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5. Lekythos di Siracusa nel museo di Carlsruhe; Creuzer alla Galleria degli antichi drammatici, tav. 9. p. 76 segg.; Gerhard tav. E. 16: Achille dietro alla fontana, celato sotto una quercia della specie frequente sull' Ida (conosciuta sotto il nome di Velona), per meglio indicare l'imboscata. Dalla bocca leonina l'acqua scorre nell'anfora di Polissena. Aldissopra della fontana sporge qualche cosa, forse il resto del corvo, non compreso dal disegnatore. Siccome la rappresentazione vien chiusa da Polissena, mentre Troilo è ommesso, così può formarsi l'idea tutta erronea che Achille alla fontana tende insidie alle donne. 6. Dubois Maisonneuve pl. 51. n. 3; come la pittura precedente, colla sola differenza che l'agguato è indicato soltanto per mezzo di alcuni rami. Sulla fontana, ornata di testa leonina, siede l'uccello, qui diretto verso Achille. Escono dalla figura di Achille i caratteri ^çAHA, coi quali il copista ha mal imitato la parola IXA.

7. Vasi di Tischbein, IV, tav. 18 (58), inserito già dal de Witte nella serie di queste rappresentazioni, da lui, è vero, diversamente spiegate, dopochè Millingen in esso aveva veduto Tideo ed Ismene alla fontana. Quivi la rappresentazione è ristretta ad Achille e ad Atene, che gli mostra e porge anticipatamente la corona. Più abbasso un bosco nasconde Achille accovacciato, ma l'acqua della bocca leonina riempie l'idria sottoposta, senza che Polissena la tenga, e l'uccello sulla colonna estende, benchè con becco chiuso, il collo verso Troilo, senza che questi gli stia dirimpetto. Atene, come nell'immagine antichissima, porta una veste ricamata, con manto messovi sopra in maniera poco donnesca. L'abbreviazione quasi enimmatica d'una rappresentanza arcaica non poteva essere più chiaramente espressa. Questo schiarimento, di cui quì mi sono valso, sul procedere di molti artisti, acquistato colla comparazione di altri complessi di soggetti, come p. e. dei giudizj di Paride, anche in bassorilievi, avrà particolarmente da tenersi presente fra le regole dell'interpretazione; e questo ramo

di critica, fondato sulla comparazione dei monumenti, probabilmente diventerà per gli studj più fertile di ogni altro.

8. Idria nei Vasi scelti di Gerhard, II, tav. 92, disegnata in Roma. Sopra i manichi due quadrighe, a ciascuna delle quali precede un cane fuggente. Ma dissotto, nella direzione insolita verso sinistra, Achille nell'ordinaria posizione accovacciato, armato del grande suo scudo effigiato di due pantere, sta dietro la fontana leonina, dalla quale l'acqua sgorga in un vaso sottoposto. Polissena, che suole attingere acqua, è quì ommessa a motivo d'abbreviazione. Imperocchè la figura astante con gesto sia di comando, sia di proibizione, oppure di ammonizione, è conversa contro Troilo; e siccome i suoi piedi sono ancor diretti verso la fontana, così deve essere Tetide, la quale rincontreremo nel capo seguente (n. 9. 15. 16. 17.). Ritrovasi pure segnata del suo nome, conversando con Achille, cui vengono appresso Patroclo, Olyteus (come nel vaso François ed altre volte per Odysseus) e Menesteo, mentre Menelao sta a tergo di Tetide (nei Vasi etruschi e campani del R. Museo di Berlino tav. 13. 2.). Il corvo sopra la fontana è diretto verso l'altra parte, e con ciò sarebbesi quì soddisfatto, in doppia maniera, all'inclinazione di congiungere la leggenda colla divinazione: il corvo, cioè, cerca di ritener Achille; Tetide dall'altro canto, temendo per il figlio, tenta dissuadere Troilo, ma ambedue invano. Cinque iscrizioni del noto genere, in caratteri chiari, ma senza senso, e senza formar parole, circondano le figure. Nella rupe, donde scaturisce la fontana, si osservano sei o sette linee più o meno curve, forse per raffigurare le corna di tori sagrificati. Una difficoltà s'attraversa a questa spiegazione, cioè, che Troilo apparisce barbato, fuori dell'ordinario. È vero che, giudicando dal fino disegno, quest'immagine è molto rimota dalla prima invenzione di siffatta rappresentanza, ed in una imitazione piuttosto meccanica può di leggieri esser rimasta inosservata una circostanza quantunque importante nella composizione, che, cioè, un simile sbaglio poteva com

mettersi, tanto più, che nello stile antico anche Paride ed altri giovani suolevano sovente figurarsi barbati. Pure, a motivo della singolare presenza di Tetide, sarebbe da desiderare, che almeno Troilo non cambiasse la sua figura ordinaria. Ma malgrado di siffatta barba non posso seguire l'opinione di Gerhard e supporvi rappresentato Tideo alla fontana. Tetide allora si spiega per Ismene, la quale, egli dice, « alza un bastone per ritenere i guerrieri a cavallo, Adrasto ed i suoi compagni, non osservando intanto l'oplita Tideo. » I guerrieri sui vasi antichi non rappresentansi a cavallo, e giammai con un secondo cavallo; ed alle donne alla fontana, se cavalieri nemici s'avvicinano, non resta altro che fuga precipitosa, essendochè essi non lasceranno mai rispingersi da una ragazza con un bastoncino in mano.

Siffatta scena rinviensi anche in altre variazioni, le quali mi rincresce di non aver notato accuratamente; p. e. in un lekythos della collezione di Monaco, a fondo bianco; in un altro vaso ivi indicato col numero 38, sul quale, oltre la fontana col vaso sottoposto, la figura donnesca e Troilo con due cavalli, si presentano due guerrieri; così pure in alcuni lucidi di vasi scelti, raccolti dal Braun.

Ismene alla fontana e Tideo, anzichè Troilo e Polissena, avranno forse da riconoscersi nell'opera di Millingen, Peint. de V. pl. 22, ed in quella di Gerhard, E, 11 (dalla collezione già di Lamberg, benchè non presso Laborde), attesochè sarebbe stata troppo grande la trascuranza del pittore riguardo alla significazione, se, dalla rappresentanza precedente, o da altre simili, togliendo le due sue figure, le avesse così composte. Pare però, che gli ornamenti gli importavano più del resto, essendochè non solo la donna è ornata di veste ricamata, e di peplo scendente dalla testa, ma anche il guerriero armato ed elmato ha la corazza ricamata. Quella posa un piede sul margine della fontana, ove è collocato il suo vaso, mentre alza ancora una piccola kylix, come se volesse bere; la fontana è ommessa, mentre attorno vi sono figurati boschi, che celano

altresì la figura del guerriero accovacciato: il quale, giungendo colla lancia immediatamente fin dietro la donna che attinge l'acqua, pare voglia trafiggerla, come infatti Tideo uccise alla fontana la figliuola d'Edipo. È perciò, che il Millingen propone la spiegazione di Tideo alla fonte (1). Adesso però, che si è trovato, gli altri vasi, prima riferiti a questo avvenimento, rapportarsi piuttosto a Troilo, non sono più certo di tale interpretazione, specialmente perchè i vasi, come viene a ragione rilevato dal Gerhard, non riportano se non pochi avvenimenti della guerra tebana, ed anche questi rade volte. Sembrava inventata l'uccisione d'una vergine alla fontana per caratterizzare l'atroce Tideo e le crudeltà della guerra, benchè anche questo sia dubbioso. Secondo Mimnermo (Aristoph. Gramm. argum. Sophocl. Antig.) Ismene venne uccisa da Tideo per ordine di Minerva, perchè aveva segreta dimestichezza con Theoklymenos, vate d'origine argiva; ed oltracciò sappiamo da Ferecide, questo esser avvenuto alla fontana, che da lei ebbe il nome di Ismene. Laonde, se Ismene espiava la sua colpa, cosicchè Tideo non era che lo stromento della divinità, egli non può, in contrapposto ad Achille, rappresentarsi come un uccisore di vergini, e la sorpresa di donne alla fontana, come uno dei soliti casi della guerra, non è sostenuta da tante testimonianze, quante prima pareva. All'incontro dovrebbe forse il mito supporsi originato dalla fontana.

(1) Le singole donne che attingono acqua, sulla tavola E di Gerhard n. 17 (Stackelb. Gräber XVI, 3) e 20 (Inghir. Vasi fitt., I, 44), sono figure della vita comune. Nell'anfora di Fontana E, 14. però non sembra esser indicato Achille in agguato, ma un guerriero nel sagrario d'Apolline, significato da due palme e tre tripodi, dove quegli s'inchina pieno di venerazione. Non può vedersi che ciò faccia per uccidere qualcheduno, mancandovi un tal oggetto, e tenendo egli la lancia indietro: mentre il citarista, che gli precede, rimuove ogni pensiero di un agguato. Che queste due figure stiano in relazione vicendevole, vien indicato dall'eguale distribuzione delle palme e de' tripodi.

B. Troilo perseguitato da Achille.

Dall'agguato dietro la fontana, dove sedeva accovacciato, s'alza il terribile Pelide; ond' è conseguenza necessaria e naturale che il giovine Troilo con somma premura si volgesse alla fuga, sia che avesse condotto i suoi cavalli fuori delle mura per abbeverarli, sia per esercitarli all'uso della guerra. L'uccello profetico ora non apparisce più. Vediamo questo primo progresso dell'azione nel vaso anzimentovato del pittore Klitias e del figulo Ergotimos, ritrovato nella vicinanza dell'antico Clusium, non lontano da Dolciano, insignito di moltissimi nomi nell'arcaica scrittura corinzia. Il qual monumento, in quanto alla composizione ed al disegno arcaico, può confrontarsi con quegli antichissimi descritti da Pausania che per mezzo d'innumerevoli penne moderne hanno ricevuto il privilegio d'una celebrità eminente.

9. Mon. dell' Inst. archeol. T. IV. tav. 55, Ann. T. XX. p. 318; T. XXII, tav. d'agg. E F, 2. Venendo da destra, sortono dalla porta della città Ettore e Polite, altro figlio di Priamo (Il. 2, 791; 4, Son); questi presso il muro dinnanzi alla porta siede (PIAMOS) su trono (AKOS), ed Antenore (ANTENOP) s'avvicina per annunciargli la disgrazia avvenuta. Correndo con passo precipitoso, tien presso ad Antenore la sorella di Troilo, di cui manca tutta la parte superiore, riconoscibile però dalle striscie ornamentali, che decorano la media e l'infima parte della veste. Le è caduto dalle mani l'idria (194YB), la quale quì non è rotta; ed i caratteri che scorgonsi indietro ad essa (3) sono indubitabilmente avanzi di S. Troilo (TPOILOS) fugge con due cavalli a gran galoppo, sotto i quali giace l'idria, mentre lo perseguita a piè Achille, il cui nome manca colla più gran parte della figura. Seguono, ornati di nomi, Atene senza attributi (come nel n. 1), Erme, Tetide, Rodia (A1409), la

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