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audace tentativo, continuato tra gravi inciampi per bene otto anni (1) con costanza, che forse taluno avrà riputato ignavia.

Però la varietà appunto di cosiffatti elementi, che costituiva la non minore difficoltà dell'opera presente, ne dovrebbe, a nostro parere, rendere non affatto sgradevole la lettura: avvegnachè qui e l'uomo e le cose ti si possano mostrare e nello splendore della loro pubblicità, allorachè la storia politica se ne impadronisce, e nel quasi oscuro spuntare e crescere loro, in que'solitarii sforzi che la storia politica nel suo corso grandioso si lascia addietro, e che pur sono i più essenziali documenti alla storia dell'uman genere. Perchè alla fine mutansi le generazioni e gli imperii; agli oppressi altri oppressi, agli oppressori altri oppressori succedono; a' presenti modi di guerra

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(1) Sul principio del 1836 la R. Accademia delle scienze aveva proposto per argomento a premio: « Dell'origine, dei progressi e delle principali fazioni delle compagnie di ven<«< tura in Italia sino alla morte di Giovanni de' Medici capitano << delle Bande Nere, e qual parte esse abbiano avuta al rior« dinamento della milizia italiana ». Nel gennaio 1838 fu decretato il premio al lavoro da noi spedito sotto l'epigrafe. «Sì << mi caccia il lungo tema, Che molte volte al fatto il dir vien « meno ». L'opera così premiata conteneva puramente la storia delle compagnie di ventura, ossia della milizia in Italia nel XIV e XV secolo. Noi spendemmo i sei anni seguenti nello aggiugnervi la prima e l'ultima parte. Mediante questa aggiunta le nostre ricerche vennero a comprendere le vicende generali della milizia in Italia dal VI al XVIII secolo.

altri più sottili e terribili sottentreranno; ma i rudimenti delle passioni e della operosità umana sempre i medesimi si rimangono, e l'una schiatta della seguente è specchio.

Qui accadrà pertanto al leggitore di trascorrere dalle grandi battaglie, da'famosi assedii agli onesti ozii del Colleoni, all'affannosa agonia di fra Moriale; dagli ordinamenti delle milizie fiorentine, da'patti di condotta de'venturieri agli arrischiati intenti dell' Alviano, alle cupe esecuzioni del Valentino; e qui la prima infanzia di Giovanni de' Medici, l'angoscioso tramonto del Triulzio, le splendidezze di Federico da Montefeltro, si intreccieranno a'curiosi primordii di Braccio e di Sforza, alle fatiche dei Piccinini, alla condanna del Carmagnola, alle fazioni degli Almovari in Oriente, alle imprese degli Armagnacchi e delle Compagnie bianche in Francia e Spagna: e qui tu vedrai e come si formassero quelle fanterie svizzere che rapirono alla cavalleria il pregio delle armi, e quale fosse la costituzione militare di que' Tedeschi, Spagnuoli e Francesi che straziarono l'Italia al cadere delle compagnie, e, cadute queste, quali milizie succedessero ad esse, e quali vestigia se ne conservassero. E vedrai un condottiero assidersi sul maggior trono dell'alta Italia, ed altri capitani spartirsi a forza gli Stati della Chiesa, ed altri unirsi insieme per cambiare le sorti del reame di Napoli; e questo liberare

l'Italia dagli stranieri, e quello due secoli dopo sforzarsi a non dissimile impresa. Vedransi le mutazioni introdotte nella milizia da cotesti capitani di ventura: l'artiglieria leggiera ne' fatti d'arme, i primi indizii delle bombe, molte parti della nuova fortificazione, gli archibugieri a cavallo, gli archibugieri a piè: finalmente, quando già le compagnie sono tramontate, mirerassi lo spirito medesimo di ventura fecondare le azioni degli Italiani lontano dalla loro patria, l'eroismo de' volontarii alla vittoria di Lepanto, le nobili difese di Rodi e di Cipro, i principali trovati della nuova architettura militare, le strane vicende o le rare gesta del rinnegato Occhialy, del capitan Polino, di Giulio Mazarino, di Raimondo Montecuccoli, di Muzio Oddi, di Ambrogio Spinola, di Andrea Doria, di Francesco Paciotto, di Luigi Ferdinando Marsigli; e qui dar luogo a'rei disegni dello Sciarra, del Folco, del Piccolomini, e mantenere gli scherani delle castella feudali, e colà aprire il cammino d'Europa a musici ed istrioni.

Quanto a noi, persuasi come siamo che il più nobile ufficio dopo l'operare sia quello d'istruire colla voce e cogli scritti, ci riputeremmo abbastanza compensati della lunga fatica, dove la vedessimo riuscire a qualche vantaggio della patria nostra. Con questo intendimento lavorammo, non ostante i gravi scoramenti, e la mal ferma salute, e mille altri ostacoli; con questo intendimento

lavoreremo, seppure la fortuna non ci volesse chiudere ancora questa via di esercitare le poche forze dateci dalla natura. Che se tal fosse il volere di quella, ricordisi questa patria nostra, al cui incremento abbiamo sempre anelato di esporre tutto noi stessi, che v'ha sovente tal complicazione di casi e di tempi, per cui alcuni uomini non possono di sè manifestare al mondo che una piccola parte.

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Costituzione militare de' Longobardi e de' Franchi. Origine de' feudi.

A. 568-888.

I. Costituzione militare de'Longobardi

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II. Presso de' Longobardi non esistono feudi. Quali cose vi accennino. Il Gasindato. Gli onori.-La milizia a cavallo cresce di pregio III. Costituzione militare de' Franchi. Leggi dell' Eribanno. Editto di Ludovico II per la promozione dell'eser

cito..

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pag. 8

pag. 12

IV. L'essenza della feudalità è la disunione e lo spopolamento. Come venisse compiuta la conquista de'Franchi. -Instituzione de' beneficii semplici. I ministerii. Gli onori.- O Mutazioni succedute a'beneficii nella confusione dello Stato. I Vassi. I Vassalli. Le immunità. I Maestri di Palazzo.-Le cause che in Francia fomentavano l'instituzione de'beneficii non esistevano in Italia

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pag. 18 V. Carlomagno introduce i beneficii militari in Italia. Ne favorisce l'incremento. S'infeudano gli onori. Le esenzioni. -Motivi per cui la popolazione de'liberi indipendenti sminuisce, e innalzansi ognor più i grandi Vassalli. Carlo il Calvo rende ereditarii gli onori

e i beneficii.

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