Estetica del performativo: una teoria del teatro e dell'arte

Copertina anteriore
Carocci, 2014 - 376 pagine
Con la performance art degli anni sessanta il concetto di arte e di rappresentazione teatrale si è trasformato profondamente. Dal teatro alle arti figurative, alla letteratura, l'arte non si manifesta più solo come opera riproducibile e tramandabile, da interpretare a livello puramente razionale, ma anche, e sempre più spesso, come evento vissuto nell'interazione corporea, emozionale e intellettuale tra artista e fruitore, produttore e consumatore, attore e spettatore. Erika Fischer Lichte raccoglie la sfida posta dall'arte moderna al pensiero estetico e propone una rifondazione dell'estetica teatrale, nella quale vengano superate le tradizionali dicotomie spirito/corpo, significante/significato, testo/rappresentazione teatrale, attore/personaggio e attore/spettatore. Se l'arte moderna non veicola più opere, ma esperienze che producono esperienze, il momento in cui questa esperienza si produce diventa centrale per la riflessione estetica, che viene ricondotta così al suo significato etimologico di "discorso sulla percezione".

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