DOCUMENTI E ILLUSTRAZIONI AL SECONDO VOLUME. B) Divisione delle prede NOTA VIII. NOTA IX. NOTA Codice degli stipendiarii della re- A) Contratto simile dell'A. 1382. X. A) La divisione dei soldi e come si dee NOTA XI. B) Divisione dei soldi secondo le di- NOTA XII. A) Ricompense militari. 315 329 333 334 Tariffa delle multe. A. 1368 C) Castighi militari . NOTA XIII. NOTA XIV. NOTA XV. Assoldamenti dei capitani generali. Diverse specie di assoldamenti A) Sulle raccomandigie Contratto d'assoldamento tra Genova e Facino Cane, A. 1395. 344 LE COMPAGNIE STRANIERE CAPITOLO PRIMO I mercenarii Tedeschi. A. 1311-1327. UGUCCIONE CASTRUCCIO - CANGRANDE I. Verso il 1311 i mercenarii sono adoperati generalmente dai Comuni e dai Principi d' Italia. E perchè, e come. II. Ultimi sforzi delle milizie cittadine a Firenze. - Guerra con Enrico VII. Qualità e innalzamento di Uguccione dalla Faggiuola. Guerra con lui. Sconfitta a Montecatini. III. Vicende ed esaltazione di Castruccio. Sua politica. Guerra de' Fiorentini con esso lui. Sconfitta ad Altopascio, la Repubblica si getta in braccio ai mercenarii. IV. Ultimi sforzi delle milizie cittadine in Padova. Guerra con Cangrande. Sfortunata impresa contro Vicenza. Discordie interiori. Trattato con Cangrande. V. Rinnovasi la guerra. La città si dà in signoria al Duca d'Austria, e il Vicario di lui la rovina. Nuovi strazii intestini. Marsiglio da Carrara la sottomette allo Scaligero. VI. Insolenza dei mercenarii în Lucca, Genova, Firenze e Milano. Il conte di Salibrun ai soldi di Matteo Visconti. I venturieri tedeschi cacciano di signoria, poi vi ritornano Galeazzo Visconti. Loro tradimenti e audacia nell'esercito guelfo e nel ghibellino. Mentrechè un'audacissima schiera di ventura scorreva armata mano le provincie dell'impero d'Oriente dal Tauro al Pireo, nelle città d'Italia andavano a gran passi declinando insieme colla libertà quelle milizie che n'erano il naturale sostegno. Già i piccoli Comuni erano stati come inghiottiti dai più grandi, e la più parte di questi, oppressi dalle arti o dalla violenza di un podestà oppure di un capitano, o vi giacevano sotto, o stavano per cadervi. Questi reggimenti poi di un solo, che noi chiameremo tirannidi sia per la instabilità e ambiguità loro, sia pei modi adoperati a pervenirvi, sia per quelli che si impiegavano per mantenervisi, avevano di proprio l'uso di mercenarii; perchè contro a cittadini prima lusingati e traditi, poi straziati e oppressi, chi s'attentava di opporre altri cittadini? I mercenarii servivano volontieri a chi pagava: i mercenarii non erano passati dal comandare oppure dall'essere libero all'obbedire: i mercenarii non avevano nelle città congiunti, non patroni, non amici, non fazione: aggiungi a tutto ciò l'inclinazione ingenita a tutte le soldatesche per l'assoluto imperare. Così le schiere di ventura spensero la libertà in Italia, e furono i fondamenti delle signorie del xiv e xv secolo. Già il lungo uso aveva procacciato agli stipendiarii alcuna forma e consistenza. Quelli a cavallo dividevansi in conestabilie o bandiere di 20, 25, e fin 50 uomini : non accettavansi a' soldi prima di passarli in mostra, e visitarne e descriverne le arme, le persone, i destrieri e gli arnesi (1): il nome di masnada comprendeva indifferentemente le soldatesche a piè e a cavallo. Del resto le paghe ormai erano giunte a tal segno, che molti abbracciavano di già la milizia per mestiere, e le città con gravi pene lo dovevano spesso impedire per ovviare al pericolo di venire affatto abbandonate da tutti i cittadini atti alle armi (2). Comunemente il nerbo delle masnade stipendiarie era formato di fuorusciti, ladri, vagabondi e disertori italiani: ma attorno alla persona del signore, quasi come suo braccio e anima sua, stava al continuo una potente squadra di stranieri, Aragonesi, Borgognoni, Provenzali o Tedeschi. Di questa soldatesca ei solo teneva il comando; all'altra preponevasi il più sovente un nostrale (3). Quanto alle milizie cittadine erano esse ado (1) Cantinelli, Chr. p. 271. (R. Favent. Script.). (2) A Nizza il Podestà giurava di togliere il valsente di 100 soldi, o devastare i beni pel doppio di essa somma a chiunque andasse a servigio straniero. Statut. Nicia, p. 67 (Monum. hist. patr. legg.) (3) Tale era l'ufficio di Maghinardo da Susinana e di Nello di Massa nel 1305 e nel 1311, presso i signori di Ferrara e di Milano. Ferret. Vicent. Hist. II. 981. Joh. de Cermenat. Hist. c. 41. 64 (R. I. S. t. IX). - |