Cavalli selvaggiGiulio Einaudi Editore, 7 ott 2010 - 304 pagine Texas, 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla frontiera e piú in là al Messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito.Attraverso la vastità di un territorio maestoso e senza tempo,i due cowboy, cui si aggiunge il tragico e selvaggio Blevins, intraprendono un viaggio mitico che li porterà fin nel cuore aspro e desolato dei monti messicani. Qui la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi e gli occhi di Alejandra possono «in un batter di cuore sconvolgere il mondo». Con una narrazione che all'asciuttezza stilistica di Hemingway unisce la ritmicità incantatoria di Faulkner, McCarthy strappa al cinema il sogno western e lo restituisce, con sorprendente potere evocativo, alla letteratura. |
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Parole e frasi comuni
accese Alejandra alzò andò appoggiò Ardmore arrivò attraversò bestiame Blevins bolsón buio c’era caffè camicia camion capitano cappello cavallo cavezza charro chiese Rawlins chinò ciénaga Città del Messico coltello corda cos’è cucina D’accordo davanti dietro disse Blevins disse John Grady disse Rawlins Encantada entrò erano fece fermò Francisco Madero fucile fumare fuoco giorno giumente guardò John Grady guardò Rawlins indietro infilò John Grady guardò l’acqua l’altro l’aria l’aveva l’ha L’hacendado l’ho l’ultima l’unica L’uomo laggiú lasciò lungo mangiare mano mattino Messico mise nell’acqua occhi padre passo Pensi Pérez piatto piedi pioggia pistola porta prese ragazzino ragazzo raggiunse raggiunsero Rawlins guardò recinto Redbo redini rimase rispose s’alzò s’appoggiò s’era Saltillo sapere schienale scosse la testa sdraiò sedette seduto sella sembrava sentí sigaretta silenzio Sissignore smontò sorrise spalle sputò stalla stava stivali strada tasca tavolo terra Texas tirò tornò Torreón un’altra uscí vaqueros vassoio vecchio vedere vide visto