Storia della repubblica di Firenze, Volume 1

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G. Barbèra, 1875 - 667 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 217 - ... lanaiuoli del detto ovraggio, e viveanne più di trentamila persone. Ben troviamo, che da trenta anni addietro erano trecento botteghe o circa, e facevano per anno più di cento migliaia di panni ; ma erano più grossi e della metà valuta , perocché allora non ci entrava e non sapeano lavorare lana d' Inghilterra , come hanno fatto poi.
Pagina 128 - mperadore domandò perché non v'erano que' di Firenze ; per gli ambasciadori degli usciti di Firenze fu risposto al signore , eh' elli aveano sospetto di lui . Allora disse lo 'mperadore : male hanno fatto , che nostro intendimento era di volere i Fiorentini tutti , e non partiti , a buoni .fedeli , e di quella . città fare nostra camera e la migliore di nostro imperio...
Pagina 106 - Iddio, ove è la fede della real casa di Francia, caduta per mal consiglio, non temendo vergogna? O malvagi consiglieri, che avete il sangue di così alta corona fatto non soldato, ma assassino, imprigionando i cittadini a torto, e mancando della sua fede, e falsando il nome della real casa di Francia!
Pagina 100 - Levatevi, o malvagi cittadini, pieni di scandoli, e pigliate il ferro e il fuoco con le vostre mani, e distendete le vostre malizie. Palesate le vostre inique volontà ei pessimi proponimenti; non penate più; andate e mettete in ruina le bellezze della vostra città. Spandete il sangue de' vostri fratelli, spogliatevi della fede e dello amore: nieghi l'uno all'altro aiuto e servigio.
Pagina 98 - Messere, non li disdegnate perché siano pochi, perché sanza i consigli palesi non si può dare più moneta ». Rispose gli avea 50 cari ; e molto li guardò, e non li volle.
Pagina 87 - I potenti cittadini , i quali non tutti erano nobili di sangue, ma per altri accidenti erano detti grandi...
Pagina 105 - Noi abbiamo un signore in casa; il papa è nostro protettore; gli avversarii nostri non sono guerniti né da guerra, né da pace; danari non hanno; i soldati non sono pagati.2 E misero in ordine tutto ciò che a guerra bisognava, invitati molti villani d'attorno e tutti gli sbanditi.
Pagina 105 - Deh, perché facciamo noi così? noi siamo pure amici e parenti, e tutti Guelfi: noi non abbiamo altra intenzione che di levarci la catena di collo, che tiene il popolo a voi ea noi "°; e saremo maggiori che noi non siamo. Mercé, per Dio, siamo una cosa come noi dovemo essere...
Pagina 216 - Firenze circa venticinquemila uomini da portare arme, da quindici anni infino in settanta, tutti cittadini intra' quali avea millecinquecento cittadini nobili e potenti che sodavano per grandi al comune. Aveva allora in Firenze da settantacinque cavalieri di corredo. Bene troviamo che innanzi che fosse fatto il secondo popolo che regge al presente, erano i cavalieri più di dugentocinquanta, che poiché il popolo fu, i grandi non ebbono stato né signoria come prima, e però pochi si faceano cavalieri.
Pagina 107 - L'uno nimico offendea l'altro: le case si cominciavano ad ardere: le ruberìe si faceano, e fuggivansi gli arnesi alle case degl'impotenti *". I Neri potenti domandavano danari a' Bianchi: maritavansi fanciulli a forza, uccideansi uomini: e quando una casa ardea forte, messer Carlo domandava: "Che fuoco è quello?" eragli risposto che era una capanna, quando era uno ricco palazzo*".

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