Parnaso italiano ovvero Raccolta de'poeti classici italiani [ed. by A. Rubbi] 56 tom, Volume 291787 |
Parole e frasi comuni
Adrasto albergo alfin allor anco Apriche Argante arme Armida ascosa avea Biserta campo capitan cavalier ch'a ch'è che'l ciel Circasso Clorinda colpo crin desio destrier dicea Dittamo dolce drizza duce Ecco empie Etiopi Eufrate fero ferro foco fugge furor genti Gerus GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida guardo Guelfo guerra guerrier guisa indi Ismeno l'alma l'altro l'arme l'aure l'ira l'ombra l'onde l'opre l'un lassi lido lieto loco lunge LXII LXVI LXXI medesmo mira mirto mortali morte mostri mura nemico novo occhj omai Ov'è Pagan passi percosse periglio petto piaga piaggia pianto picciol piè pio Buglion piropi poscia preghi pria primiero pugna puote Quinci Quivi Rinaldo saetta sangue scudo sdegno secreti secura selva sembiante signor sovra spada spirto squadre stuol suon Tancredi Tisaferno torre tosto trombe troncar usbergo Vafrino varj Vassene vede veggio vendetta vinto volge volto XLVII XXXVII
Brani popolari
Pagina 54 - ... 1 sole: e la man nuda e fredda alzando verso il cavaliero, in vece di parole gli da pegno di pace. In questa forma passa la bella donna, e par che dorma.
Pagina 53 - Tremar sentì la man, mentre la fronte, Non conosciuta ancor sciolse e scoprio. La vide e la conobbe; e restò senza E voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!
Pagina 54 - Non mori già, ché sue virtuti accolse tutte in quel punto e in guardia al cor le mise, e premendo il suo affanno a dar si volse vita con l'acqua a chi co '1 ferro uccise. Mentre egli il suon de...
Pagina 114 - Nome, e senza soggetto idoli sono ciò che pregio e valore il mondo appella. La fama che invaghisce a un dolce suono voi superbi mortali, e par sì bella, è un'ecco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, ch'ad ogni vento si dilegua e sgombra.
Pagina 51 - Ma chiunque io mi sia, tu inanzi vedi un di quei due che la gran torre accese. Arse di sdegno a quel parlar Tancredi, e: - In mal punto il dicesti; - indi riprese - il tuo dir e '1 tacer di par m'alletta, barbaro discortese, a la vendetta. 62 Torna l'ira ne' cori, e li trasporta, benché debili in guerra.
Pagina 113 - Così dal palco di notturna scena o ninfa o dea, tarda sorgendo, appare. Questa, benché non sia vera sirena ma sia magica larva, una ben pare di quelle che già presso...
Pagina 53 - Battesmo a me, ch' ogni mia colpa lave. In queste voci languide risuona Un non so che di flebile e soave, Ch' al cor gli serpe, ed ogni sdegno ammorza, E gli occhi a lagrimar g1
Pagina 206 - Oh quante belle luci il tempio celeste in sé raguna! Ha il suo gran carro il dì, l'aurate stelle spiega la notte e l'argentata luna; ma non è chi vagheggi o questa o quelle, e miriam noi torbida luce e bruna ch'un girar d'occhi, un balenar di riso, scopre in breve confin di fragil viso...
Pagina 151 - 1 superbo pavon sì vago in mostra spiega la pompa de l'occhiute piume; né l'iride sì bella indora e mostra il curvo grembo e rugiadoso al lume. Ma bel sovra ogni fregio il cinto mostra, che né pur nuda ha di lasciar costume. Die corpo a chi non l'ebbe; e, quando il fece, tempre mischiò, ch'altrui mescer non lece.
Pagina 68 - Ma quando parte il sol, qui tosto adombra notte, nube, caligine ed orrore che rassembra infernal, che gli occhi ingombra di cecità, ch'empie di tema il core; né qui gregge od armenti a...