Poesie di Ossian: antico poeta celtico, Volume 1

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Dalla Tipografia della Società Lett., 1801
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 2 - Io so bene che alcune di queste locuzioni non sarebbero sofferte. in una poesia che fosse originariamente italiana, ma oso altresì lusingarmi che abbia a trovarsene più d'una che possa forse aggiungere qualche tinta non infelice al colorito della nostra favella poetica, e qualche nuovo atteggiamento al suo stile! Questo è il capo per cui specialmente può rendersi utile una traduzione di questo genere, e questo è l'oggetto ch'io mi sono principalmente proposto
Pagina 11 - ... anche immaginari ; chiudendo gli occhi alle tante luminose virtù che brillano nelle loro opere: si pensi, dico, a tutto ciò, e poi mi condanni chi vuole, se talora ho cercato di far sorridere il buon senso a spese della pedanteria. Nam...
Pagina 157 - E sola e lenta si movea sul Lena. Faccia avea ella pallida qual nebbia, Guancia fosca di lagrime: più volte Trasse l'azzurra man fuor delle vesti, Vesti ordite di nubi, e la distese i so Accennando a Fingallo, e volse altrove I taciturni sguardi.
Pagina 202 - Ossian spesso gli sceglie, e talvolta in certo modo gli crea. mento, o appena abbozzati. Egli tocca alle volte qualche particolarità interessante, ma lo fa con uno stile così disteso ed unito che fa pochissimo effetto. Il tuono delle sue narrazioni somiglia molto al canto delle sue cicale: è lungo ed uniforme. La tenera apostrofe di Ossian rompe la monotonia dello stile, e corregge la ferocia che ispirano le scene di guerra. Solo sarebbe stato desiderabile che quell'amabile guerriero avesse potuto...
Pagina 143 - Oh quanti, oh quanti giaccion colà de' miei possenti eroi, sostegni d'Inisfela! essi che un tempo 255 festosi s'accogliean nelle mie sale, delle mie conche al suon. Non più sul prato le lor orme vedrò; non più sul monte udrò l'usata voce. Or là prostesi, pallidi, muti, in sanguinosi letti 260 giacciono i fidi amici. O cari spirti dei dianzi estinti, a Cucullin venite; con lui vi state a favellar sul vento quando l'albero piegasi e bisbiglia su la grotta di Tura: ivi solingo 265 giacerò sconosciuto;...
Pagina 208 - Il parlar per sentenze universali ed astratte è proprio dei filosofi e degli oziosi ragionatori. Gli uomini rozzi ed appassionati singolarizzano, e parlano per sentimenti.
Pagina 173 - Oscar, Fillan, miei figli: alzisi tosto la tomba ad Orla: ei poserà sul Lena, lungi dal grato mormorio del Loda, lungi dalla sua sposa: un giorno i fiacchi vedranno l'arco alle sue sale appeso...
Pagina 211 - ... debole: amantissimo de' suoi, cortesissimo verso gli estrani, amico disinteressato, nemico generoso e clemente. Compassiona gl'infelici, e sente i mali dell'umanità; ma non cede, e si consola col sentimento della sua virtù e coll'idea della gloria. Io non so se Fingal sia veramente padre di Ossian, o figlio della sua fantasia. È credibile che la natura e il poeta abbiano gareggiato in formarlo. Comunque siasi, un tal carattere è glorioso all'umanità e alla poesia. Omero è un gran ritrattista....
Pagina 157 - L'eroe svegliossi, e pieni ancor di quella avea gli occhi e la mente. Ode appressarsi 140 d'Oscarre i passi, e n'adocchiò lo scudo, che incominciava un deboletto raggio via via d'Ullina a tremolar sull'onda. — Che fa '1 nemico fra i terrori involto ? — richiese il re — fugge sul mare, o attende 145 la novella battaglia? A che tei chiedo? Non odo io già la voce lor che suona sul vento del mattin ? Vattene, Oscarre ; desta gli amici. — II re s'alzò ; piantossi presso il sasso di Luba, e...
Pagina 170 - Non veggo più) così vid'io due sconci Petrosi scogli trabalzati e svelti Dall'orrid'urto di scoppiante piena; Volvonsi quei da un lato all'altro, e vanno Ad intralciarsi le lor querce antiche...

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