Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750, Volume 13Presso Leonardo Marchini, 1827 |
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Annali d'Italia dal principio dell' era volgare sino all' anno 1750 (1764) Lodovico Antonio Muratori Visualizzazione completa - 1778 |
Annali d'Italia dal principio dell'era volgare fino all'anno 1750, Volume 13 Lodovico Antonio Muratori Visualizzazione completa - 1870 |
Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all' anno ..., Volume 13 Lodovico A. Muratori Visualizzazione completa - 1820 |
Parole e frasi comuni
Actum Papiae Adalberto Adelaide Alberico all'anno Annalista Saxo ANNO DI CRISTO anno dominicae Incarnationis anno presente Antiquit arcivescovo augusto avea Azzo Beren Berta Camerino Capua cardinal Baronio chiesa Chron Chronic città colla credere Cronica arabica d'esso d'Italia dato alla luce dell'anno presente diploma dipoi Dissert domni Hugonis Donizone duca ducato di Spoleti Episcop Ermanno Contratto esso fece figliuolo filio ejus Frodoardo Frodoardus Germania Giovanni XI Greci idus imperadore imperii Indictione INDIZIONE Italia Italic kalendas l'anno l'imperadore Lamberto Landolfo Leone Ostiense Liutprando Liutprandus Hist Lodovico LODOVICO III Lottario Lupus Protospata Marozia medesimo mense moglie monistero nell'anno Ottone Ottone il grande padre Pagi papa Formoso papa Giovanni papa Giovanni XIII Pavia Piacenza piissimi regis pontefice principe di Benevento quest'anno quivi quod Ravenna RE d'Italia Reginone rengario Rodolfo RODOLFO RE Romani Sacr Saraceni scritto scrive Sergio Sigonio Spoleti suddetto T. I. Rer Ughell Ungheri vero domni vescovo
Brani popolari
Pagina 156 - ... sacri luoghi venivano divorati dai principi, e dati in commenda ad abbati anche secolari e scandalosi, ei vescovi, e fin gli stessi romani pontefici, più a distruggere , che ad edificare erano rivolti, stante la voga, in...
Pagina 107 - Attilae temporibus Portas. pandendo liberare subditos. Nunc te rogamus, licet servi pessimi, Ab VNGERORUM nos defendas jaculis.
Pagina 45 - L'osservazione del saggio e zelante porporato è bella e buona e noi dobbiam desiderar che sempre duri la libertà ben regolata e da tanti secoli introdotta nel sacro collegio de' cardinali, di eleggere il romano pontefice. Ma qui è fuor di sito l'epifonema dello zelante annalista, perché i malanni della Sedia Apostolica in questi tempi vennero dai Romani stessi, e non dai principi secolari. Per lo contrario in que...
Pagina 166 - Qui fratri sobolem fratris de nomine jussit Edere, si primus nequeat sibi gignere natum. • : Nostra tuo peperisse viro, te saecula norunt. Respondes (scio ) tu: nib.il hoc Venus ebria Curât.
Pagina 303 - Pro correctione, inquit, ac morum inmutatione, quam promittit, gratias ago; 30 ex promissionis vero commutatione, cuius me arguit, fecisse, si verum sit, ipsi perpendite. Omnem terram sancti Pétri, quae nostrae potestati proveniret, promisimus reddere; atque id rei est, quod ex hac munitione Berengarium cum omni familia pellere laboramus. Quo enim pacto terram hanc ei 35 reddere possumus, si non prius earn ex violentorum manibus ereptam potestati nostrae subdamus.
Pagina 292 - ... exhortatione, perdes. Et in Romana urbe nullum placitum aut ordinationem faciam de omnibus, quae ad te, aut ad Romanos pertinent, sine tuo consilio (aliter concilio).
Pagina 213 - Non è a noi facile l' indicare il sito dove a costoro fu assegnata 1' abitazione : solamente sappiamo che a moltissimi Cristiani , i quali incautamente da lì innanzi vollero passar per quelle parti, tolta fu la vita da que...
Pagina 356 - masnadieri, ma la guerra greca ed altri disturbi suoi ne lo impedirono. La gloria di averli schiantati da que...
Pagina 64 - Gaeta , diedero addosso al corpo avanzato dei collegati con ucciderne molti , e inseguir gli altri fino al ponte. Quivi fecero testa i Cristiani con tal vigore , che obbligarono il nemico a retrocedere in fretta verso i suoi alloggiamenti. Di più non ne dice Leone Ostiense: segno che dovette sfumare in nulla questo sforzo di Atenolfo. Ma ancor di qui si conosce che i tanti guai recati dagli Africani per tanti anni a quelle contrade d...
Pagina 156 - Chiesa tenevano saldo quel che aveano appreso della fede cristiana; ma perché pochi leggevano, pochi spiegavano le divine Scritture; e il non udire inculcata nelle prediche la parola di Dio e le sue gran verità, lasciava libero il campo ai vizi e alle superstizioni: che tali erano il duello e varie altre pruove appellate giudizi di Dio ed inventate per iscoprire, come scioccamente si credeva, la verità delle cose e l'innocenza o reità popolo di Ravenna.