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zia (1); sicchè oramai tra uomo a cavallo e fante wè tal differenza qual tra padrone e servo. Di questa differenza è segno un vocabolo, le cui vicende siccome compendiano la storia della milizia del medio evo, così meritano di venir qui brevemente raccontate.

Milite era presso a' Romani l'uom libero, che guerreggiava in servigio della patria a piè o a cavallo. Comune essendo questo ufficio a tutti i cittadini, e il nerbo de' loro eserciti nella fanteria, la voce di milite s'oppose talora a quella d'equite per denotare il soldato a piè (2). Siccome poi il più sovente al poter militare s'aggiungeva il civile, la significazione del vocabolo venne estesa ad indicare l'esercizio di qualsiasi carica, eziandio civile; e quando, spenta la repubblica, la potestà suprema fu rappresentata sotto il titolo militare d'imperatore, e i nomi delle cariche del sacro palazzo pigliaronsi dalla milizia, milite fu appellato genericamente chi le esercitava, e milizia siffatti esercizii (3). Nel tempo stesso a quest'ultimo significato s'univa pur quello di fedeltà e dipendenza personale, propria di cotal servire cortegiano. Con questo duplice senso la voce passò nel linguaggio latino-barbarico, e si trova adoperata nelle storie del sesto secolo di Gregorio Turonense, e in una lettera di Sigismondo re di Borgogna all'imperatore Anastasio (4).

(1) Vedi sopra, p. 13.

(2) Tripartito milites equitesque in expeditionem misit. Cæs. B. G. V. 10. Milite atque equite... Liv. 22. 37, (3) Forcellini, Lexic. voc. Miles, Militia. (4) Ducange, voc. Miles.

In questo mezzo i beneficii militari andavano a gran passi radicandosi in Francia, e distendendosi per tutta Europa. Sorse l'uopo di un vocabolo atto ad esprimere la gemina idea di servigio militare e di personale divozione propria dell'omaggio feudale. S'offerse allora la parola milite, in sè abbracciante e l'una e l'altra significazione; e tosto milite fu denominato ogni uomo stretto verso un altro da obbligazione feudale (1). Era appunto da pochi lustri scomparsa la stirpe de' Carolingi. Quasi a ugual tempo succedevano le mutazioni accennate nella composizione degli eserciti, e la cavalleria non d'altri che di vassalli rimaneva composta. Milite chiamossi adunque altresì il guerriero a cavallo; perchè in quell'istante guerriero a cavallo e vassallo erano una sola cosa; poscia, non badando più che tanto all'origine della parola, la si adoperò sia per enunziare di colpo quelle due diverse significazioni, sia per denotare or l'una or l'altra separatamente.

Sulle rovine della feudalità si elevarono i Comuni : spenta la milizia feudale, altri elementi entrarono nella formazione degli eserciti; ciò non pertanto i feudatarii del contado sottomessi e obbligati a pigliare cittadinanza, continuarono ad essere il nerbo della cavalleria. Allora il nome di milite contrapposto alla voce di pedite di già spogliata dell'antica macchia di servitù, ottenne due significati, come due ne ottenne quest'ultima. Milite denotò e l'uomo a cavallo, e il nobile, il grande : pediti furono chiamati si i cittadini

(1) Rajmundus Aquitanorum princeps, pro minis mille se in militem dedit, fidemque ei juramento servaturum, affirmavit. Liutprand. Hist. V. 14.

guerreggianti a piè, sì i popolani, fra cui cotal fanteria. veniva descritta (1). Alla fine il sorgere della lingua volgare e delle compagnie di ventura lasciando a milite l'originaria impronta romana, confuse tutte quelle diverse significazioni e cancellò dagli usi dell'idioma parlato.

Ma non si restrinsero a questi soli i sensi attribuiti al vocabolo di milite. Un'altra instituzione, strettamente collegata al feudalismo, gli corrispose; ed esso ne segnò le vicende.

Dalle selve germaniche aveano i Barbari recato all'Europa meridionale il costume di fregiare in solenne assemblea delle armi i maschi uscenti dalla pubertà, e ascriverli in gran festa tra gli Arimanni. Quando la milizia a cavallo fu tutta feudale, il giovinetto nel ricevere il cingolo, veniva ammesso senz'altro ad esercitarla, e, giurato che avesse l'omaggio, entrava tosto nella possessione di que' feudi paterni, che fino allora erano stati retti a suo nome.

Per due vie adunque acquistava egli allora il titolo di milite, sia come guerriero a cavallo, sia come vassallo. Milite fu per conseguente appellato ogni cavaliero ornato del cingolo militare.

A quella cerimonia il tempo aggiunse importanza (1) Nonnullos milites et pedites... (Richard. de S. German. AA. 1229).— Cum magno exercitu militum et peditum. (Caffar. Ann. Gen. AA. 1140). In questi esempi il significato è puramente militare; ma è politico nel seguente passo del giuramento fatto nel 1190 dai Trivigiani ai conti da Camino... Et ita nos et nostri successores jurare debeant observare, et centum milites et ducentum pedites, quos elegeritis, jurare debeant ita observare.... (Verci, St. degli Ezelini, Doc. no 54); e vedi più sotto al cap. IV. § II.

e riti: la Chiesa li consacrò, l'opinione pubblica vi applicò certe norme, e sorse la cavalleria. Dapprincipio il venirvi ammesso non partoriva nobiltà, ma si l'indicava; avvegnachè niuno venisse decorato del cingolo, niuno venisse ascritto alla milizia a cavallo, se non se di stirpe feudale (1). Poscia, volendosi fregiare del cingolo uomini di più bassa origine, senza levar il pregio alla instituzione, si stabili che ad una col cingolo si conseguiva eziandio la nobiltà. Però il titolo di milite più non riunì le tre idee di soldato a cavallo, di vassallo, e di cavaliere; l'ultima sola colla prima gli furono attribuite: ma la cavalleria restò ancora un'istituzione militare. Finalmente altresì queste due idee vennero separate: ebbersi i militi di toga, i militi di lettere, i militi degli ordini cavallereschi: e della primitiva istituzione altro non rimasero che l'onore e le cerimonie (2).

H.

Verso il mille una nuova parola fú assunta a significare più rigorosamente l'essenza del vassallaggio. Quella antica di beneficio, come troppo generica e

(1) Quamquam pater suus miles non fuerit, et nostris constitutionibus caveatur, quod milites fieri nequeant qui de genere militum non nascuntur, ipse tamen de culminis nostri licéntia decorari valeat cingulo militari, mandamus. Petr. de Vineis, Epp. L. VI. c. 17.

(2) Ducange, Gloss. voc. Miles literatus etc. Alle diverse significazioni di Miles corrispondono altrettante di Militia. Queste sono le principali notate nel Glossario Militia Ordo vel dignitas militaris - Feudum militis seu feudum lorica

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Equitatus

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Census vel præstatio pro ser

vitio militari.

disinteressata, mal poteva esprimere questa specie di contratto, per cui il servigio militare, la personale fedeltà e alcune prestazioni venivano compensate col godimento di terre od entrate diverse (1). La lingua teotisca forni il vocabolo denotante soldo o possessione di soldo, che dopo alquante titubazioni s'arrestò nella voce feudo (2). Gosì l'idea di naturale obbedienza al sovrano venne come sbandita: tanto si obbediva, quanto ne voleva la ricompensa pattuita: rinunciandosi al soldo, cessava l'obbligo.

Questo passaggio adunque s'era operato nella milizia dalla invasione barbarica al sistema feudale; che prima s'obbediva e serviva per dovere e senza restrizioni; or s'obbediva per utile e patti. Nè mai la nazione erasi mostrata più divisa, nè mai l'indipendenza personale tanto depressa a un tempo ed elevata tanto. Il re non aveva altri sudditi, altre entrate dirette, che quelle proprie del suo dominio; cento specie di contratti diversi per una scala tortuosa di dipendenze legavano al trono mille vassalli e retrovassalli; una rete intralciatissima di dritti e d'obblighi vicendevoli si distendeva su tutto lo Stato, e ravvol

(1) Feudum est jus in prædio alieno, in perpetuum utendi, et fruendi quod pro beneficio dominus dat ea lege, ut qui accipit sibi fidem et militiæ munus aliudve servitium exhibeat. Cujac. ad lib. feud.

(2) Dalla voce fe o feh (soldo, ricompensa), oppure dal composto fe-od (possessione di soldo), si dedussero feu, fedium, fedum, fegum, feodum, fevis, fevium, fevodus, fevum, feum, feus, fivum, feium, feudum. Si chiamò poi feudo anche lo stipendio che i Comuni assegnavano ai podestà, capitani del popolo ed altri loro ministri... Certum feudum seu soldum per diem.... assignetur... Savioli, Ann. Bologn. doc. 687, 617.

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