Immagini della pagina
PDF
ePub

queste. Del resto il darne precise formole e dimostrazioni (attesa la varietà e delicatezza degli elementi da assumersi) impossibile è.

III.

Non era ancora scoppiata la invasione de'popoli settentrionali, e già l'ingegno scrutatore avrebbe potuto scoprire nelle proprie lor sedi non incerte vestigia di associazione politico-militare. Alcuna parte almeno della nazione germanica si divideva in tribù ed in banda guerriera (1). Nella tribù ogni capofamiglia, signore e giudice supremo della sua casa, la rappresentava all'assemblea ; l'assemblea era la lega di tutti i capofamiglia: in questa lega era lo Stato. Ma gli obblighi di questa lega non eran fatti perpetui per virtù di veruna legge coercitiva: libero pressappoco a chiunque di uscirne e scegliersi altra tribù: niun potere centrale che costringesse, tranne il caso di istantanea necessità; ognuno infine arbitro di pigliarsi la sua parte di diritti e di doveri, oppure di rinunziare agli uni e agli altri. In questi termini la tribù sarebbe stata assolutamente un'associazione, se altri vincoli molto più forti non avesse aggiunto la natura co'parentadi, colla mutua consuetudine, co'molti stimoli d'interesse e di affezione.

La banda guerriera schiuse la strada alla invasione. Componevano la banda i forti di una o più tribù, che sotto un capo s'univano a vivere di guerra e di rapina. Lo spirito individuale di ventura spingeva costoro fuori della società: un comune bisogno

(1) Guizot, Hist. de la civilis. en France.

ed intento li restringeva in una associazione. Però era volontario l'entrarvi, volontario l'escirne. Bensi la volontà era vincolata dalla natura stessa della loro professione: perchè la guerra non istà senza moltitudine, nè la moltitudine senz'ordine, nè l'ordine senza disciplina. Sceglievasi per capo il più bravo, il più nobile, il più potente, il più atto ad avanzare la compagnia; fatta la scelta, era lecito tuttavia a chiunque di stargli o non istargli sotto: se non che ne'momenti di operare, la comune salvezza richiedeva che egli avesse potestà di farsi obbedire.

Con tali auspizii fu inaugurata la conquista dell'impero romano.

Continuarono nelle invasioni dipoi le vestigia dell'associazione politico-militare. Finchè i guadagni furono di cose mobili, divisersi secondo i gradi e le fatiche per generale consenso; ma quando s'ebbero conquistate provincie e regni, e si trattò di reggerle e goderle, la costituzione che lasciò a ciascuno la maggior libertà senza precipitare lo Stato, fu il feudalismo. Così di mano in mano che la Francia, la Normandia, l'Inghilterra, la Palestina, le Due Sicilie, l'impero d'Oriente furono soggiogati da venturieri, il sistema feudale vi sottentrò. Ora in questo sistema il capo supremo non era quasi altro, che centro o stendardo di tante signorie quanti cavalieri: il tribunale de' pari e il diritto di guerra privata stavano a sostegno della individuale libertà; e i diritti e i doveri erano fissi mediante un contratto. Certi riti d'omaggio e di investitura lo convalidavano; arbitraria rinunzia lo rompeva, appunto come rimandando al re di Francia il collare dell' Ordine di S. Michele, se ne usciva.

Volontarie obbligazioni stringevano adunque molti poteri, i quali erano vicini bensì e dipendenti, ma non per essenza: volontarie poi erano, sia perchè si potevano giurare o non, rompere o continuare; sia perchè si poteva dar loro una forma più o meno larga. Al postutto vi mancava quel potere costringitivo e perpetuo, nel quale consiste l'essenza della politica società; e ciò ne porterebbe a definire il feudalismo per una associazione politico-militare, se la sua durata, importanza e universalità non ci inducesse a pensarne più nobilmente. Pur ognun vede, quanto ampie fossero le basi che lo spirito d'associazione preparava a' proprii germogli !

Figlia del feudalismo fu la cavalleria. Non mai l'individuo era stato più segregato, più ozioso, meno capace d'incivilirsi, quanto allora che possedere e comandare era tutt'uno. Ciò non pertanto il bisogno di conversare e agire andava pur tratto tratto ricercando i vassalli negli inospiti loro recessi per sospingerli a'tornei, alle feste, alle spedizioni di Terrasanta. Nacque allora la cavalleria, come la instituzione più atta ad avvicinarli, e tutelarne le persone; cui nel difetto della pubblica forza od equità niun potere materiale avrebbe tutelato. Videsi verso il mille un unico e generoso esempio: proprii riti e segni e giuramenti abbracciare in una associazione la nobiltà guerriera d'Europa, e assoggettarne le ardenti voglie alle norme d'onore e cortesia. Volontario era l'entrare nella cavalleria; ma come la pubblica opinione era stimolo per farne accettare le leggi, così era anche di freno per farle obbedire. L'antica Germania aveva di ciò fornito la prima idea: le cro

ciate, estollendo gli animi oltre le private passioni e raffrontandoli in campi lontanissimi, balenaronvi entro massime di gentilezza, che il cristianesimo consacrò, e il comune soffrire e aiutarsi per magnanima causa stabili ed estese.

Dalle crociate e dalla cavalleria derivarono gli ordini religioso-militari. Già da quasi sei secoli aveva s. Benedetto raccolto sotto la sua regola i monaci dispersi, quando la voce di papa Urbano e di Pietro eremita risuonò per l'Europa. Gente, che stava sempre in guerra per non sapere far altro, accorse allora molto volontieri là, dove il combattere era pia e gloriosa intrapresa. Or quanti non furono, che trovandosi soli, senza conforto di affetti domestici, alla vista de' sacri luoghi si accesero del desiderio di spenderne al servigio ogni loro avanzo di vita e di averi! Una ugual brama li avea ravvicinati: un voto espresso nel più vivo del fervore li riunì; e quindinnanzi le austerità del monaco vennero accoppiate agli esercizii del guerriero.

Tale nacque quell'ordine, a cui l'isoletta di Malta ▲. 1020 porse ultimo ricetto e nome. Regnavano in Gerusalemme tuttavia i Califfi, quando alcuni mercatanti amalfitani vi fondavano un monastero con officine e stanze, dove i poveri pellegrini oppressi dagli stenti trovassero ricovero, cibo e compagnia di gente amica e religiosa. Poco stante al monastero venne aggiunta una casa per ospiziarvi eziandio le donne; più tardi vi si innalzò altresì uno spedale ad onore di s. Giovanni; e un frate Gherardo di Amalfi o di Avênes nell' Hainaut, com'altri vuole, sotto la regola di s. Benedetto, stette a capo d'ogni cosa. Bandironsi le

erociate i Franchi s'impadronirono della Palestina. Che ne avvenne? In altri tempi il pio luogo sarebbe stato riputato abbastanza al sicuro sotto il patrocinio del governo: nel secolo xi nol fu, se non sotto lo scudo d'una associazione armata. Sorse chi pensò di congiungere all'ufficio di ricoverare e di sollevare i pellegrini, quello di tenere colle armi sgombre le strade da'masnadieri e infedeli. Bentosto quest'obbligo venne A.1101 soprapposto ai primitivi voti di castità, povertà e obbedienza; e la novità del fatto, l'ardor religioso, l'universale talento di guerreggiare aggiungendo tuttodi nuovi spedalieri ed entrate, papa Pasquale II assegnò A.1113 all'ordine una forma a un tempo religiosa e militare. Quali mutazioni vi sopravvenissero dipoi, non è nostro istituto raccontare. Basti sapere, che odio e guerra immortale agli infedeli, e protezione affettuosa a'pellegrini furono per molti secoli obbligo e mestiere di quella compagnia di prodi, che contesero a palmo a palmo le sacre terre a' miscredenti, e bagnarono del proprio sangue successivamente Gerusalemme, Margat, Acri, Cipro, Rodi e Malta (1).

Ad esempio de' cavalieri di S. Giovanni molti altri ordini religioso-militari scaturirono. Chi pigliò impresa di custodire i poggi, donde si discopriva la Città santa e Betlemme; e l'ordine del monte Gioia appari (2): chi fece voto di povertà e continenza per la difesa della religione e pel servigio de❜soldati infermi raccolti in Acri sotto povere tende; e nacque l'ordine de'cavalieri Teutonici, che invocati poscia dal duca di Masovia propagarono i cattolici riti nella Prussia, (1) Paoli, Cod. diplom. del S. Ordine Gerosolim. (2) Héliot, Hist. des Ordres Monast. t. I. p. 279.

« IndietroContinua »