRESTA LIBRI O MUGIER, RESTA DE CA DONA O DE CA CORNER, Proverbio faceto, Chi presta tempesta o male annesta, L'imprestito non dà lucro o fa perdere la roba prestata. INCAMUZZAR, v. ( da CAMUZZÒN) ImIncarcerare I L'HA INCAprigionare; imprigio MUZZA, L' hanno arrestato o

uato.

INCASTRO.

-

INCASTRO, dicevasi anticam. e metaf. nel signif. di Profondità UNA FERIA D'INCASTRO, Una ferita profonda. INCIVILIRSE, v. Incivilire, verbo neutro, Divenir civile. Splebeire pur verb. neutro Trarsi dalla plebe. Ingentilirsi, Farsi nobile, gentile, che anche dicesi Ingentilire verb. neut. e Aggentilirsi; Ringentilire Incittadinarsi, Prendere o Imitare i costumi e modi de' cittadiui. La contadina s'incittadina. INCOLORARSE, v. ant. che usavasi nel secolo XVI. Incollorirsi o Incollerarper si, nel sign, di Adirarsi, Montare in collera.

INCORDADURA, s. f. T. de'Maniscalchi, Malattia che manifestasi nel Cavallo e nel Bue, ed è Tensione delle parti genitali ne'maschi, cioè Gonfiezza, dolore al tatto e talvolta difficoltà di orinare. Questo male si produce negli animali giovani per eccitamento al coito e talvolta per umidità della stalla.

INCORPORAR, v. V. MALGANAR. INCOZZÌO, add. ( che più comunemente dicesi Incozza) Sucido; Sporco, contrario di Netto e Pulito, e più comunemen te s' appropria ai panni liui o lani. Lin

INCOZZIRSE INGROPAR

LASTRE INCOZZIE DA LA

geria sucida POLVERE, Lastre insucidate dalla polvere. Talora il nostro vocabolo si dà per accresc. di Sucido, quando cioè la lordura è fatta vecchia e, per esempio, insudiciata dalla polvere MACHIA INCOZZła, Macchia rafferma, Vecchia, penetrata. TANTO INCOZZIO CHE L'È INDURIO, Panno incorazzato o incroiato,dicesi a Quello divenuto sodo per gli untumi, polvere ec. V. CRAGNA E INCOZZA. INCOZZIRSE, v. V. INCOZZARSE al primo significato. INCROSAR.

INCROSAR, è anche Voce di gergo dei Barcaiuoli, che si usa nel seguente ribobolo, VATE A FAR INCROSAR, Va a farti incrociare; Va a farti friggere; Va al

boia e simili. INCUGNA, add. Imbiettato, Fermato saldamente con bietta (CUGNO).

DOLOR INCUGNA, Detto fig. Dolore fitto, cioè Ostinato, che insiste, che sta saldo. INCUGNAR, v. Imbiettare, Metter la bietta. V. PENOLA.

INDÈGOLO, s. m. dicevasi nel secolo
XVI. in vece del moderno ENDEGOLO, nel
sign. di Modo, Via, Verso CHE A RE-
PARARLI (i sassi scagliati ) NO GHE GIBRA
INDEGOLO (ora direbbesi No Ghe Ghibra
CASO) Che non v'era modo di schivare o
ripararsi.
INDORAR.

INDORAR LA FRITURA, dicono i Guochi al tignerla di tuorlo d'uovo prima di friggerla, per farle acquistare un colorito rossiccio. Non so se sarebbe errore il dire Dorare la frittura. INDREZZAR,

v. ant. Indirizzare; Indirigere; Dirigere; Addirizzare. INETICHIRSE, v. ant. Lo stesso che IxTISICHIR, V. INFANTE.

INFANTE NUDO, V. Nuo. INFESTONAO, add. Voce ant. usata dal Calmo nel sign. di Festante; Festevole; Giulivo-INFESTONAO DEL COMPONER DEI VERSI, Festevole nel comporre dei versi, cioè Spontaneo, Disinvolto, Franco. INFONDESTO, add. Maniera ant. che dicevasi per Infuso.

INFRISARSE, v. Ostinarsi; Incaparsi; Incaparbire Si dice ancora per Intabaccarsi; Innamorarsi.

INGANFÌO, add. dicono molti per IxGRANFIO, V.

INGRATON, s. m. Ingratone e Ingratac cio, Peggior. d'Ingrato. Ingratonaccio i peggior. di Ingratone. INGREZAR, v. proprio de' Muratori, Le stesso che GREZAR, V. INGROPAR.

INGROPARSE DE LA ZENTE, Aggruppar si o Annodarsi, dicesi figur. del Raccor

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LABARDA, s. f. Labarda o Alabarda,

Sorta d'arme in asta guernita in cima d'un pezzo di ferro lungo largo tagliente ed aguzzo, attraversato da un altro pezzetto di ferro fatto a foggia di mezza luna. LACONICO, Laconico, Agg. di parlare o scritto, e vale Stretto, Brieve, Succinto.

LACONISMO, s. m. Laconismo; Breviloquenza, Modo laconico di parlare o di scrivere, che consiste non già nel parlar poco, ma nel dir molte cose in poche parole.

LACONIZAR, v. Laconizzare, Usare modo laconico; ed era stile proprio de' Lacedemoni o sia degli abitanti della Laconia, ond'è dal Greco originata la voce. LADRARIA, s. f. chiamasi nel Contado. Una specie di lepra di cui sono talvolta attaccati i porci, la quale consiste in picciole vescichette o bolle sopra la pelle ed anche su le margini della lingua, onde 'Animale stenta a camminare, e mostra maggior debolezza nelle gambe di dietro. LAMPADA, s. f. Voce di gergo fam. ed è lo stesso che CALUMADA, V. LAMPAZZO, s. m. T. de' Maniscalchi, Lampasco, Gonfiezza del palato nella parte inferiore presso ai denti incisivi,

INTELERA INVODO

narii la chiamano Tumore edematoso sotto il ventre.

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INTELERA, T. Veterinario, detto per agg. al collo. V. COLO. INTIAN, s. m. Voce ant. che dicevasi nel dialetto nostro, e che leggiamo nelle lettere del Calmo per ANTIAN, V. — Osserva l'Autore che l' INTIAN ha molta analogia coll' Intus de'Latini, coll' Intingolo e quindi coll' Intingere latino. INTRAVEGNENTE, s. m. Voce plebea, V. INTERVENIENTE. INTROFREGADURA, s. f. T. de' Maniscalchi, ch'esprime una Malattia del cavallo consistente nella Corrugazione della pelle sotto le ascelle; e talvolta con erosioni, che porta calore e difficoltà di muoversi il che nasce per lo più dal troppo camminare, specialmente se non sia tenuta netta la parte. INTROMÈTER.

Intramettersi; TraINTROMETERSE, mettersi; Interporsi, Mettersi di mezzo, entrar mediatore.

INVELENA, add. Avvelenato, e dicesi figur. per Rabbioso, Irato, Avvelenato di sdegno.

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la quale impedisce al Cavallo di mangiare. Altri dicono a questa malattia Palatina.

LANGIO, s. m. (evidentemente corrotto dal latino Languor ) dicono i Maniscalchi ad una malattia del Bue, i cui segni caratteristici sono svogliatezza, ruminazione interrotta, febbre, pelo rabbuffato, pelle indurita alle vertebre dorsali, con enfisèmi che scoppiano sotto alle mani e con tossa. I Veterinarii la qualificano per Reumatismo universale e particolarmente al dorso V'ha poi il LANGIO della coda, ch'è un Cancro, nel Cavallo, ond' egli perde i peli e ne nasce csul

cerazione.

LANZA.

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TOR LA LANZA IN RESTA PER QUALCÙN, Pigliare o Impugnar la lancia per alcuno, detto fig, vale dichiararsi in favore di alcuno, Difenderlo a spada tratta. LAORAR ed anche LAVORAR.

CHI LAORA DE GROSSO MAGNA DE GROSSO, E CHI LAORA DE SUTILO MAGNA DE SUTILO, Proverbio degli Artisti significante Chi lavora grossolanamente guadagna più di quelli che lavorano in cose fine. LARDO.

COMPRAR I LARDI DA LA GATA, V. GATO.
NON TANTUS LARDO (forse quel lardo è

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VODARSE.

INZANZIR,

v. (colle z dolci) Termine proprio che usano i nostri giovanetti nel giuoco del palèo (TROTOLO) per esprimere che il palèo è bene avviato e gira velocemente. Quindi INZANZIR EL TROTOLO, Avviar bene il palèo, cioè Percuoterlo colla sferza e farlo girare. V. Zanzb. INZEGNATOLARSE, v. usato famil., avvilitivo di INZEGNARSE, e vuol alludere ad ingegno meschino o poco adatto, che altrimenti diremmo FAR DE TUTO PER INZEGNARSE, Arrabattarsi. V. BISEGOLAR.

EL S'INZEGNATOLA, S'arrabatta. ISÈPA (colla s dolce) Giuseppa e Giuseppina, Nome proprio di Donna. ISSIR, v. antiq. (donde venne Insin, derivati dal lat. Exire) Uscire, Venir fuori — Se 1850 de PRESON, Se esco di prigione.

ISTAFA, add. V. STAFA.

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detto per corruzione o per equivoco della parola labor) Maniera antica che s'incontra nel Poemetto sulla guerra tra' Nicolotti e Castellani, e vuol dire Non tanto chiasso; Non tante bravate o sbraciate; Non isbraciate, cioè Usate moderazione.

LARO, s. m. (dal latino Latro, levato il t, come in PARE, MARE, PIERA e simili) dicevasi anticamente nel nostro dialetto per Ladro: voce riportataci nelle sue lettere dal Calmo. LATE.

CoLATE MARZO, detto dalle Donne, lostro, T. Medico, Il primo latte della donna dopo il parto.

LA XE LATE B VIN, Ella è latte e sanDicesi di persona avvistata e di rel gue, colore.

LATINAÒR, s. m. Voce ant. Latinante o Latinizzante, Che latinizza. Latinista, dicesi a Professore di lingua latina. LATUGA.

LATUGA ZENTIL D'ORTO NOVELO, Maniera ant. figur. per indicare La freschezza d'una fanciulla da marito, assimilata alla lattuca fresca d'un orto novello. LEGISTA, s. m. Legista, vuol dire Giureconsulto; Versato nella scienza legale. LEGISTI dicesi volgarmente agli Su

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