Immagini della pagina
PDF
ePub

1413

destro piè, con uno scritto sotto che diceva Io sono Sforza, villano di Cotignola » (1).

Mandate a vuoto così le speranze dell'Angioino, il re Ladislao cominciò, non so dir bene, se pace o 7 giug. guerra col pontefice; posciachè la pace era ne' trattati, la guerra era nelle offese che vicendevolmente continuavano sotto i falsi nomi di Sforza, di Paolo Orsini e di Braccio. Durarono alcuni mesi coteste ostilità; finalmente Ladislao si levò ad un tratto la maschera, facendo occupare Roma dalle soldatesche del Tartaglia, ed invadere da altri condottieri tutta la contrada fino al territorio di Siena. Nel medesimo tempo l'Orsini ritornava ai servigi del re, fatta da Ladislao e mallevata da tutti i capitani dell' esercito la promessa, che questi non si vendicherebbe mai del primo di lui tradimento.

Sottomessa Roma, tutto lo sforzo del re di Napoli si ridusse sopra Braccio, il quale, veggendosi insufficiente a tenere la campagna, si rinchiuse in Todi. Tosto Ladislao medesimo in persona accorse ad assediarvelo. Fu la difesa adeguata alla fama di chi la faceva: se non che, molto più delle armi nemiche, ebbe Braccio sgomento delle querele e dei sediziosi propositi dei cittadini, irritati pel desolamento delle proprie sostanze. A suo malgrado aperse perciò trattative col nemico, ed in virtù di un accordo si ritirò alla Frattola. Indi a non molto, richiamato dai cittadini medesimi, ritornava in Todi, e di nuovo la difendeva con tremende sortite contro l'esercito del re di Napoli. Era questo comandato da Sforza e dall'Orsini, alla cui antica ini

(1) Leod. Cribell. 655.- Giorn. Napolet. 1074.-Murat. AA. - Bonincont. cit. 106.

micizia aggiungeva stimolo la uguaglianza dell'autorità. Braccio, percuotendo quasi d'un sol colpo le varie parti degli alloggiamenti ostili, e moltiplicandone per ciò i sospetti e le paure, di rado rientrava in città senza aver conseguito sopra gli assediatori qualche segnalato vantaggio. Accadde in uno di questi repentini assalti, che l'Orsini venne superato, e sarebbe stato affatto oppresso, se, posposto il privato rancore al pubblico bene, fosse stato men pronto a correre in suo soccorso Sforza Attendolo. Ciò diede animo al re Ladislao di intromettersi per procurar la pace tra i due capitani, per cagione del beneficio fatto e ricevuto resi tra loro men crudi. Infatti la giurarono essi l'uno all'altro, e si baciarono in bocca, e passeggiarono alquanto di conserva (1). Ma breve fu quella pace, fallace quel giuramento! Poco stante, essendo pervenute al re medesimo nuove e gravi accuse sul conto dell'Orsini, lo fece prendere e caricare di catene e già, non ostante i violenti richiami di tutti i capitani e il tumultuare delle squadre, lo aveva destinato all'estremo supplizio. La morte di Ladislao liberò l'Orsini di affanno, e Braccio dall'as- 6 agosto sedio (2).

(1) Vita Brachii, III. 499. — Costanzo, XII. 300. (2) Leod. Cribell. 658. - Vita Brach. III. 501.Ann. Min. 107.- Giorn. Napolet. 1075.-Costanzo, XII. 303.

Boninc.

1414

CAPITOLO TERZO

BRACCIO E SFORZA

A. 14141424.

1. Provvedimenti presi dal re Ladislao affine di abbattere la baronia ed i condottieri del regno. Gli succede la regina Giovanna II. Di lei costumi. Sforza in prigione; poi gran conestabile; e di nuovo in prigione. Virile fatto di sua sorella.

II. Progressi di Braccio. Origine della sua inimicizia con Sforza. Guerreggia Perugia: vince al Tevere: rientra in

patria: la riordina e acquista Roma; ma ne è scacciato da Sforza. Zuffa di costui col Tartaglia.

III. Sforza contro la regina di Napoli. Guerra tra Sforza e Braccio. Fatto d'arme di Montefiascone. Entrata di Braccio in Firenze. Sforza introduce nel regno il duca d'Angiò, e pianta la propria insegna sulla porta di Napoli.

IV. Braccio al soldo della regina Giovanna. Supplizio del Tartaglia. Colloquio tra Braccio e Sforza. Sforza accorre in soccorso della regina : vince il re Alfonso sotto Napoli : marcia contro Braccio per liberar dall'assedio la città dell'Aquila: nel passare il Pescara annega.

V. Francesco Sforza riduce in salvo le schiere paterne. Assedio di Napoli: Antonio Caldora la consegna alla regina. Battaglia sotto l'Aquila tra il Caldora e Braccio. Costui presa e morte. Paragone di Braccio e Sforza,

« IndietroContinua »