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la penna dei savi scrittori e l' acuta entratura dei pochi dotti siano da confondersi con la credenza universale di quelli che, rimestati pochi fatti scorti a precipizio, senza far caso delle origini e delle attinenze che li producono, creano da se stessi la storia ma poichè, parlando della Grecia, unendo tutto in un fascio, si è solito di dar poco o nulla agli altri popoli che procuraronle massima parte delle glorie, e molto per lo contrario di ciò che risguarda i vizi e i delitti esclusivi di essa, ei pare che il grido dei tempi voglia alfin reclamare i dritti di questi popoli nella storia, e che essi stessi vogliano pur una volta escire daile confuse memorie e mostrarsi nel pieno splendore, essendo per loro omai durissimo, dopo le illustri imprese e le opere magnanime, e dopo che la face della filosofia va rischiarando le età decorse, restar muti nella fama dei posteri.

Ecco il principio che mi strinse riandare la famosa antichità, notomizzarla nelle sue parti distinte, sceverando dalla storia de' Greci la storia de' popoli vicini. È in questi ultimi che io ritroverò un'altra nazione, quella che presso gl' Istorici antichi vien detta Pelasga, Epirotica, Macedone e qualche volta Illirica, e presso i moderni, nazione Albanese. È questa che io veggo tra le prime generazioni abitatrici di Europa, e sfolgorare per le armi di Filippo, di Alessandro, di Pirro, di Scanderbek, ec. Ne si prenda a scheruo tale mio assunto, chè non difficile e poggiato su congetture, ma chiaro e luminoso manifestasi sbucciato dai fatti e testimoniato dall'autorità de' più valenti e conosciuti scrittori; e i fatti e le autorità classiche sono sempre duri scogli a cui rompono le fantasticate proposizioni dei poco avveduti, o dei preoccupati da sistemi che vivono, sol perchè l'antichità li ha rispettati.

Nè vale ancora rilevare la vita del popolo Albanese riguardandolo unicamente nell'attuale sua caduta sotto il giogo barbaro degli Osmanli, oppuramente nei rami che stabiliti in colonie per terre diverse, non si versano più in quelle condizioni feconde, in cui l'uomo dotato di energici sentimenti e di un carattere fermo e risoluto, opera prodigi di valore e di virtù : imperocchè non è giusto dai fatti presenti argomentar de' passati, nè dalla fremente acquiescenza dell'AIbania alle tiranniche oppressioni del Turco, dedurre la sua incapacità di imitare la Grecia. Lo sa l'universo intero quale parte essa si abbia avuta nelle guerre sanguinose e ne' tratti di valore onde i risorti Ellèni ripristinarono la loro patria; e se fato avverso la respinse tra le proprie terre per continuare a nutrirsi del pane della schiavitù, ei si deve attribuir tutto a quelle combinazioni di fatalità, delle quali non si saprebbe addurre sufficiente motivo. Ricorderò le parole di Sallustio: fortuna signoreggia ogni popolo, ed a capriccio suo, non a ragione, lo illustra o l'oscura.

Ma anche nella sua caduta e nelle sue colonie la nazione Albanese ha di che menare considerevole vanto. Il carattere franco e risoluto e i forti costumi onde si fregia, sono doti bastevoli a farle vestire nella sfera delle genti una figura luminosa. Epperò discorrere anche questi tratti della sua vita, è necessità comandata dalla giustizia dell'opera; poichè così e non altrimenti si è nel caso di presentarla in un quadro per quanto puossi completo. E chi non conosce che dalla compitezza ed estensione de' fatt: si riesce a chiarire qual parte si abbia un popol negli annali del mondo, e quale gloria gli si con venga presso gli uomini estimatori delle grandi azion e delle virtù prodigiose?

La nazione Albanese non ha avuto scrittori, poichè applicata esclusivamente alle armi, non si trovò nella occasione di coltivar le lettere: quindi nessun nazionale, per quanto io mi sappia, si è occupato all'uopo in quella estensione che si desidera per una storia completa. I lavori del Rodotà, del Masci dello Skirò, del Crispi (1), non riguardaronla che in alcuni lati, e le notizie che ne offrono gli stranieri, come il Byron, l'Hobouse, il Malte-Brun, il Pou queville sono forse più scarse. Lungi io dall' arrogarmi il vanto di sopperire al difetto di sì conosciuti scrittori, l'unico vanto che mi attendo dal pubblico si è quello, di aver elevato un monumento alla mia patria, raccogliendo in uno ciò ch'essi hanno disse-. minato nelle pregevoli loro opere, con l'aggiunta di quanto mi è riuscito investigare in memorie estranee, tra viventi costumi e tradizioni nazionali.

La materia del libro esigerebbe più d'un volume e tediose lungherie storiche ed archeologiche; ma io non potendo a ciò riuscire, ho fatto alla meglio che ho potuto. È mio costume esser breve nelle cose lunghe, brevissimo nelle brevi. Io amo cennare e non discutere, e ne' punti degni ad essere discussi, addurre in modo semplice le ragioni e non protrarre all'infinito la loro estensione e il loro sviluppo.

(1) E. Bidera è un altro scrittore che tratta degli Albanesi, La sua opera è sotto i torchi: ma cgli non riguarda que'popoli che ne' loro rapporti con gli antichi Pelasgi.

CAPITOLO I.

Notizie geografiche dell' Albania antica e moderna.
Origine e significato della voce Albania.
Altri nomi che si danno agli Albanesi.

Per discorrer bene e nettamente i fatti di una nazione, è parte integrale dell' opera disaminarne la posizione geografica della sua terra, e il clima sotto cui vive. È l'una e l'altro sono in certo modo influenti su lo spirito dei popoli e vicende che lo accompagnano, quasi come gl' influssi della luna sull'innalzamento periodico delle maree. Non proseliti di Montesquieu, nè in tutto oppositori delle sue vedute, quale si mostrò David Hume, noi le apprezziamo per quanto valer possano sul cuore e sul pensare degli uomini, fidenti che negli estremi vi ha sempre un mezzo conciliativo delle divergenze. Galeno ha detto, che i costumi dell' animo seguono le potenze del corpo, e ciò è verissimo. Ippocrate ha detto ancora che, tutti i prodotti della terra seguono la natura della medesima. Connettendo questi due dogmi di fllos fia naturale, si concluderà dell' uomo ciò che rettamente si ferma per gli altri oggetti della natura; imperciocchè anche l'uomo ha la sua parte nell' armonia dell'universo fisico, e si pasce di quegli elementi che lo informano, come di essenza per la secreta riproduzione de' giorni suoi. E ciò è a dirsi non pure della vita morale, della sociale ancora. La filosofia ce lo avverte, lo conferma la storia perciò fin da ora protestiamo la necessità si confermarne l'interesse e valutarlo.

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Oltre a ciò, la conoscenza di un pacse importa assaissimo, quando i fatti della storia si leggono impressi profondamente sopra i suoi monti, i suoi la

ghi, i suoi fiumi, le sue pianure. Allora esso è un gran libro spiegato di memorie, e il consultarlo fia impegno doveroso e per risultamenti utilissimo.

e

L'Albania occupa presentemente quel tratto di paese della Turchia Europea, che confinato a settentrione dal monte Scardo o Prisrendi e dal fiume Drino, a mezzogiorno dal golfo d'Arta, a levante dalla Macedonia e Tessaglia, e dall' Adritico e Jonio a ponente, rapportandola alle posizioni antiche, comprende nella sua estensione una parte della Macedonia, una parte dell' Illiria e l'Epiro (1). Difatti, Illirico-Macedone era ne' vecchi tempi la contrada ove sorge Durazzo (2), fino ai Cerauui, l' Epiro mantiene ognora il prisco suo nome. sulta perciò chiaramente, che la nazione albanese nell'epoca prima della storia, veuia formata da genti di tutte e tre esse provincie, sendo che la denominazione di Albania, come vedremo, fu di tempi posteriori. Laonde parlando noi degli Albanesi delle età vetuste, comprenderemo sì gl'Illiri e i Macedoni che gli Epiroti, e parlandone de'moderni, gl'indicheremo indistintamente ora col nome di Albanesi, ora con l'altro di Epiroti.

Ri

(1) Aristotile (Meteor. 1. 14.) ed altri Scrittori dicono, che la Molosside nell' Epiro e la Tessaglia erano parti di una sola provincia. Io lo noto sul riguardo, che i dotti potranno forse ri levare qualche rapporto anche tra gli Albanesi e i Tessali.

(2) Dione Cassio dice: Durazzo un tempo sita fra i Partini Illiri, ed ora eziandio va compresa nella Macedonia. Cicer. pro Ligar, in Macedonia ad Gn. Pompei castra venit, quale accompamento era già sito presso Durazzo. — Scilace, in Periplo : l'Illiria si estendeva dalla Liburnia alla Caonia. Paus. in Messen. quindi gli Illiri che abitano sopra l'Epiro lungo il Jonio. Strab. Lib. 7. alcuni chiamano la Macedonia le regioni sino a Corfu.- Dion. Perlerg. de mar. adr. et jon. Illiricum circa terram volvitur usque ad jugum, montesque excelsos, quos Ceraunios V. anche Malte-Brun. Geograph. Lib. 118 e quanto si

vocant.

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dirà in prosieguo.

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