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in questa classificazione, così procedevasi per altro modo rispetto ad esse, e talune venivano tassate in ragione. del numero degli operai, degli strumenti di produzione, o di altri segni che indicassero l'entità dell' esercizio. Codesto era il diritto fisso. Il diritto proporzionale temperava e rettificava ciò che la tassa poteva avere di rigido, mediante una proporzione al fitto dei locali occupati sia ad uso di abitazione che del commercio o della industria esercitata.

Naturalmente lo Scialoia, volendo alla tassa d' esercizio e patenti sovrapporre un' altra tassa sull'entrata, escludeva dalla prima il diritto proporzionale, perchè esso ragguagliavasi troppo manifestamente ad un elemento estraneo; anzi il ragguaglio del valor locativo egli lo riserbava come temperamento alla tassa generale sull'entrata. Teneva dunque fermo il solo diritto fisso, e questo considerava come avente analogia grandissima colla fondiaria, inquantochè è reale, non personale, fondato sopra una media di entrata presunta in lunghezza di tempo, e non sulla entrata effettivamente ritratta ed annualmente denunciata, infine colpisce il prodotto lordo, senza deduzione di debiti. L'Autore insisteva sulle analogie fra la fondiaria e la tassa di esercizio. — Quando formate il catasto estimativo di una terra, diceva egli, che altro fate voi se non distinguerne le parcelle in qualità di cultura; vigna, prato, seminativo, oliveto e via dicendo, e queste poi suddividere in classi secondo la feracità loro, e infine applicarvi delle tariffe che sono diverse secondo la diversità dei luoghi?' — E più addentro penetrando, e assoggettando ad una sottile analisi i fenomeni della produzione e del reparto della ricchezza, faceva notare che quando s' investe il capitale ed il lavoro

• Vedi Nuova Antologia, maggio 1867.

in una data forma per servire alla produzione, e si destina una quantità dell' uno o dell' altro a produrre in quel tal luogo, in quel tal modo determinato che costituiscano quel tale podere, quel tale edificio, quella tale manifattura, quel tale stabilimento, quel tale negozio, ed anche quel tale banco o quel tale studio, si fonda un centro, un ganglio, un fuoco, se potessi così esprimermi, di produzione. Questi hanno un valore che nasce da certe determinazioni e limitazioni, le quali son più certe e più durevoli quando consistono nello spazio circoscritto, ma non cessano di avere una importanza ed una durata anche discreta se consistono in circostanze o in combinazioni di circostanze naturali o artificiali d'altra indole e di diversa specie:1 questo valore egli lo chiama di fondazione. Quindi avviene che nella vendita di una fabbrica, di un posto, di uno studio, v'ha una parte di capitale che rappresenta l'esercizio avviato, la frequenza dei clienti, e talvolta la limitazione. legale del numero, ed assicura al compratore che quel tale esercizio non scapiterà se esso saprà farlo fruttare. In questi casi, e soprattutto nell' ultimo, vendesi la proprietà di un esercizio come quella di un fondo, e sempre il prezzo di vendita è diminuito di un capitale corrispondente alla tassa fissa. Per codeste ragioni adunque lo Scialoia vorrebbe che accanto alla fondiaria sorgesse un tributo di esercizio, il quale tributo colpisse la fondazione produttiva delle industrie, del commercio, delle professioni e delle arti, divisa in gradi ed in classi secondo la natura e l'importanza dell' esercizio loro, come sono divise le terre sottoposte a fondiaria. Veramente codesto tributo d'esercizio, che fa riscontro alla fondiaria, deve essere piu leggiero di essa, primo perchè, se la industria agraria vien meno, pur rimane un suolo che ha un valore tanto mag1 Vedi Nuova Antologia, ottobre 1867.

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Allegato al secondo progetto di bilancio 1867.

giore quanta più è la sua attitudine a produrre, e il bisogno che se n'ha d'attorno; laddove se vien meno l'esercizio di un' industria, e le togli i capitali, nulla più le rimane: la fondazione va via coll' esercizio, il fondo resta e non va via colla sua coltivazione. In secondo luogo, perchè le tasse di registrazione e di bollo tendono a correggere l'apparente disuguaglianza fra la fondiaria ed un moderato tributo d'esercizio, imperocchè riescono in pratica più gravi a coloro che esercitano commerci ed industrie, a cagione del più rapido movimento dei loro capitali e dei loro prodotti. Su queste due tasse reali poi, cioè la fondiaria, sia urbana che rustica, e il tributo di esercizio, lo Scialoia soprappone una tassa generale sulla entrata; ma di ciò parleremo più oltre: fermiamoci per ora al tributo d' esercizio.

Comincio dal convenire che nel concetto è una parte di vero. Colui che con sottile analisi separa i varii elementi del profitto che dall' industria, dal commercio, dalle professioni si ritrae, trova che oltre il frutto del capitale circolante, oltre la mercede del lavoro impiegatovi, v'ha il compenso di una qualità speciale connessa col capitale fisso, che è ciò che lo Scialoia chiama fondazione, e che questa parte di profitto ha analogia colla rendita propriamente detta della terra. Se si potesse sceverarla dalle altre, classificarla, ordinarla per gradi, e tassarla separatamente, la tassa così formata farebbe riscontro in qualche guisa alla fondiaria formata coi catasti; e tanto più che sarebbe una imposta reale e non personale, immutabile per un certo spazio di tempo indipendentemente dall' entrata effettiva annua, non depurata da debiti o da altre passività.

Ma se dall' astrazione scientifica noi discendiamo alla storia e alla pratica, vedremo che non fu tale in generale l'idea che i legislatori si fecero della tassa di pa

tente, e che sarebbe arduo l' applicarla nella forma descritta. E innanzi tutto la tassa si ricongiunge storicamente alle corporazioni delle arti, quando ciascuno era tenuto a pagare certe collette che dagli ufficiali stessi delle corporazioni si riscuotevano. Poi colla libertà dell'industria, sciolte quelle corporazioni, era ovvio che il Governo pigliasse per sè, trasformandoli, quei proventi; ma in cotali trasformazioni il concetto che si presentò alla mente fu complesso, e mirava a colpire non già la così detta fondazione o avviamento del negozio, ma l'insieme dei benefizii che dall' industria, dai commerci, dalle professioni si ritraevano. Quindi l'importanza precipua che si diede sempre al valore locativo, quindi il diritto proporzionale che lo Scialoia vuole accuratamente fuorchiudere, quindi infine la ricerca di tutti gli indizii o sintomi non di una speciale qualità di fondazione, ma sì bene del profitto effettivo dell'arte: il novero dei soci nell'impresa, la quantità e la dimensione degli strumenti del lavoro, l'entità del capitale fisso e la sua proporzione col capitale circolante, il numero degli operai, l'estensione del traffico, e persino il tenor di vita del contribuente. Laonde Pellegrino Rossi chiama nettamente la imposta di patente un' imposta sui profitti, e il legislatore francese, secondo Parieu, la considera come una capitazione graduata sull'importanza presunta degli affari e dei benefizii.

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E noto che nella pratica applicazione la tassa offre moltissime difficoltà e grandissimi argomenti di querela. Si contestò prima di tutto la possibilità delle classificazioni. L'arte presa in se stessa non porge bastevole fondamento per argomentarne l'entità del guadagno. Un banchiere, un avvocato, talora guadagnano sottilmente,

Vol. IV, leçon 7.

Parieu, Traité des impôts, vol. I, lib. III. `

mentre si veggono arricchire friggitori e merciaiuoli. Eppure cotesti, sian pure nel primo grado dell' arte loro, pagheranno una tassa minima rispetto agli altri, poniamo che siano gli ultimi nella loro classe. E come mai la differenza dei luoghi può essa giustificare sufficientemente la differenza della tariffa? Non è egli frequente che in piccola terra si faccia un commercio lucrosissimo? E tutte le varietà che reca nell' industria l'abilità personale, e il rischio, e la fortuna, come si possono esse commisurare? So bene che lo Scialoia si scioglie da queste pastoie mercè la sua distinzione, separando cioè il valore di fondazione dall' entrata annua che altri può procacciarsi; ma se il diritto di patente risponde nella sua generalità molto imperfettamente alla fondazione, certo vi risponde in modo senza comparazione meno esatto di un buon catasto per la terra. È anche da notare che cotesta tassa è quella che più porge alimento a richiami ed a liti, ed in Francia la materia del contenzioso vien fornita dalle patenti in proporzione maggiore di quello sia da ogni altro tributo. Finalmente è da avvertire che il prodotto di siffatta tassa non può mai esser molto lauto. Lo Scialoia, prendendo a norma dei suoi calcoli le antiche provincie, ne deduce che la tassa patenti congegnata a suo modo, ed estesa a tutta Italia, avrebbe potuto rendere circa 13 milioni; ma, ciò facendo, detrae solo un quinto nel ragguaglio delle nuove colle antiche provincie.1 Ora io credo che la differenza di proporzione fra le condizioni economiche rispetto ai commerci e alle industrie nel settentrione e nel mezzodì della Penisola sia molto maggiore, e le denunzie della ricchezza mobile ne porgono valido argomento; per la qual cosa la stessa speranza dello Scialoia, comecchè modesta, forse non sarebbe appieno avverata.

'Scialoia, Allegato al secondo progetto di bilancio 1867..

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