La battaglia di Benevento: storia del secolo XIII. Aggiuntovi un discorso sopra le condizioni della odierna letteratura in Italia, Volume 2Poligrafia italiana, 1849 |
Parole e frasi comuni
Allah allora Amira Angalone anima arme ascoltava aves avesse Baroni battaglia Benev Benevento bisanti braccia Carlo Carlomagno Caserta Cavaliere del fulmine Cavaliere primo venuto cavalieri chè chiamata cielo clamide colpa conte Anselmo conte della Cerra conte di Provenza conte Giordano corre cotesta cuore d'Angalone delitto destra diceva dolce signora dolore domanda esclamava faccia favellava ferito figli fiordalisi Francesi frate fuggire Garigliano gente giorno Gisfredo giuro grido guarda Guelfi GUERRAZZI innanzi Jussuff l'Amira l'anima l'ul labbra Lancia lascia levò mandare Manfredi mano masnadieri mazza d'arme meglio mente messer Ghino messere Monforte morte nemici notte occhi Odrisio padre parlò parole passi pensate pensiero percosse percuote perdono persona petto porta poteva prego pugnale punto pure quivi regno rispondeva rispose Rogiero salva sangue Santa Santa Agata sapete Saraceni scudieri sembianza sentire siete signore spada spalle stava stra suono Svevia terra testa tradimento uomo usbergo vedere volto Yole
Brani popolari
Pagina 397 - L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
Pagina 397 - 1 pastor di Cosenza, ch'alia caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Pagina 90 - ... che spontanee si dipartissero dal cuore. Un poeta a considerare quel pianto sotto quelle ciglia irsute scendere per un viso adusto e di dure sembianze quale era quello di Chino, avrebbe subito trascorso col pensiero ai versi di Omero nei quali si paragona il pianto di Agamennone: A cupo fonte, Che tenebrosi da scoscesa rupe...
Pagina 166 - ... da che Alarico venne a guastare il bel paese, alcuno più di lui sembrava eletto dai cieli alla impresa portentosa; in lui sapienza di consiglio, in lui prodezza di braccio, arte maravigliosa di conciliarsi gli affetti, e quella temperante mansuetudine sconosciuta ai suoi superbi maggiori; Roma decaduta alquanto dal potere, gì...