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cennato gli utili effetti nella divisione della Valdichiana fatta dall' umanissimo principe Leopoldo, e potrei citarne mille altri, se non tenessi per fermo essere noti ad ognuno. Dirò anzi che una gran parte dei progressi e della prosperità agricola che godiamo oggidì, in questo sistęma ed in questa istituzione largamente adoperata nel medio evo, trova i suoi fondamenti. Ma volendo io parlare di quelle cose che precipuamente si appartengono alla nostra età, poichè di presente la maggior parte delle terre è in istato di buona coltura, mi limiterò ad esaminare la seconda specie di affitto, la quale, usata in molte parti della Francia e dell' Italia, si raccomanda per le lodi di peritissimi agricoltori. Ecco i principali vantaggi che si predicano di questo sistema. Il padrone sicuro della rendita, e libero da ogni cura e da ogni fastidio, può rivolgere ad altra impresa i proprii capitali, ad altro fine i proprii studi. Il contadino che quasi si riguarda come proprietario del fondo, sa che ogni sua industria gli tornerà in intero vantaggio, e raddoppia gli sforzi e le fatiche, onde si accresce la produzione, e l'agricol tura prospera viemmaggiormente. Inoltre esso non ha motivo nè stimolo come nella divisione dei prodotti a fraudare il padrone, cosicchè acquista abito di probità e morigeratezza. E quella indipendenza di cui gode, il pone a parte delle prerogative e della dignità delle classi più elevate, e molto giova a migliorare la sua condizione.

Noi non negheremo che molte in fra questi beni siano da valutarsi, ma nondimeno vogliamo aggiugnere

' V. il problema proposto dalla Società dei Georgofili nel 1820, e la Memoria premiata del signor avvocato Aldobrando Paolini. Atti dei Georgofili, tom. III, 1823. L'Autore di questa Memoria per mio avviso non ha abbastanza chiarito la differenza che è fra gli affitti che si fanno per migliorare i terreni incolti, e quelli che oggi nelle terre disposte a buona coltura sono usitati.

altre considerazioni. E in prima non ci pare lodevole che il proprietario delle terre, dalla cura di esse sia interamente francato. Imperocchè degli uomini ricchi, pochi sono quelli i quali, avendo una rendita certa, non amino piuttosto di consumarla spensierati con tutte le comodità della vita, di quello che investire in nuovi capitali, ed affaticarsi in altre industrie. Minore ancora è il numero di coloro che si rivolgono agli studi, e vogliono occupare i fortunati ozii a beneficio comune. Laonde è desiderabile che la maggior parte dei possidenti, e specialmente dove la classe ne è esteșa, abbia nell' interesse proprio uno stimolo, e direi quasi una necessità di soprintendere all'agricoltura, della quale non può esservi occupazione ně più utile, nè più dignitosa.

Se nella locazione sono tolte alcune occasioni di frode o di dissidio, non è però che sovente ancora dalla natura stessa del contratto altre poco diverse non ne insorgano. Avvegnachè sia difficilissimo il determinare i limiti sino ai quali il diritto del proprietario e del fittaiuolo si stende, e non è raro che l'uno si dolga perchè l'altro trapassi le proprie facoltà, e dalle doglianze trascorra alle aceuse ed alle contenzioni.

Dall' affitto si sperano facili ed abbondevoli miglioramenti. Ma intorno a ciò mi sembra doversi considerare se il contratto sia di breve o di lunga durata. Nel primo caso egli è evidente che il fittaiuolo darà mano a quei lavori che di subito possono fruttargli, ma sarà grandemente alieno dagli altri ben più importanti e stabili, che rimangono in benefizio del fondo. Avvegnachè egli correrebbe rischio d' impiegare il suo capitale e la sua opera in favore altrui. Che anzi negli ultimi anni. della locazione si sforzerà di riprendere tutto che sia possibile, nè si asterrà di impoverire il terreno, e direi quasi di spremerne ogni succo, lasciando ai successori

la cura di riparare i guasti, o di rinnovare per riposanze o per ingrassi la primitiva feracità. Nè a questo male porranno efficace rimedio condizioni stabilite nella scritta; perocchè non vi ha alcuno di voi, o Signori, che non conosca che anche senza allontanarsi dai patti in modo soggetto a punizione può un fittaiuolo danneggiare gravemente il fondo. Le quali cose in un affitto di lunga durata avverranno in un grado molto minore, sebbene non sieno al tutto evitabili. Nè quivi pure potremo ragionevolmente prometterci gli stabili perfezionabili che rendono florida la coltivazione di uno Stato, ed accrescono le ricchezze non solo dell' età presente, ma delle avvenire.

E poniamo pure che il lavoratore fosse disposto a migliorare il fondo. Crediamo noi che avrà sempre le cognizioni opportune ed i mezzi acconci a tale impresa? Imperocchè la poca istruzione e gl' inveterati pregiudizi lo faranno sovente ritroso ad accogliere i trovati delle scienze, o a tentare l'applicazione, quando i continui suggerimenti ed i precetti del padrone non lo stimolano o, per dir meglio, non lo obbligano ad operarli. E dovendo pagare un considerevole fitto, che supponiamo equivalente alla rendita media padronale, dovendo inoltre vivere dei prodotti con tutta la famiglia, è a dubitare se il sopravanzo sarà valevole a supplire alle spese che a quel fine si richiederebbero. Io per me credo che sovente egli avrà difetto di mezzi per anticipare le spese ordinarie delle manutenzioni e degli ingrassi, non che quelle maggiori dei miglioramenti che se ne aspettano.

Un altro pericolo dei fitti e non trascurabile è che il colono negli anni di abbondanza non si provvegga di mettere in serbo tanto da poter senza scapito nei tempi di scarsezza pagare la debita retribuzione. Perchè noi siamo così da natura disposti, che degli eventi favore

voli leggermente concepiamo un' aspettativa, comechè non siano nel novero dei comuni. Però il colono alcuna fiata è indotto ad allargare le spese fidando che gli anni avvenire continueranno abbondevoli come il presente, e la copia dei prodotti e l'alto loro pregio il manterranno in quello stato medesimo di prosperità. Ma alla speranza vien poi meno l'effetto, onde nasce l' angustia del fittaiuolo a cui non è dato di soddisfare a' suoi obblighi senza disertare il fondo o indebitire la famiglia, e l'inquietudine del padrone che sa di non potersi rimborsare sopra tale che al tutto difetta di capitali. E chi consideri la storia di questa specie di contratto, vedrà che non di rado l'impotenza dei fittaiuoli a solvere i debiti fu cagione di rescindirlo, o di convertirlo nell' altro della colonia parziaria.

Ma lo stabilire un'equa retribuzione di affitto è cosa assai più disagevole di quello che a prima vista parrebbe: perchè se il contratto è perpetuo od a lungo tempo, comechè l'ammontare in danaro di essa retribuzione rimanga fisso, nondimeno il suo valore di utilità va soggetto a mutamenti sia per molte estrinseche circostanze onde varia la quantità delle rendite, sia pel mutato prezzo delle derrate, sia infine per la diversità del rapporto fra la moneta e gli altri oggetti mercatabili. Per le quali cose la misura del fitto può deviare dall' equità, ed all' una delle due parti recare nocumento. Così per dare un esempio, se dopo un contratto di locazione stabilito sulle basi agrarie e commerciali d'oggidì, il prezzo dei grani declinando divenga vile per lunga serie di anni, farà mestieri al fittaiuolo, per pagare il determinato prezzo, di vendere al mercato non solo la parte superflua, ma altresì quella che sarebbe necessaria al consumo della propria famiglia. Se l'affitto poi è breve o annuale come in alcuni paesi costuma (oltre la facilità che i campi ne

siano impoveriti, e deserti come accennammo di sopra), possono derivarne altri mali; avvegnachè se incontri che la popolazione sovrabbondi alcun poco, e vi sia concorrenza di famiglie che richieggano il fondo, il padrone sarà tentato, ad ogni rinnovazione del contratto, di rin carare il fitto, o di aggravarne le condizioni. E tale appunto è il caso dell' Irlanda dove si vede a quali estremità possa recare questo sistema, allorchè sia applicato in certe circostanze politiche e civili. Sono in Irlanda i possessi di grandissima estensione, appartenenti a pochi Signori, ma vi si esercita la piccola coltura. La popolazione è numerosissima, miserabile oltre ogni credere, e quasi nessun' altra industria le si para innanzi fuorchè il lavoro de' campi. Il padrone o il fittuario generale (Middleman) mette dirò quasi all'incanto le porzioni di terreno che intende di affittare, le quali porzioni erano un tempo di ragionevole grandezza, ma sono state in appresso divise e suddivise da non eccedere la misura di quattro o cinque acri per ciascuna. Ecco subitamente una moltitudine miserabilissima di famiglie vien supplicando al fittuario generale di lavorare quel terreno. Ognuno offre patti migliori, ognuno cerca di soppiantare gli altri concorrenti. Imperocchè per loro si tratta di avere una capanna da ricoverarsi, un campo da lavorare, una speranza almeno di poterne ritrarre la sussistenza. Che importa se le condizioni sono dure, se il prezzo è strabocchevole? Ogni cosa è preferibile al non avere alcun mezzo di campare la vita. Io tralascio, o Signori, di descrivere gli effetti di questo sistema, sia nella ben regolata agricoltura, sia nella produzione, sia nell' ordine e nella moralità pubblica. Tralascio similmente di descrivere la miseria di quei fittaiuoli, perocchè questa materia è inesauribile, ed al fatto verrebbe meno ogni narrazione. Basti il dire che quasi tre milioni di uomini vi

MINGHETTI.

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