Poesie, Volume 1

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Molini, Landi, 1812
 

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Pagina 32 - ... judices, ut a nullius umquam me tempore aut commodo aut otium meum abstraxerit aut voluptas avocarjt aut denique somnus retardant ? Quare quis tandem me reprehendat aut quis mihi jure succenseat, si quantum ceteris ad suas res obeundas...
Pagina 142 - Stava all' arso terreno Col vomere tagliente aprendo il seno ; Acceso in volto, di sudor bagnato, Col crine scompigliato, Curvo le spalle, il cigolante aratro Con una man premea, Che col chino ginocchio accompagnava, E coll' altra stringea Pungolo acuto, e colla rozza voce, E coi colpi frequenti Affrettava de
Pagina 154 - Dispiegando allor le penne, Al cantore armonioso, A posarsi accanto venne; E con ciglia allor di grave Compiacenza e orgoglio piene , Disse al musico soave ; « Quanto mai cantiamo bene! A sì stupida arroganza Risuonare udissi intorno Nell'ombrosa e verde stanza Alto sibilo di scorno.
Pagina 139 - L' uom che si vive colle mani al fianco, Non stava punto in ozio il buon romito, E di lavorar mai non era stanco, Ed andava ogni giorno santamente Intorno intorno esercitando il dente. In pochi giorni egli distese il pelo, E grasso diventò quanto un guardiano. Ah son felici i giusti! e amico il cielo Dispensa i suoi favori a larga mano Sopra tutto quel popolo devoto, Che d' esser suo fedele ha fatto voto. Nacque intanto fra' topi in quella etade Una fiera e terribil carestia.
Pagina 157 - Alcun non v' è che uguaglici Alcun non ci somiglia Fra tutta la più nobile De' fior vaga famiglia. Leggiadri ed odoriferi Noi siamo; è a noi permesso Di lusingare e molcere Due sensi a un tempo istesso. Punta da dolce invidia Ben mille volte e mille II mio color desidera Fin la vezzosa Fille, Quando davanti al lucido Fido cristal si pone , E alla sua guancia accostami Per fare il paragone: Noi l' auree chiome a cingere Siamo su gli altri eletti, O i palpitanti a premere Turgidi eburnei petti;...
Pagina 154 - Sì soavi or lega, or parte , Che dimostra quanto puote La natura sopra l'arte. Ora lento e placidissimo II bel canto in giù discende, Or con volo rapidissimo Gorgheggiando in alto ascende. Tra le frondi ei canta solo, Stanno gli altri a udirlo intenti, Ed avean sospeso il volo Fin l'aurette riverenti.
Pagina 160 - Ch' io porgo un util pascolo Al setoloso armento. E quando fiacca ed arida Sarò a morir vicina, Spero di sopravvivere Anche alla mia ruina: Del minaccioso oceano Andrò solcando l' onde, E tornerò poi carica Di merci a queste sponde. E voi, che siete o miseri Da tutti oggi odorati, Domani, guasti e putridi, Sarete calpestati." Del saggio arbor non erano Compiti i detti appieno, Che i fior già cominciavano Languidi a venir meno.
Pagina 55 - D'ogni terrestre oggetto Confusa era in un torbido Ed uniforme aspetto. Scotean l'aurette tremole Le molli ed umid' ali A lusingar la placida Quiete de" mortali ; E a ristorar le tenere Erbette, uscia dal gremboDelle notturne nuvole . Un rugiadoso nembo.
Pagina 56 - Sull' ali aperte librasi, Or s'erge, ed or s'abbassa, E il negro orror di lucida Traccia segnando, passa. Il lume incerto e instabile, Che intorno ella diffonde Con moto alterno e rapido Or mostrasi, or s'asconde. Tal se di selce rigida Batte l'acciaro il seno, . Breve scintilla accendesi, E. subito vien meno. Intorno a lei di semplici Fanciulli un stuol s' aduna, E stupido ne seguita II vol per l'aria bruna.
Pagina 158 - Fra l' opre sue mirabili Certo sbagliò natura A produr così zotica Pianta sì rozza e dura. In vece d' olmi, e frassini, Di querce . abeti , e pini , Crear sol si dovevano E Rose e Gelsomini." Scosse la nobil' arbore Le chiome maestose, E alle arroganti e garrule Voci così rispose.

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