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grido della guerra, e l'anno 1790 inaugurava i primi passi di quella memoranda impresa, che poi la marina de' suoi fratelli albanesi d'Idra e di Spezia doveva solo sostenere fino al trionfo (1). Mille e cinquecento combattevano coutro quindicimila; ma al numero suppliva il valore, e i Suliotti resistendo vinceano. Gli atti di eroismo dei Zavella, dei Bozzari e delle donne capitanate da Mosco e da Caido che quali nuove Amazzoni portavano lo spavento e la morte su i Turchi, son troppo celebri per ripeterli di vantaggio. E se ne' primi anni del secolo attuale caddero le regioni di Suli, caddero solo per opera del tradimento. Non si avvilirono però gli animi de' cittadini, che sparsi per la Grecia per la eptarchia Jonica ed altre parti di Europa, attendeano impazienti il tempo di gettarsi nelle loro montagne e rapirle al nemico. Furono sedici anni di vita raminga, ma di preparamento però a nuove grandi imprese. Era il 1820, e perchè la sollevazione ferveva dal Pindo alle Termopili, videro giunto omai il sospirato momento. Si raunarono tratto, formarono alleanza con Alì di Giannina 9 ed éccoli avanzati ad attaccar la Porta. Tutti i Cristiani della Tesprozia ebbero parte in quella confederazione, e un'armata di 3500 guerrieri seguiva il comando di Noti Bozzari, decisi di spezzare le proprie catene o morire. Uniti così negli animi, tennero consiglio a Suli il giorno 6 Febbraro 1821, e le risoluzioni furono, di servirsi dello stesso Ali per far trionfare la indipendenza, e di spargersi per la Grecia e scuotere i loro fratelli ed animarli, persuasi che stante quell' avviamento delle loro cose a destini novelli e prosperi, la morte di Ali lascerebbe preparato e sicuro in essi il trionfo della Croce.

(1) V. Adr. Balbi. Comp. di Geograf. e le altre Opere.

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In questi trent'anni di fatti guerrieri e di vicende de' popoli d'Epiro, i Greci benchè suscitati da mandatari esteri restarono sempre tranquilli, attendendo più maturità nelle cose. Nè avrebbero scossa per allora la indolenza, se nel 1821 gli Epiroti non avessero sollevato Patrasso e l'Arcadia. Propagato così il fuoco della rivolta, l'Ellade si vide subito tratta sull' armi. Scendeva a combatterla mandato dalla Porta Kurscid Bassà alla testa di 26009 uomini, e formava quartier generale a Giannina. Battaglie strepitose, fatti illustri resero famosa questa campagna dell' Epiro; Arta bloccata; rotte le comunicazioni tra Giannina e Prevesa. I Suliotti uniti ai loro nazionali armatolì Cristiani ed abitanti di Chimera, e soccorsi dalle forze della Grecia gettavano la disperazione nell'animo del Turco. Ed avrebbero continuato in questa carriera splendida di glorie non interrotte, se un immenso esercito Musulmano da una parte e dall'altra la ritratta di Alessandro Maurocordato non li avessero costretti a segnare una capitolazione, obbligandosi di abbandonar per la seconda volta la patria e ritirarsi nella vicina Isola di Cefalonia. Ciò avvenne nel mese di Settembre 1822. Ma nella capitolazione istessa aveano dichiarato che, quando che fosse il tempo, essi riserbavansi il dritto di riprendere le armi e collegarsi ai loro fratelli della Grecia. Il che eseguirono già senza frappor minimo indugio. I Greci combatteano la guerra dell' Acarnania e dell' Etolia, e in mezzo alla confusione sparsa nell'esercito loro pel tradimento di Varnakioti, Marco Bozzari alla testa di 600 prodi di Suli sosteneva il peso e gli sforzi delle schiere ottomane comandate da Rutscid Bassà e dall'albanese Omer Vriones. Intanto nel 1822. i due Epiroti Odisseo e Marco Bozzari erano i ge neralissimi dell' armata greca, nella regione orien

tale il primo, nella occidentale il secondo; ne'quali posti vennero confermati dalle assemblee orientali unite nel Gennaro del 1823. E se vogliamo scendere a ricordare altri fatti degli Albanesi di Epiro nelle guerre greche, diremo: non fu quasi battaglia non presidio, non assalto in cui non si trovassero anch'essi. Missolungi, Navarino, Eleusi, il Pireo, l'Acropoli di Atene risuonano del loro nome. Il campo di Carpenizzi da un pugno di questi prodi fu sorpreso nell' ora notturna e distrutto, mentre Marco Bozzari moriva in mezzo ai trofei

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della più ardita e memorabile impresa. Nauplia Salona, Psara li celebrano ne' loro fasti, e la memoria del Byron in Grecia ne richiama quella dei 500 Suliotti da lui assoldati per marciare all'assedio di Lepanto.

La guerra della Grecia dunque ha interessato non meno i discendenti di Temistocle che quelli di Pirro. La terra da' Cerauni alla estremità del Poloponneso era tutta un vulcano fervente. Dove sventolava la Croce tuonava il grido della indipendenza. L'Albania inferiore fu la prima ad alzar la bandiera della rivolta, quella a sostenerla fino all'ultimo sangue, e quella intanto si vide esclusa dal premio della rigenerazione e della libertà. Il Senato Ellenico quando si radunò a Corinto e divise la Grecia in cinque grandi eptarchie, nella occidentale avea già comprese anche le provincie epirote dell'Anfilochia, dell'Ata mania, della Selleide e della Cassiopia, come degne a formar parte del nuovo regno che risorgeva, subitocchè tante fatiche aveano sostenuto nell' ardito loro movimento. Tali stati formava la Grecia e li sosteneva col sangue, e già nel 1828 era sul punto di conquistar Prevesa; quando le tre potenze coalizzate le intimano di ritirarsi, perocchè il trattato di Londra del 6 Luglio disponeva

quella città e quelle regioni in favore dei Turchi. Per tal modo il solo valore delle tre grandi potenze Europee che guidavano gli affari di Grecia, fu quello che escluse dal nuovo regno l'Albania Inferiore. Si bramava far cessare la lotta sanguinosa e si ricorse al mezzo di conciliare le pretenzioni non meno de' Greci che de' Turchi. E l'isola di Candia non ebbe anch'essa la medesima sorte? Non offrì anch'essa i suoi figli e il suo sangue per unirsi alla Grecia ? Ma l'equilibrio Europeo n'ebbe le sue ragioni e queste furono sacre (1).

(1) Nel momento ci viene fra mani il seguente passaggio di La martine che conferma appicno le nostre osservazioni Nous pourrions ajouter qu'il ni a ni plume ni pinceau capables de rendre l'héroique dévoument de ses habitans, dans les derniers temps de la lutte, qu'ils ont soutenue plus que touts les autres, pour l'affranchissement de la Grèce.

CAPITOLO XVI.

Natura e principí grammaticali della Lingua degli Albanesi. Poesia popolare.

La lingua albanese attualmente si divide nello skipo o albanese proprio antico e nell'albanese misto. Il primo è composto dai dialetti de' Gueghi, de' Mirditi, de' Toski, de' Chami e de' Japy: il secondo dall' albanese grecizzato d'Epiro e dall'italoalbanese di Calabria e Sicilia (1). I tempi distruttori e modificatori delle umaue cose mescendo i popoli fra loro han variato in mezzo alle vicende anche i linguaggi: ma la natura però vi rimane sempre la stessa finchè durano i frantumi e quell'aria che è loro propria ed onde vanno distinti dagli altri. La lingua albanese è semplice espressiva imitativa poetica, e queste qualità nell'atto che servono a confirmarne la sua origine vetusta, per noi già dimostrata, la fan vedere capace eziandio della più regolare coltura e di quell'abbondanza e varietà percui risaltano la greca è la latina. Infatti, se la riguardiamo dalla parte de' suoni essa ne ha una quantità considerevole ; poichè alle lettere tutte della latina aggiunge anche le greche 8, 0, 3, x, yy yk, rx e la e muta e la g de' francesi, le quali lettere poi vengono contemperate da un'armonica e soave graduazione di tempo nelle vocali, ciò che invano si ricerca nelle lingue moderne. Per esempio, ad indicare l'ombra se vuolsi far uso del vocabolo determinato si dice xea con un tempo e mezzo, ma se viene ad usarsi l'indeterminato abbiamo yee con

(1) A. Balbi, Atlas Etnograph. du globe.

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