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Normanni aprivasi il campo a più grandi e faticose intraprese.

V.

Altavilla, romito castello del Cotentin al fondo della fresca valle irrigata dalla Cava, avea veduto nascere dal buon Tancredi e dalle due sue mogli Muriella e Frasenda numerosa schiera di forti garzoni. Serlone, il primogenito, colpevole d'omicidio, s'aggirava in esiglio in Inghilterra, quando sopravvenne guerra in Normandia. Vola egli allora all'assedio di Tillières, v'atterra in singolar tenzone terribile avversario, e ne ha in premio ricchezze e onori alla corte del A. 1030 duca (1). Lo spettacolo di queste ricompense accese -1038 d'emulazione Guglielmo, Drogone e Umfredo, i tre fratelli, che per età venivan dopo a Serlone. D'altra parte la magione paterna era ormai troppo piccola per contenerli tutti; e correva appunto il tempo, in cui Rainolfo elevato alla signoria d'Aversa invitava tutta la Normandia a partecipare delle sue fatiche e della sua fortuna. Unitisi adunque ad alquanti amici, colle bisaccie in ispalla, col bordone in mano, i figliuoli di Tancredi rivolsero i passi verso il regno di Napoli.

Nel lungo e disastroso viaggio, or l'elemosina da pellegrino, or la rapina da masnadiero, or la paga da soldato, nutrì la fida schiera. Tosto arrivati servirono Capua contro Salerno, poi Salerno contro Capua, finchè entrambe le città non vennero ristrette sotto il freno di Guaimaro Iv. Ma in principi, che

(1) Gauttier cit. L. I. ch. 4.

affidano il proprio incremento a mercenarii, allora appunto incomincia insieme col pericolo l'interno sospetto, quando la disfatta de' nemici esterni sembra compiuta. Scorgeva Guaimaro lo Stato in balia di pericolosi alleati, terminata la guerra, scadute le paghe, imminente il tempo d'attendere le promesse fatte loro: scorgeva dall'altra parte vuoto l'erario, stanco il popolo, distrutte le campagne: però il compensare debitamente i Normanni impossibile, il licenziarli alla recisa pericolosissimo; sicchè tra tema ed avarizia sarebbesi trovato a gravi partiti, se quasi inaspettatamente non gli fosse nata favorevole occasione di allontanarli, non solo senza infranger l'amicizia, ma raddoppiandola. Giunsergli legati da Costantinopoli a supplicarlo di cedere per alcun tempo A. 1010 all' impero greco il braccio de' forti guerrieri, perchè servisse a riconquistare la Sicilia. Se Guaimaro abbracciasse di buon grado questa proposta non è a dire: nè le istanze degli oratori bisantini appoggiate dalle molte lusinghe del principe di Salerno parvero da rifiutarsi a guerrieri avidi di ventura e denaro. Indi a pochi di 300 uomini a cavallo guidati da Guglielmo d'Altavilla raggiunsero l'esercito raccolto da' Greci per quella spedizione; e bentosto Messina presa, i Saraceni vinti in campale giornata, Siraeusa costretta a capitolare per fame, furono i frutti del valore normanno (1).

Ma a questi frutti corrispondevano troppo male le ricompense: delle spoglie di 15 città, del bottino raccolto ne' campi di Rometta non la più piccola

(1) Gaufr, Malaterr, Hist, Sic. L, I. c. 4-7, 40 (R. I, S. t. V).

parte era stata distribuita a chi ne avea avuta una così grande alla fatica. Guglielmo istesso s'era come veduto escluso dalle mura di Siracusa, sotto le quali, avendo passato fuor fuora d'una stupenda lanciata l'emiro sortito a combattere, erasi pure acquistato il nome di Braccio di ferro. Però le ire erano cresciute alla giornata ne' bollenti animi de' venturieri Normanni, e insiem colle ire un dispregio ineffabile verso quest'impero orientale, verso questi Greci millantatori poltroni, e certa cupidigia d'acquisto, che pareva aspettar solo un'occasione per iscoppiare: volle il destino chiamare un Italiano a suscitarla e volgerla a rovina de' Bisantini.

Era fra' costoro stipendiarii un Ardoino, già vassallo dell'arcivescovo di Milano, ed ora stante le discordie della patria esule con molti amici, e costretto a stentare il pane del venturiero. Costui, essendo stato ignominiosamente punito per motivo di certa sua querela col general greco, pensò vendetta da ingrandirne chi la tentasse (1). Chiusosi però in petto tutto lo sdegno, frena l'impeto de' Normanni, vestesi a festa, e quasi che la pena ricevuta sia stata a debito castigo, va passeggiando per gli alloggiamenti. Stupiva il campo, stupiva l'istesso generale della maravigliosa mutazione; e già questi, paragonando a' presenti gli antichi modi del guerriero lombardo, applaudivasi in

(1) Aveva Ardoino predato su' nemici un generoso destriero. Il general greco lo pretese per sè: Ardoino il negò: quindi la lite inviperissi di sorta, che il generale gli fè condur via il cavallo, e lo condannò a esser frustato nudo per tutto il campo. Guil. Apuli. Hist. poema, I. 256. — L'Yst. de li Norm. II. 14. Gaufr. Malat. cit. I. 8. - Leo Ostiens. Chr. II. 67. Gauttier cit. L. I. ch. 5.

segreto del proprio rigore; quand' ecco inaspettata novella sopraggiungergli:-i Normanni aver di notte abbandonato gli alloggiamenti, Ardoino esserne duce, e col favore d'un salvocondotto astutamente carpito, già essere in punto di passar lo stretto e rovesciarsi sulla Puglia.

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Invano il capitano greco si sforzò d'impedire il viaggio a' fuggenti: Ardoino, sbarcato appena in Italia, corre in Aversa da Rainolfo Drengot, e rappresentatagli l'ignavia e la scelleraggine bisantina, ne istiga lo sdegno, ne stimola l'ambizione. Pochi mercenarii russi e varangi (1) far mostra di difendere contrade per ogni lato aperte, in sè divise e ritrose a quel giogo: conoscer ben lui e i suoi compagni, conoscer per pratica le vie più nascose, i modi più certi, onde ferire il cuore di quella mole d'impero obbrobriosa; non mancar amici tra le squadre ostili; amico poi essere tutto il popolo bramoso di novità. A che altre ragioni? La Puglia sta premio al più audace.

A queste parole Rainolfo non ebbe indugi da opporre; e senza più, messi insieme 500 fanti e 700 cavalli, uomini a dir vero male in arnese ma esperti

(1) Con questo nome appellavansi i mercenarii più fidi degli imperatori greci. Provenivano dalla Scandinavia. Portavano lunghi capegli, azza d'arme in ispalla. Vegliavano í sonni dell'imperatore, custodivano le chiavi della città, dove questi dimorava, e quelle del pubblico erario. Quando Guglielmo il conquistatore s'impadroni dell'Inghilterra, molti nativi, abbandonata l'isola, si rifuggirono a Costantinopoli e presero soldo tra' Varangi, con esempio imitato poi da altri loro compaesani. V. Thierry, Hist. de la Conquête, t. III. 30. 248; t. II. 127. - Gaufr. Malat. III. 17,

`e risoluti, li distribuisce in 12 schiere, deputa a ciascuna un capo, e prefiggendo ad Ardoino metà di tutto che siasi per acquistare, dà cominciamento all'ardita intrapresa. Ecco adunque i Normanni, già devoti pellegrini, poscia guerrieri di ventura a soldo, pigliare ora l'aspetto di conquistatori, e romper guerra all'impero d'Oriente !

Ma affinchè i principi vicini avessero motivo di favorirli, e il loro vantaggio venisse desiderato da'popoli come proprio, tutti insieme concessero il titolo del comando dapprima ad Atenolfo, fratello del signore di Benevento, dipoi (posto da banda Atenólfo per causa di certi dissapori) ad Argivo, figliuolo di Melo, l'antico loro confederato. Sotto cotesti capi impertanto Guglielmo, Umfredo e Drogone d'Altavilla occuparono quasi senza contrasto Melfi, Venosa, Ascoli e Lavello, vinsero i Greci sull'Olivento, li rivinsero presso l'Aufido, li sbaragliarono la terza volta al Monte Peloso; e, trovando favore nelle altrui discordie, parte della Puglia assoggettaronsi affatto, parte costrinsero a tributo. Al rumore di tanta fortuna nuovi guerrieri accorsero in frotta dalla Italia, dalla Normandia, da tutta la Francia: nè senza meraviglia avresti allora veduto il concitato abbracciarsi de' vecchi e nuovi commilitoni, e il tumultuario rinnovar delle conoscenze, e il presto distribuire a' venienti di terre, armi, prede, promesse e incumbenze. Pur quanto più si donava (esclama un cronista), tanto più ne avanzava, stante il moltiplicar delle forze: talchè se il canuto Tancredi ritiene tuttavia nella deserta Altavilla gli ultimi due nati, a stento e lor malgrado li ritiene, e solo a patto che

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