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vansi in piccoli poderi detti mansi, abitati da una o più famiglie di condizione più o meno servile. Secondo il peso della dipendenza, vario da provincia a provincia e da podere a podere, e secondo la qualità del padrone, diversi nomi attribuivansi a'mansi. Eranvi i dominicali, i capitali, i regali, que' della camera, gli ecclesiastici, i carroperarii, i tributarii, i tagliabili, i manoperarii: eranvi ancora gl' ingenuili coltivati da liberi. Componevasi il manso d'un casolare e di qualche iugero di terra attorno. Chi il coltivava solitamente non era affatto nè schiavo nè libero. Pagando certo tributo in frutti del suolo, in polli, uova, denaro e prestazioni personali, godeva le entrate del podere; ma il peculio da lui ammassato apparteneva al padrone.

Del resto tal' era la condizione degli uomini di masnada, che ned eglino avesser potestà d'allontanarsene e cangiar podere o signore, nè questi di mutarneli per vendita o cambio. Una era la sorte loro col manso: insieme col manso cedevansi, insieme col manso comperavansi; là dove eran sepolte le ossa de' padri seppellivansi quelle de' nipoti; e la zolla che il genitore aveva smosso per tutta sua vita, smoveano altresì per tutta la lor vita i figliuoli, quantunque nati da madre libera. S'aggiunga che senza il permesso del padrone non potean mallevare per altri; nè, come servi, venivano eglino costretti alle collette od altri pubblici aggravii. Volendoli ridurre in libertà, il padrone li manometteva per pubblico scritto, o personalmente presentandoli ad un altare sacrato, o consegnandoli in un quadrivio a un altro, e questi a un terzo, e così fino a una quarta per

sona (1). Pure non era ad essi vietato succedere per testamento o naturale diritto, nè ricevere a coltura altre terre da un secondo signore con licenza del primo.

Su cotesti uomini di manso o masnada fu dalla nobiltà rurale fondata la parte più certa di sua potenza. Molti erano i gentiluomini, a cui la ristrettezza del proprio dominio negava di costituir de' retro-feudi; poi, quand'anche li avessero costituiti, sapevano di non poterséne giovare se non se in certi tempi e condizioni. Facea adunque mestieri stabilir più davvicino le vere fondamenta della signoria. Ecco perciò i più svelti e fedeli uomini di masnada fatti liberi ed elevati dalla zappa alla spada; e chi di loro rimaner a guardia del castello, e chi come soldato a piè seguitar il signore alla spedizione, alla scorreria, al reggimento de' Comuni alleati. D'uomini siffatti, ne'quali divozione di servo, gratitudine d'ingenuo, dovere di soldato mirabilmente s'univano per renderli umili ad ogni cenno, pronti ad ogni pericolo, si compose nel medio evo la famiglia armata del signore feudale. Masnada fu detta, attesa l'origine (2); uom di masnada o masnadiere chi vi militava.

Poco stante (ed erasi omai a'primordii dell'idioma volgare), dal costume proprio a'masnadieri di guerreggiare a piè, se ne estese il nome a significare in genere ogni fante buono o cattivo (3). Più tardi il mal (1) Verci, St. degli Ezelini, doc. 90. 103. 132. 205. 209. 277. Ducange, Gloss. voc. Mansus. Murat., Antiq. M. ævi, diss. XIV. -Poliptyc. Monast. Fossat, doc. 12 (ap. Baluz. Cap. t. II. p. 1387).

(2) Vedi la Crusca.

(3) «Vi mandò duecento de'migliori masnadieri, che fossero in santa Maria a Monte ». G. Vill.

procedere delle fanterie raccogliticcie del medio evo/ fu cagione che si corrompesse ancora il vocabolo di masnadiere a denotare il bandito che assalta in brigata (1). Talora masnada suonò più nobilmente per schiera d'uomini armati (2); ma ancor adesso nella ribalderia del suo significato ricorda le vio- / lenze di que'signori del contado, che la toglievano dalla gleba, e armata ed agguerrita la conduceano seco loro al sangue e alla rapina. Del manso e di chi lo coltivava restarono traccie nelle voci di maniere e massaio, e in quella di manente, tuttavia adoperata nella Liguria e nel Piemonte ad indicare il mezzaiuolo di alcun podere (5).

Del resto quanta parte quelle masnade armate abbiano avuto nelle vicende de'Comuni italiani, vedrassi fra breve. Per ora basti avvertire (e il lettore se ne ricordi), che da coteste castella, da cotesti feudi rurali usci quella nobiltà, che dapprima militando a cavallo fu principale difesa delle italiane repubbliche; poi le smembrò colle sue gare; quindi le sottomise e tiranneggiò mediante l'ufficio di podestà e di capitano; ed alla fine ricomparve in campo sotto le spoglie dei condottieri di ventura.

Da quelle castella uscirono pure le crociate, la cavalleria, i tornei, le regole del duello. Dovremo noi

(1)« Mercatanti parevano, ed erano masnadieri ed uomini di malvagia vita ». Boccac. Nov.

(2) In una bolla del 1231 di Gregorio IX: Si contigerit eos exercitum vel maşnadam facere.... Omnes milites Communis cum masnatis de equo... Chr. Parmens. p. 863 (R. I. S. t. IX).

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(3) Nel dialetto piemontese usasi eziandio il sostantivo mansoë nell'ugual significazione del mansoerius riportata dal Ducange, Gloss.

farne parola? Affrettiamoci a confessare che tutte queste instituzioni sortirono assai meno durata e importanza in Italia che altrove, per quelle ragioni medesime, per le quali la civiltà italica espressa nel risorgimento de'Comuni precesse di qualche secolo quella delle altre nazioni.

VII.

La feudalità, che fu come arco a congiungere le instituzioni barbariche alle moderne, ebbe pur ella modi suoi peculiari di guerreggiare; essendo che la guerra sia una calamità sociale, epperciò sen mutino i modi con esso le condizioni dell'umana famiglia.

Andando a lontana impresa, usciva il signore dal suo castello, seguito da alquanti sergenti ed arcieri, altri a cavallo, altri a piè, e da'retro-vassalli, muniti di grosse armi e di arnesi di piastra pesantissimi. La scara e la masnada rimanevano a guardia delle terre. Il signore, dove il grado gliel comportava, sventolava propria bandiera o pennone, e mandava grido di guerra obbedito da' suffeudatarii. Per viaggio insino al luogo del convegno denari, amicizie e rapine somministravano il fodero. Al campo imperiale fornivanlo città e vassalli. Tenevan dietro agli eserciti bene istrutti tende impiastricciate di bitume, e moltitudine di capre e bestiami (1). Non uscivasi a campo prima del maggio, non protraevasi la guerra oltre l'ottobre (2).

La spedizione si limitava solitamente a guasti o (1) Gaufr. Malaterr. IV. 26 (R. L. S. t. V).

(2) Hoc ad bella solent procedere tempore reges. Guilelm. Apul. L. I (R. I. S. t. V).

assedii: rade volte si veniva a giornata. La battaglia offrivasi e accettavasi a guisa di privatá tenzone. Prima che se ne desse il segno, gli uomini d'arme e le bandiere si schieravano in una linea : alle spalle i sergenti e valletti; davanti od a' lati per cominciar l'attacco gli arcieri e balestrieri. La restante minutaglia a piè come cosa dappoco, raggruppavasi un po' discosto a custodire i padiglioni, e spiare il momento in cui vittoria o sconfitta la chiamasse a preda o a fuga. Ritiratisi' gli arcieri dallo scaramucciare, avanzavansi i cavalli in ordine parallelo, stantechè l'obliquo per la natura di quelle armi fosse, non che insolito, vano. Al primo urto succedeva la mischia e una serie di singolari duelli. Quindi accorrevano ad aiutar la prima schiera una seconda e terza; i satelliti porgean l'arme a' padroni, levavanli da terra, rimettevanli a cavallo. Alla fine la bravura e la sorte risolvevano il furibondo conflitto (1).

Il sistema feudale aveva moltiplicato le fortezze, accresciuto i mezzi alla difesa e toltili alla offesa. Alla fanteria, la cui potenza sta nell'ordine, nella disciplina e nel calcolo, era prevalsa una cavalleria tumultuaria e indocile, ch'oggi veniva, domani riceveva lo scambio. Di quanto impedimento tutto ciò fosse per essere ai faticosi risultati delle oppugnazioni a ognuno è chiaro. Per l'opposto, siccome il dominio del vassallo riduceasi sovente al suo castello, non è a dire con quanta cura ei s'industriasse a ripararlo contro i soprusi de'vicini, le ambizioni de' potenti, le gare continue degli eguali. Quanto alla difesa delle città, molte serbavano tut

(1) Rocquancourt, Hist. milit., t. I. 279.

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