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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 87 - 1 monte Tarpeio, canzon, vedrai un cavalier ch'Italia tutta onora, pensoso più d'altrui che di se stesso. Digli: Un che non ti vide ancor da presso se non come per fama uom s'innamora, dice che Roma ogni ora, con gli occhi di dolor bagnati e molli, ti chier mercé da tutti sette i colli.
Pagina 432 - ... l'uomo, fin che sta in questo mondo, è un infermo che si trova sur un letto scomodo più o meno, e vede intorno a sé altri letti, ben rifatti al di fuori, piani, a livello: e si figura che ci si deve star benone. Ma se gli riesce di cambiare, appena s'è accomodato nel nuovo, comincia, pigiando, a sentire, qui una lisca che lo punge, lì un bernoccolo che lo preme: siamo in somma, a un di presso, alla storia di prima.
Pagina 205 - Igitur his genus, aetas, eloquentia prope aequalia fuere; magnitudo animi par, item gloria, sed alia alii.
Pagina 133 - Mostrocci un' ombra dall' un canto sola, Dicendo: Colui fesse in grembo a Dio Lo cor che in sul Tamigi ancor si cola. i20 Poi vidi genti, che di fuor del rio * Tenean la testa ed ancor tutto il casso: E di costoro assai riconobb
Pagina 264 - Tanta m'entrava e si innocente ebbrezza. Oh ! chi mi leva in alto, e chi mi porta Tra quegli ameni, dilettosi, immensi Boscherecci teatri? Oh! chi mi posa Su que' verdi tappeti, entro que' foschi Solitarii ricoveri, nel grembo Di quelle valli ed a que
Pagina 53 - Orsi, Lupi, Leoni, Aquile e Serpi Ad una gran marmorea Colonna Fanno noia sovente, et a sè danno; Di costor piange quella gentil donna, Che t'ha chiamato a ciò che di lei sterpi Le male piante che fiorir non sanno. Passato è già più che '1 millesimo anno, • Che 'n lei mancar quell' anime leggiadre Che locata l'avean là dov' ell
Pagina 78 - Dio ch'arde oggi tutta, assai poche faville spegnendo," fien tranquille le voglie che si mostran si 'nfiammate: onde fien l'opre tue nel ciel laudate. Orsi, lupi, leoni, aquile e serpi" ad una gran marmorea colonna fanno noia sovente et a sé danno: di costor piange quella gentil donna" che t'à chiamato, a ciò che di lei sterpi le male piante che fiorir non sanno.
Pagina 326 - Sarasins, 30 si l'amena en ceste vile, si l'a levee et bautisie et faite sa fillole, si li donra un de ces jors un baceler qui du pain li gaaignera par honor : de ce n'as tu que faire. Et se tu...
Pagina 262 - SE lamentar augelli, o verdi fronde Mover soavemente a l'aura estiva, O roco mormorar di lucide onde S'ode d'una fiorita e fresca riva, Là Vio seggia d'amor pensoso, e scriva, Lei che '1 ciel ne mostrò, terra n'asconde, Veggio et odo et intendo, ch'ancor viva Di sì lontano a
Pagina 436 - Titone, uscito cicala dagli amplessi dell'Aurora! e felicissimi voi, uomini antichi, i quali, come la Grecia imaginò e raccontò il senno divino di Piatone, tutte le vostre vite spendeste dietro la voce delle Muse, e per la voce delle Muse tutto obliaste, anche l'alimento e l'amore, sin che gli dèi impietositi vi trasformarono in brune cicale. In Toscana e in Romagna le...