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l'avaro — FAR L'Avaro, Avarizzare o Inavarire.

COL AVARI BISOGNA FAR DA AVARO, Colle lesine bisogna esser punteruolo, detto fig. per far intendere che Cogli avari bisogna essere spilorcio.

L'AVARO XE INSAZIABILE, L'avaro è come l'idropico, quanto più beve più ha sele. AVARÓN, 8. m. Avarone; Avaraccio; Avaronaccio; Scorticapidocchi; Pelanibbii; Cane burbino che tien la bocca stretta. Non darebbe fuoco al cencio. Largo come una pinna verdè. AVE, V. Avenaria.

AVEARO, 8. m. Alveario, Cassetta dentro a cui le pecchie fabbricano il mele: da' Fiorentini detto Arnia e da'Sanesi Copile. AVEDİN, 8. m. Abete, albero, V. ALBEO. AVEDUDO, add. Avveduto, Avvedimentoso, Cauto.

AVEGNER O AVEGNIR, V. Avvenire, Accadere, V. INTRAVEGNIR.

AVEMARIA, 8. f. Avemaria o Avemmaria, Orazione che si dirige alla Beata Vergine. Avemaria, chiamasi Un certo tocco di campana, che si fa alle chiese tanto alla mattina che nel chiudere del giorno. AVENENTE, V. Evenente. AVENTARIO, Voce bassa 8. m. Inventario o Nota, che anche dicesi Legaggio, Carta o Libello in cui sono notate capo per capo le masserizie ed altro che si trova.

Far l'aventario, Inventariare. AVENTOR, 8. m. Avventore Quegli che continua a servirsi d'una bottega per comprare i generi occorrenti.

DESGUSTAR O PERDER I AVENTORI, Sviare la colombaia o Tirare i sassi alla colombaia, dicesi fig. Quando i Bottegai fanno in maniera, che gli avventori non capitino più alla loro bottega.

SAVERSE FAR AVENTORI, Dare il camino, Allettare i compratori.

AVENTURIER, 8. m. Venturièr.

AVÈR, 8. m. Avere, cioè Facoltà, possessi, patrimonio, rendite.

AVER, v. Avere, Possedere

AVER, Riavere.

TORNAR A

AVER DEL FATO 800 0 DEL PROPRIO, Avere fondi in proprietà. V. AVER DRI CAMPI AL SOL, in SOL.

AVER DE UNO, Aver l'aria di uno, vale Assomigliargli.

AVER EL MALAN E LA MALA PASQua, V. MALAN.

NO AVERGHENE UN PER LA RABIA, Non ne aver un per medicina; Esser arso, distrutto, Esser affatto senza danaro.

AVER IN TE LA MENTE O IN ASEO O IN QUEL SERVIZIO, V. SERVizio e Culo.

AVER AL CULO, V. CULO.

AVER LA LUNA, V. LUNA.

AVERLA SU CON UNO, V. Su.

AVER LA TESTA DURA,

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V. TESTA.

AVER LA TESTA VIA,
AVER MAN CON UNO, V. MAN.

AVER PER MAN, V. PER.
Aversene per mal, V. Mal.

AVER MOLTO DA FAR O UN GRAN DA FAR, V. FAR.

CHI HA BU HA BU, OVV. CHI HA AUDO HA audo, valgono La cosa è fatta; Non c'è rimedio; Addio fare; Chi ha tenga, e chi n' è ito, peggio; Suo danno. Dicono i Napolitani su di ciò Acqua passata non macina mulino.

VE GO IN CESto o dove chE I SORZI PORTA La spada, Maniera bassa di disprezzo o d'ingiuria, Vho nelle code o in quell'ultimo servizio o in tasca.

TE GO, VE GO, Lo Go. senz'altre aggiunte, nel nostro parlare è una maniera bassa di reticenza per ommettere il finale del superiore esempio LASSIME STAR CHE TE GO, delto con disprezzo o ira, Lasciami in pace, ch'io t'ho sotto la tacca dello zoccolo, cioè Non t'abbado, t'ho a vile.

AVERTA 8. f. V. VERTA. AVERTAURA. 8. f. Apertura, Sparato: Fesso, Quell'apertura che v'è ai fianchi delle vesti da donne.

Avertaura de la bede, Entramento, Entrata, La parte per cui entra il pesce. V. VENTAURA.

AVERTIO, Avvertito, add. da Avvertire. AVERTIR, v. Avvisare, Dar avviso o notizia — AVERTI MIA MARE CHE LA VEGNA A TOLA, Avvisale mia madre che venga a mensa

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- AVERTÌR I AMICI CHE DIMAN SE FA ACADEMIA, Dar avviso agli amici dell'accademia di domani, Ovv. Far sapere agli amici etc.

Avvertire o Fare avveduto, val Dare avvertimenti, Ammonire — L'HO AVERTIO PERCHÈ EL SE REGOLA UN'ALTRA VOLTA, L' ho avvertito o reso avvertito a regola dell'avvenire, o perchè sia più cauto o consigliato.

Avvertire, dicesi per Considerare, Riflettere- AVERTI BEN, Avvertite o Avvertite bene, cioè Badate; Abbiate l'occhio o State in avvertenza. AVERTO, add. Aperto.

--

CAMISA TUTA AVERTA, Sdruscita o Sdrucita, vale Rotta — PIGNATA AVERTA, Pignatta Fessa, Crepata, Spaccata.

AVERTO COME UNA CAPA, Aperto come una cappa, ch'è un crostaceo notissino.

PARTIA AVERTA, Partita o Conto aperto o acceso, vale Debito sussistente. AVERZER, v. Aprire.

Avebzer i ochi; detto fig. Aprire gli occhi, nel sig. di Illuminarsi, rendersi ac

corto.

AVERZER LA BUCA AL SACO, Sciorre la bocca al sacco.

AVERZERSE EL PETO DA LA TOSSE, Fendersi il pello per la tosse.

CHI BEN SEKA, BEN AVERZE, La buona cura caccia la mala ventura, La diligenza di custodire le cose gelose le preserva: il che può anche applicarsi alle cose morali. V. AVRIR, VERZER.

AVETA (coll' o stretta) 8. f. Agugliata, ma più comunem. Gugliata, Quella quantità di refe, seta e simili, che s' infila nella cruna d'un ago per cucire.

AVETINA, 8. f. Piccola gugliata. AVEZZO, add. Avvezzo o Avvezzało.

Avezzo, o AVEZZA A TUTO; Avezzo alla scarmaglia, e dicesi di chi è uso a soffrire il bene e 'l male, ed è allevato in fra le sciagure.

AVICARIO, 8. m. Voce bassa, Vicario, Quegli che fa le veci d'un altro in carica. AVILIO, add. Avvilito; Svilito; Invilito; Scorato; Abbiosciato ; Gli è cascato il cuore; Ha il cuore nelle budella; Gli fuggi l'animo come se il mondo sotto i piedi gli fosse venuto meno. AVISA, add. Avvisato — L'ono AVISÀ XE MEZO ARMA, Uomo avvertito è mezzo munito, prov. di chiaro sign. Dicesi poi Piaga antiveduta assai men duole, che significa che Il male preveduto si sopporta più pazientemente.

AVISAR, v. Avvisare, Far intendere e sapere. Far uno accorto di che che sia.

L'HO AVISA PERCHÈ EL SE REGOLA, L'ho avvisato o avvertito o ammonito a regolarsi o a regolare la sua condotta. AVISO, 8. m. Avviso, Ragguaglio.

STAR SU L'AVISO, Star sull'intesa, cioè esser rimasti d'accordo, Aver avuto l'istruzione.

AVOCAR, v. ant. (che ora si dice Far l'avoCATO O EL MESTIÈr de l'avocato) Avvocare, Difendere e consigliare nelle cause altrui. AVOCATO, s. m. Avvocato, Difensore delle cause civili.

FAR L'AVOCATO, Avvocare.

AVOCATO DE LE CAUSE PERSE, Dottor dei miei stivali; Dottor da nulla; Dottorello, Schiccheratore; Frugascannelli.

ACADEMIA D'AVOCATO, V. ACADEMIA.

L' Uftizio dell'Avvocazione in Venezia era in origine appoggiato ai Patrizii a tal uopo nominati metodicamente dal Maggior Consiglio, in numero fra tutti di 32, non obbligati però a studii legali nè ad esami, Sei erano detti Avvocati ai Consigli; diciotto Avvocati per le Corti, cioè per le Magistrature di giudicatura civile dette Corti (V. ZUDEGADO); sei per gli Uffizii di Rialto; e due Avvocati deʼprigioni. Quindi gli Avvocati patrizii si dicevano Ordinarii per distinguerli dagli Estraordinarii, ch'erano i non patrizii, detti anzi solamente Avvocati. Era permesso a tutti lo scrivere a favore degl' imputati eriminali, e questi chiamavansi Avvocati criminali; ma l'arringare neile cause criminali era di esclusivo diritto degli Avvocati ordinarii o estraordinarii.

Per gli Avvocati Fiscali, V. FISCAL.

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AVOCATO CAGON, CHE NO SA CHE PERDER

O IMPATAR. Locuzione di sommo disprezzo, che usavasi a carico ed avvilimento d' un cattivo avvocato.

AVOCATÙRA, 8. f. Avvocazione, Patrocinio e difesa delle cause altrui. Avvocheria e Avvocaria sono voci antiquate. AVOGADOR, s. m. Avvogadore o Avvocatore, Magistrato della cessata Repubblica Veneta instituito l'anno 864, ch'era com

posto di tre patrizii col titolo di Avogadori di Comun, detti già latin. Advocatores Communis; i quali avevano una grande autorità, e molte distinte at tribuzioni. Il loro uffizio dicevasi Avvogaria. In questa Magistratura si è sempre mantenuto l'uso fino a' giorni nostrí, di scrivere gli atti pubblici in latino. V. INTROMISSIÓN. AVÒLIO, 8. m. Avolio e Avorio.

ROBA D'AVOLIO, Eburneo o Eburno —Spodio dicesi al Capo morto dell'avorio bruciato. AVOLTOGIO, s. m. Avoltoio e Avoltore, Uccello di rapina grande e forte come l'Aquila. Ve ne sono di molte specie. Quella che qui talvolta vediamo chiamasi Avoltoio indiano o Avoltoio monaco o Re degli avoltoi, detto da Linn. Vultur Papa. AVRIL, 6. m. Aprile.

AVRIL NO TE SCOPRIR, MAGIO VA ADAGIO E ZUGNO CAVITE EL CODEGUGNO, Quando il giuggiolo si veste, tu ti spoglia, e quando esso si spoglia tu ti vesti. L'albero Giuggiolo (ZIZOLER) è l'ultimo a germogliare e il primo a svestirsi di foglie.

AVRIL DOLCE DORMIR, Aprile dolce dormire cioè Nel mese di aprile riesce dolcissimo il dormire. Aprile cava la pecchia del covile, e vuol dire che in aprile comincia l'aria ad esser calda.

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MARZO SUTO E AVRIL BAGNA, BEATO EL CONTADIN GHE HA SEMENA, Aprile piovoso, maggio ventoso, anno fruticoso, e significa Che quando nell'aprile piove e nel maggio fa vento, in quell'anno è abbondante la ricolta. Di aprile ogni giorno un barile, e vale Che nel mese di aprile ogni giorno qualche poco piove. Dicono i Toscani Terzo aprilante, quaranta di durante, ed è Proverbio di prognostico, perchè si vuole che il dì 3 d'aprile avrà 40 giorni successivi consimili. V. SETEMBRÌN.

AVRIR, v. Aprire, Dischiudere.

AVRIRSE EL PASSo, Rompere il guado, vale Essere il primo a fare o a tentar di fare alcu

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AZARDAR O RISCHIAR LA PELE. Porsi a rischio della vita.

AZARDO, 8. m. Rischio; Cimento; Ripentaglio.

PER AZARDO, detto a modo avv. A caso; Casualmente; Accidentalmente, Inconsideratamente, Senza pensarvi. AZIENDA, s. m. Azienda, Amministrazione degli affari economici. Oggidì si dice anche Zienda; e per lo più in materia di Finanze. La parola Azienda era usata nei tempi del Governo Veneto, ma i Lombardi ci diedero in pratica la voce Gestione, ch'è un latinismo e che si dice appunto parlando di affari di Finanza pubblica, o simile. In termine amministrativo dicesi anche Esercizio.

AZIMO, O AZEMO, add. Azzimo; Mazzero, vale Non lievitato, e intendesi di pane V. ASME. AZIÓN, 8. f. Azione o Allo, Fatto, operazione.

AZION DE L'OMo, Azione, riferita al costume, Buona o Bella azione; Trista o Mala azione.

AZION DE SENA, parlando di Teatro, Azione o Alteggiamento, V. SENEGIAMENTO,

AZION D'AVOCATO, Azione, per la Diceria o Arringamento; ed anche per la buona o cattiva maniera nell'arringare, che dicesi Bel porgere, o Mal porgere.

AZION, detto in T. Merc. Azione o anche Voce o Messa, Quella somma di danaro, che somministra ciascuno degli associati per capitale della compagnia in un gran negozio od impresa fruttuosa.

AZION, detto in T. Leg. Azione chiamasi il Diritto di domandar che che sia in giudizio.

AZIONARIO, 8. m. Azionario o Azionista, T. Merc. dicesi a Colui che con altri contribuisce una determinata somma di danaro, per un negozio o per un'impresa fruttuosa, e si dice anche Associato. V. Socio. AZONZER, v. Aggiungere o Aggiugnere. V. ZONZER.

AZUNTA, 8. f. T. ant. Aggiunta o Giunta, Aggiungimento. V. ZONTA e INazonta. AZZA, s. f. Accia; Refe, Lino filato e imbianchito.

QUEL DA LE AZZE, Refaiuolo.

CORTE LE AZZE, Maniera fam. Alle corle; Sbrighiamola; Finiamola.

TACARSE A UN Fil de azze, V. in BAVÈLA. AZZAL, 8. m. Acciaio, Acciaro e Azzale, Ferro raffinato. Calibe è voce latina, usata soltanto in medicina.

AZZALA, add. Acciaiato o Inacciaiato, e si riferisce al ferro. Calibeato vale Preparato coll'acciaio, ed è voce usata da'medici- Ferrigno, all'Uomo, e vale Di buon nerbo, robusto, gagliardo.

AZZALAR, v. Inacciaiare, Unire il ferro coll'acciaio per renderlo tagliente e più saldo.

Azzalar de l'acqua, Calibeare, Preparar un liquore o una medicina coll'acciaio. AZZALİN, s. m. Acciarino; Acciaiuolo; Accialino; Focile o Fucile, Ordigno d'acciaio per batter fuoco.

AZZALIN DEL SCHIOPO, V. SCHIOPO.

Azzalin da CalEGHER, Acciarino, Pezzo di ferro tondo da un capo per dar il filo ai coltelli.

AZZALIN, detto pur in termine de' Beccai e de'Pizzicagnoli, Acciaiuolo; Acciarino. Azzalin dei Relogeri, V. RasCHIADÓB. Bater l'azzalin O EL CANAFIO, detto fig. Fare il battifuoco; Far il mezzano, il ruffano; Arruffare le malasse; Portar i polli.

AZZALIN O ESSE, chiamano i Legnaiuoli una specie di ornamento che serve soltanto per sostegno a foggia di un esse. AZZALIN O CONTRAPASSO, 8. m. T. de Pesc. Azzalino detto da Linn. Cancer Rhomboides. Specie di Granchio marino avente il corpo di figura quadrilunga, colle braccia anteriori lunghissime, le quali piegate rappresentano la figura d'un acciarino o focile, onde ha preso il nome.

AZZO, avv. antico del dialetto nostro in vece di Acciò, che ancora però si dice dalla plebe.

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AZZOCHIO, add. Voce ant. che dicevasi per INZOCHIO, come rileviamo dalle prose del nostro Calmo VIGILE PER NO DEVENTÅK AZZOCHIO, che vuol dire Vegliate per non intorpidirvi la mente, e per non istupidire. V. INZOCHIO. AZZUFARSE, v. Zurir.

B

B. Vedi BE.

BAB

BABA, 8. m. Voce de' fanciullini in vece di
BARBA, Zio; e vale anche per Zia, detta
volgarmente da noi Amia.
BABALA, V. A LA BABALÀ,

BABAN, add. Babbano; Babbèo; Babbaccio;
Bachiocco; Badalone; Scioccone, Uomo

rozzo.

BABÀO, 8. m. Barbariccia; Baconero; Farfarello, Nome finto di Demonio.

FAR BABAO, Far baco o Far baco baco o bau bau, Certo scherzo per far paura ai fanciulli, coprendosi il viso.

BABAO! detto con aminir. Canchero! Zucche frille! Cacasego! Cacalocchio. V. COGIONI.

BABAO! ammir. o BARABAO! si dice fam. e per ironia, verso colui che minaccia o fa delle spampanate: come a dire Bagattelle ! BABAI, Voce detta per vezzo o fanciullesca, e vale Pidocchi.

BABAI, si diceva per antonomasia ne'tempi Veneti agl' Inquisitori di Stato, così chiamati famil. dal Babao, che fa paura ai fanciulli, e dal terrore che inspirava il loro tribunale.

BABASSO, add. Babbuasso; Babaccio;
Babbeo; Babbaleo; Babbione, Sciocco,
Seimunito.

BABILONIA, •. f. O TORE DE BABÈle, Ba-
bilonia, Si prende fig. per Confusione, tu-
inulto di gente disordinata.

Diciam pure BABILONIA nel signific. di Passeraio, al Confuso cicaleccio di più per · Bone - CHE BABILONIA CHE SE SENTE! Che Chiucchiurlaia! Che moscaio! Che pissi pissi! cioè Qual confuso rumore! BABIO, s. m. Mostaccio; Visino; e s'allude a quello d'una giovane bella.

LA XE UN BEL BABIO O UN BABIO GUSTOSO,
È un bel visino; É un viso che ha un non
so che di ghiotto.
BABO, 8. m. Treccone; Insalataio, Riven-
dugliolo di erbaggi; ed è propr. Quello che
gira per la città vendendo erbaggi.

BABO, corrotto probabilmente dal latino
Avo, si fa dire per vezzo a fanciulli, dicendo
loro XE QUA EL BABO, BASICHE LA MAN AL BA-
BO, E qui il nonno, baciagli la mano.
BABUİN, add. Babbuino; Babbuasso; Bab-
bione; Bambo. Non buono che da mostra;
Baggiano, Agg. a uomo sciocco.
BABUİN, 6. m. Babbuino, Sorta di Scimia

BAC

a coda lunga, detta da Linn. Simia Sphinx.
Si distingue dalle altre per aver le orec-
chie sepolte dentro a folti e lunghi peli
il muso circondato da mustacchi. Qualche
volta l'abbiam veduta.

BABUIN, si dice ancora più comunemente
a uomo nel signif. di Mancatore, cioè Che
non attenga alla parola data e manchi fa-
cilmente, Che promette e non muntiene;
Non è uomo da farne capitale, Sotto que-
sto senso gli diciamo ancora BUFÒN.
Babuin Co L'Efe, V. Efe.

Parlar da babuin, V. Parlar.
BACA, s. f. Coccola; Coccolina e Bacca,
Frutto del Cipresso, del Ginepro, dell'Al-
loro e simili. Quella del Pino domestico
dicesi propr. Pina o pigna e Strobilo;
quella dell'Alloro Orbacca.
BACAGIÀR, v. Chiacchierare; Cornacchia-
re, Stucchevolmente parlare senza con-
chiudere.

BACAGIAR, dicesi ancora per Andar a di-
porlo, a svagarsi, a ricreursi, a gozzovi-
BACALA, 8. m. Baccalà e Baccalare, Pe-
gliare, V. BICARA.
sce che si secca al vento e talvolta si sala.
Da Plinio fu detto Asellus e da Linn. Ga-
dus Morhua. Si dice anche Pesce bastone.

Merluzzo o Nasello, detto da' Sistema-
tici Gadus Merluccius, è un'altra specie di
Baccalare più piccolo, che a noi viene dai
mari del Nord parimente seccato. V. STOC-
Fis.

Oltre alle suddette due specie, vengono
pur preparati e mangiati sotto lo stesso no-
me li pesci detti da noi Lovo, MOLO e MOR-
MORA, raccolti in que' mari, dove si trova-
no di assai maggior grandezza che nel nostro.
SECO COME UN BACALA, V. SECO.
SAVER DA BACALA, lo stesso che SAVER DA
FRESCHIN, V. FRESCHIN.

BACALAI, detto in T. Mar. Baccalari si
chiamano certi Pezzi di legno calettati ed
inchiodati sopra la coverta della poppa.
Bracciuoli de' baccalari sono legui confic-
cati sopra la coverta della galea, che spor-
gono in fuori sopra il mare.
BACAN, s. m. Baccano; Fracasso; Susur-
ro; Rumore.

FAR BACAN, Sbaccaneggiare; Far il buc-
cano; Romoreggiare.

FAR BACAN, delto in altro signif. Far romore, che vale Aver grido, fama - Oxo

BAC

CHE AI SO ZORNI HA FATO BACÀN, Uomo che
mend romore, ch' ebbe gran sama a' suoi
giorni; Uomo che fu famoso.

BACAN (da Baccanalia) dicesi ancora per
Allegria, cioè Quella che risulta dal festeg-
giar molti insieme, la quale chiamasi allor
ch'è smoderata, Gazzarra e Gazzurro, che
vale Strepito fatto per allegrezza. Ed in
gazzurro stanno i ciabattieri. V. BORDELO.
BACANAL, 8. m. Baccanalia e Baccaneria,
Fracasso di chi giuoca o scherza con cla-
mori e strepito. Baccano, vale Rumore,
fracasso che risulta dallo scherzare scon-
ciamente.

FAR BACANAL, Far baccanalia o baccano.
BACANAR, v. Sbaccaneggiare.
BACANELA, 8. f. Baccanella, Allegra coin-
pagnia.

BACANÒSO, add. Romoroso; Festoso; Fe-
stante, Che fa romore, Che tiene in festa.

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Detto per agg. a uomo, Allegroccio, vale Inclinato all'allegria. V. STREPITÒN. BACANTE, add. Festante; Fesioso; Gioioso; Allegro Baccato vale Furioso; infuriato - Matterullo, Quasi matto - BACANTE DAL GUSTO, Quasi matto dal gusto. BACARA O BACHERA, B. f. Baccanella, Brigatella di persone che fanno strepito o scon

cio romore.

FAR BACARA, Stare in gozzoviglia; Scia-
lacquare; Fare del ben bellezza; Gavaz-
zare; Gozzovigliare; Far tempone; o
Darsi tempone, Darsi buon tempo, Pigliar
diletto mangiando in brigata, che si dice
anche Godere. V. CHIASSANA,
BACARÀNA, 8. f. Zurlo o Zurro, Allegria
emoderata Baccanella, Raunata strepi-
tosa di gente.

PERDIANA BACARANA, V. DIANA.
BÀCEGA, 8. f. Bazzica, Giuoco noto di
carte. V. ZOGAR A BACEGA, in Zogia.

OGNI CARTA GHE FA BACEGA, detto metaf.
fam., che s'usa per dire che un tale ha sem-
pre la fortuna in favore, qualunque sia il
modo ond' egli operi. Questa maniera corri-
sponde all' altra Âyèn L'AQUA SUL PRA, V.
PRA. Essere in grembo a Giove; Aver il
vento in fil di ruota, detto metaf. Aver la
fortuna sempre propizia.

BACHEIDE, 8. f. Voce ditirambica usata
dai nostri Poeti vernacoli, e vale Poema in
onore di Bacco.

BACHÈTA,. f. Bacchetta, Mazza sottile,

i

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CHIO.

Bachèta a gropI O GROPOLOSA, Camato, Bacchetta nodosa.

Bacheta da batER LANA, Vetta di cornio; Camato, Bacchetta nodosa e per lo più di legname di corniolo.

BACHETA O BAChetina da chebe, Gretola, Ciascuno di que' vimini ond'è composta la gabbia.

BACHETA DA CHIAPAR RANE ▲ BOCÒN, Mazzucchera. Onde Pigliar le rane a mazzacehera.

Bachèta da impIZZAR, Accenditoio o Mazza, Canna per uso d'accendere le candele e le lampadi.

BACHÈTA DEL TELER, T. de' Tessitori, Compastoio, Bacchetta del telaio, cioè Una di quelle che intrecciate ordinatamente nel filo preparato sul telaio, servono alla manovra della tessitura.

BACHÈTE DA TAMBURO V. MAZZA.

BACHÈTA O BACHETINA DA VISCHIO, Paniuzza; Paniuzzo e Paniuzzola, Fuscelletto impaniato di vischio. V. VERGON.

BACHETA DEL COMANDO, Bacchetta o Bastone di comando, si dice lo Scettro o bastone che porta il Principe o il Capo di magistrato in segno di signoria e di comando.

DAR ZO LA BACHÈTA, Maniera fig. Decidere; Pronunciar sentenza, Dir la sua opinione senza riguardo o convenienza a chi che sia.

BACHETA, dicevasi per antonomasia e metafor. sotto il Governo Veneto a Colui che, ad ogni convocazione del Maggior Consiglio, era destinato a guidare dall'Ospitale della Pietà al palazzo pubblico e custodire un dato numero di fanciulli di poca età, i quali dovevano portare i bossoli pel salone e raccogliere i suffragii dai votanti. Questo pedante o custode era anche il loro moderatore, e teneva a tal fine in mano una lunga bacchetta di legno per contenerli in disciplina e batterli quando occorreva; e quindi gli fu dato un tal nome.

BACHETA DEL SCHIOPO, V. SCHIOPo. COMANDAR A BACHÈTA, Governare o Comandare o simili, a bacchetta, vale Far ciò con suprema autorità.

PASSAR PER LE BACHÈTE, T. Mil. Essere bacchettalo o Passar per le bacchette.

TEGNIR A BACHETA, Tenere alcuno a spese; Tener a dovere.

TEGNIR SU LE BACHÈTE, detto fig. Tener uno sulla corda o sulla fune; Mandarlo d'og. gi in domani; Dar altrui erba trastulla; Tenere alcuno in sulla gruccia o in croce; Tenere alcuno a cresima. Tener sospeso, in incertezza Per gabbarsi d' alcuno, dicesi Tener in ponte; Tener sospeso, Tenere a loggia; Tenere a bada; Tenere a dondolo.

DAR ZO LA BACHÈTA, detto metaf. Deliberare, Risolvere ; Stabilire; Determinare, Prendere per partito; e s'intende Far un atto di autorità, come sarebbe quello d'un padre di famiglia o d'un padrone, indipendentemente da ogni riguardo.

DAR ZO LA BACHÈTA, dicesi pure nel sign.
di Decidere; Risolvere; Opinare, Dire il
parer suo.

EL DA ZO LA BACHÈTA SENZA SAVER ALTRO,
Egli delibera o risolve all impazzata, cioè
Inconsideratamente.

DREZZAR LA BACHÈTA A LE CIME DE QUAL-
CUN, Maniera met. che leggesi in poesie an-
tiche, e significa Esaltare; Innalzar con
lodi; Lodar altrui grandemente.

PARER UNA BACHÈT▲, detto di persona magra all'estremo, Esser magro come la quaresima; Essere uno scheletro, un secco allampanato, uno stecchtlo o ristecchito. BACHETIN, V. BACHETINA.

8. m.

BACHETIN, T. degli Occhialai, Manichi o
Lisciatoi, Chiamansi i pezzi di legno o di bos-
80, a cui gli Occhialai attaccano con cemento
i pezzi di vetro che vogliono lavorare.
BACHETINA, 8. f. Bacchettina; Bacchetti-
no; Bacchelluzza, Piccola bacchetta.

BACHETINA DE LE CHEBE, V. BACHÈTA.
BACHETINE DA BRUSAR, Frusco; Fruscolo;
Fruscolino; Bruciaglia.

BACHÈTO, 8. m. V. BACHÈTA & BACHÈTINA.

BACHETO, T. degli Occhialai, Palla o Sfe-
ra, Pezzo di fero montato sul mastice sopra
un manico di legno, con cui gli Occhialai fan-
no i vetri concavi.

BACHÈTO A MAZZA, dicesi Un altro stromen-
to per lavorar i vetri di superficie piana; Pia-
stra di livello perfetto.
BACHETON, s. m. Bacchettone; Pinzoche-
rone; Pappalardo ; Baciapile; Stropiccio-
ne, Picchiapelto; Ipocrita; Falso divoto.
V. CHIETIN.

BACHETON DA OSELI, Panione, Verga im-
paniata di vischio per pigliar gli uccellini.
BACHETONA 8. f. Bacchettona; Picchia-
petto; Salamistra; Culifessa; Graffiasan-
ti, Pinzocchera. V. CHIETINA.

BACHETONA, per Bacchetta grande.
BACHIRI, 8. m. Popone vernino, Specie
di Popone ora resosi comune, la cui polpa è
di color verdolino bianco, che dura anche
e si mangia nella stagione fredda. Questa
è una delle tante varietà del Cucumis me-
lo. V. MELON.

BACIAMAN, 8. m. Baciamano.
BACIL, 8. m. V. BACIN.

BACILAMENTO, s. m. Vacillamento; Va-
gellamento; Vacillazione; Vagillazione;
Vacillità o Vagillità, Dubbiezza, Ambiguità.
BACILAR, v. Vacillare; Vagellare o Va-
gillare, Errar colla mente.

NO STAR A BACILAR, Maniera fam. Non
ci pensare; Non prenderti pena o fastidio.
BACILOTA, s. f. Gemella, T. Mar. Catino
di leguo in cui si pone la minestra desti-
nata per l'equipaggio sul mare. V. VER-

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vedere in candela; Farla vedere altrui; Tener la puntaglia, vale Contrastar con altrui senza timore e con superiorità. V. VASCO.

BACINA, 8. f. Tit. de' Fornai, Fontana, Vuoto formato in un canto della madia, dove si versa dell'acqua per istemperare il lievito e la farina.

BACINÈLA, 8. f. Calderotto, Vaso fatto a guisa di caldaia piccola, che s'usa per cavar sangue ai piedi.

BACINETO, 8. m. Bacinella, Piccolo ba-
cino.

BADA, DAR BADA O NO DAR GNANCA BADA,
Maniera fam. Abbadare o Non abbadare;
Dare o Non dar retta.
BADAGIAR. V. V. SBADAGIÅR.

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BADALOCO O BADALUGO, add. Badalone; Babbione; Pippione; Soro, Sciocco, detto per agg. a uomo.

CAMINAR DA BADALOCO, Badalucare per via, Aver cioè distratta o svagata la mente. BADANA, add. Trambascialo; Affunnato, e si dice per lo più dal caldo.

In altro sign. Allerato; Travagliato;
Disgustalo, Di mal umore.

BADANARSE, v. Affunnarsi; Inquietarsi;
Allerarsi.

BADAR, v. Badare o Abbadare, Attendere,
Applicare.

Badare in alcuno,

BADAR BEN, Porre l'animo ad alcuna cosa, Badarvi seriamente. BADAR A QUALCUN, Guardarlo amorosamente Stare a buda d'uno, vale Stare aspettando l'opera, i favori etc. d'uno.

NO BADAR ▲ GNENTE, Tirare o Mandar giù la buffa, vale Operare senza riguardo e senza soggezione - In altro senso, Essesere inriservato o inaspettativo, Non abbadare, Non esser cauto Essere inavveduto.

NO BADAR PIÙ ▲ DONE, Avere stoppato tutte le donne, detto fig. vale Non curarsene più.

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NO BADAR A OGNI MINUZIA, Non la guardare in un filar d'embrici o in un filar - NO BADAR A COGIOdi case; Filur grosso · NARIE, Non uccellare a pispole, cioè A cose di poco momento. L'Aquila non prende mosche― No BADAR PIÙ CHE TANTO, Aver gli occhi a' nugoli; Passar a chiusi occhi che che sia No GHE BADO GNANCA, Non ne fare' un tombolo in sull' erba; ovv. Non ne vollerei la mano sossopra. Maniere proverb., che s'usano quando si vuol mostrare di non curarsi di che che sia. Non lo curo; Non ci abbado; Non me ne curo; Non me ne cale LA LASSA CH' EL CIGA E CH'EL TRAGA DE CULO QUANTO ch'el vol, no LA GHE BADA, Lo lasci imperversare quanto sa, non gli dia retla. BADERNA, 8. f. T. Mar. Baderne o Paterne, Specie di Trinello più grosse delle salmastre, le quali servono per riparar la gomona nell'occhio della nave.

BADESSA, o BARSSA, 8. f. Superiora d' un monastero, d'una comunità di monache.

BADIÀL, add. Badiale, cioè Stupendo; Squisito; prezioso. Aver una cera badiale. BADÍNAR, v. (dal francese Badiner) Scher-| zare; Burlare; Buffare, Dir ciance; scherzi; Esser faceto.

BAETO. FAR BAETO, V. BAO.

BAFA, 8. f. T. antiq. e vale Lardo.

BAFA, B. f. Voce ant. dalla barbarica volgare Bassu de' bassi tempi, che dicevasi per Prosciullo, e che continuossi fino al secolo XVII. cioè fino ai tempi del nostro Varotari, che ne fa menzione nella satira terza con questi versi.

SE GATI NO AVARò che da la BAFA.

FAZZA CHE I SORZI E DAL FORMAGGIO

FU ZA.

NEPUR GATI AVarò che me deSTRUZA. BAFA, SORZI, FORMAGIO e che me SGRAFA. BAFI, 8. m. Baffi; Mustacchi; Basetta, Quella parte della barba ch'è sopra il labbro. BAPI DEL GATO, Mustacchi.

BAGA, s. f. Otre o Otro, Vaso di pelle da vino o cosa simile.

Detto per agg. ad uomo, Cinciglione; Gran bevilore; Beone - Grassollone; Pentolone; Corpulento, Uomo soverchiamente grasso. BAGAGIA, 8. f. Fanciulla; Cillola, V. Pu

TELA.

BAGAGIAR, v. Lavoracchiare, lavorar poco o lentamente. V. ZOGATOLAR. BAGAGIE, 6. f. T. degli Stamp. Boltelli, Quei lavori di settimana che sono brevi, come gli Avvisi al pubblico, i Sonetti e cose simili, quasi bagattelle, cose da poco. BAGAGIN, s. m. Funciullino; Ragazzello; Rabacchino; Fantolino.

BAGÀGIO. s. m. Bagaglio; Bagaglia e Bagaglie, Nome generico delle some, arnesi e masserizie che si conducono dietro i soldati nell'esercito o qualsivoglia viaggiante per servizio della propria persona. PICCOLO BAGACIO, Bagagliole.

CONDOTIER DE BAGAGI; Bugaglione; Saccardo, Colui che conduce o porta le bagaglie. Galuppo è specie di soldato, quasi Bagaglione, servitore dell'esercito.

QUANTITÀ DE BAGAGI, Bagagliume. BAGAGIO, dicesi da noi per Fanciullino, alludendo alla sua piccolezza.

BAGAGIO, Masserizia, si dice ancora scherzev olmente pel Membro virile. Salmeria, dicesi ad una Compagnia di bestie da soma cariche di bagaglie. Dicesi ancora scherzevolmente per Ernia o Rottura. BAGAGIOLE, 8. f. che suona BAGATÈLE, Masserizie, intendesi i Membri genitali. BAGAGION, T. degli Stampatori, Facchino di stamperia.

BAGARIN, 8. m. Bambinello; Fanciullino; Bamberottolo ; Mammoletto; Rabacchiuolo; Rabacchino, Picciol fanciullo.

CHE BEL BAGARIN! Che bel naccherino! Dicesi

per vezzo ad un fanciullino vezzoso, o anche ad un piccolo animaletto. BAGARIN, in altro senso, Decimo, dicesi un Fanciullino scriato, gracile e poco vegnente.

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– Bagatèle da putei, Balocchi, Quelle cose che si danno in mano a' fanciulletti per baloccargli.

BAGATELE! Espressione ammir. Bagatielle! Capperi! Zucche fritte! 0 questo è ben altro che una buccia di porro!

EL GUADAGNERÀ UNA BAGATELA, Caverà allro che giuggiole! Detto ironic. e vale, Che non ne caverà poco.

GHE XE UNA BAGATELA! Evvi un centellino, un ghiandellino! (per ironia) e vale Uno spazio grande.

No L'È MINGA UNA BAGATELA EL FAR etc. Non è cosa da pigliare a gabbo il fure etc. e vale Non è impresa così facile.

SARA UNA BAGATELA DE DIES' ANI, Egli è un bordello di dieci anni, Maniera usata dalla plebe di Toscana, per determinare un grande spazio di tempo. Dicesi però meglio, per esempio, Egli è un coso di quattro miglia; Egli è un negozio di tre o quattr'anni. E per antifrasi, È la povertà, È la miseria di dieci o dodici anni.

BAGATELÀR, v. Giuocare; Trattenersi in bagattelle; Frascheggiare; Taccolare; Turlare; Chicchirillare.

Dicesi anche per Lavoracchiare. V. LAORACHIAR e PONCHIAR. BAGATELE, s. f. Galanterie; Arneselli, come Forbicine; coltelli ; spilli etc.

Detto per Ciancerelle; Cianciafruscole ; Zucchere; Bagallelle, V. BAGATÈLA, nel primo signif.

QUEL DA LE BAGATÈLE, Fantocciaio, Colui che fa e vende fantocci, bambole, balocchi ed altre coserelle di cenci, di legno, di stagno per divertimento de' fanciulli. Pare che Bambocciaio sia una voce simile all'altra, ma non trovasi nei dizionarii. BAGATÈLETA, 8. f. Bagattellucciu o Bagattelluzza, Piccola bagattella. BAGATIN, 8. m. Bugattino e Baghero, Frazione di moneta ch'equivale alla duodecima parte del già soldo Veneto, e che una volta (nou però a' tempi nostri) era moneta reale.

NO VALER UN BAGATIN, Non valere un lupino o una buccia di porro.

NO CHE NE DAGO UN BAGATIN, Non ne do un baghero o una stringa o un lupino o una frulla o un ghiabaldano : dicesi Quando si vuol mostrare la vilipensione maggiore d'una cosa.

AVER TRE BEZZI E UN BAGATIN, Maniera fam. che allude allo stato misero d'una bottega, e vale Essere spallata, fallita.

BAGATINI, dicono a Chioggia a quelle macchie in pelle che a Venezia chiamano VACHEMORE, V.

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PANZA DURA COME UN BAGHELO, Ventre duro o teso come un otricello. BAGIA, 8. f. Baia; Baiata, Ciancia, Burla, Buffa, Scherzo.

DAR LA BAGIA, Dar la baia; Schernire; Beffeggiare uno; Beffare.

Baia, T. Mar. Braccio di mare che si stende fra due terre e va a terminare in un culo di sacco.

Baia, pur in T. Mar. dicesi ad un Vaso di legno da contener acqua. BAGIÀDA, 8. f. Baiata; Abbaiamento; Latralo. Detto per Gridata; Romore, V. CRIADA.

BAGIAN, add. Baggiano, detto per agg. a uomo e vale Stolido, scimunito. BAGIANADA, 8. f. Baggianata; BessaggiBessezza; Sciocchezza, scipitezza. BAGIANTE, uccello, V. SMERGO. BAGIAR, v. Baiare; Abbaiare; Latrare, ed è la voce del cane.

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BAGIAR A LA LUNA, Dir le sue ragioni ai birrio alla matrigna, detto fig. vale Raccomandarsi a chi non vuole far servigio, anzi ha caro il tuo male. Buttar le parole al vento;Predicare a'porri; Andare in pozzo asciutto. Abbaio, abbaio, e di venio empio lo staio.

LASSE CH'EL BAGIA QUANTO CH'El vol E RIDEGHE SORA, Oh lasciatelo abbaiare o gracchiare e fulevene besse. BAGIETA, s. f. Baiuola; Baiuzza; Buiucola. BAGIGI, 8. m. Cipero o Cippero commestibile, detto da Linu. Cyperus esculentus. Pianta annuale onde nascono sotterra de' piccoli pulbi di figura olivare, che ne sono il frutto, ed hanno lo stesso nome. In qualcholuogo d'Italia si dicono Bacicci e Dulcichini, dal Mattioli Trasi, in Germania Mundorle di terra ed ivi sono abbrostiti ed usati in vere di caffè.

BAGIO, add. Baio, Color di cavallo o di mulo ch'è cannellino languido. Il pelo baio oscuro da tutti è sempre tenuto più bello. Detto per SBAGIO, V. BAGIOCO, s. m. Baiocco, Moneta romana di rame, del valore di due soldi veneti. BAGION, add. detto a Uomo, Cicalone; Cicala; Ciarlatore; Cianciulore; Ciancero; Gracchiatore; Cornacchione, si dice di Chi favella troppo senza conclusione: quasi dicasi Abbaiatore.

BAGIONA, Ciarlatrice; Cianciatrice, dicesi alla Femmina.

BAGIONÈTA, 8. f. Baionetta, Ferro appuntato notissimo, che inastato sulla bocca del fucile, serve al soldato di arme in asta, e dicesi allora Baionetta inastata o in asta o incannata.

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