Euclide geometra e Tolommeo, 142 Io non posso ritrar di tutti appieno; 145 Perocchè si mi caccia il lungo tema, Che molte volte al fatto il dir vien meno. La sesta compagnia in due si scema: 148 Per altra via mi mena il savio duca, Fuor della queta, nell'aura che trema; E vengo in parte, ove non è che luca. 1. 151 osì discesi del cerchio primaio Esamina le colpe nell'entrata, Giudica e manda, secondo che avvinghia. Dico, che quando l'anima mal nata Li vien dinanzi, tutta si confessa; E quel conoscitor delle peccata Vede qual loco d'inferno è da essa: Cignesi colla coda tante volte, Quantunque gradi vuol che giù sia messa. 10 Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: Vanno a vicenda ciascuna al giudizio; Disse Minos a me, quando mi vide, Non t'inganni l'ampiezza dell'entrare! E il duca mio a lui: Perchè pur gride? Non impedir lo suo fatale andare: Vuolsi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare. A farmisi sentire: or son venuto Io venni in loco d'ogni luce muto, 23 Che mugghia, come fa mar per tempesta, Quivi le strida, il compianto e il lamento, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Così quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena: 43 Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come 1 gru van cantando lor lai, Perch'io dissi: Maestro, chi son quelle La prima di color, di cui novelle 46 49 52 Tu vuoi saper, mi disse quegli allotta, A vizio di lussuria fu sì rotta, 55 Che libito fe' licito in sua legge, Per torre il biasmo, in che era condotta. Ell'è Semiramis, di cui si legge, 58 Che succedette a Nino, e fu sua sposa: Tenne la terra, che il Soldan corregge. Elena vidi, per cui tanto reo 61 64 Tempo si volse, e vidi il grande Achille, Che con amore al fine combatteo. Vidi Paris, Tristano; e più di mille 67 Ombre mostrommi e nominolle a dito, Che amor di nostra vita dipartille. Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito Nomar le donne antiche e i cavalieri, Parlerei a que' due, che insieme vanno, Ed egli a me: Vedrai, quando saranno Per quell'amor che i mena; e quei verranno, 70 72 76 Si tosto come il vento a noi li piega, O animal grazioso e benigno, Che visitando vai per l'aer perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno: Se fosse amico il re dell'universo, 91 Noi pregheremmo lui per la tua pace, Di quel che udire e che parlar ti piace 91 Mentrechè il vento, come fa, si tace. Che mi fu tolta, e il modo ancor m'offende. Amor, che a nullo amato amar perdona, 103 Mi prese del costui piacer sì forte, Che, come vedi, ancor non mi abbandona. Amor condusse noi ad una morte: 106 Caina attende chi vita ci spense. Queste parole da lor ci fur porte. Chinai 'l viso, e tanto il tenni basso, 109 |