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zione di Lidia, sotto la condotta di Tirreno ad una emigrazione di Lenno. Strabone V, p. 221, d.

(122)

Plutarco, Romolo, p. 18.

(123)

Esiodo, Teogonia v. X, 1011, 1015. Che intende isole sacre ?

egli per

(124)

Si conserva manoscritta in latino, e fu inserita in italiano nella cronaca che porta il nome dei Malaspina, ove si parla dei Turrini. Una delle cose più inesplicabili è il rapporto evidente di Fiesole al frammento di Esiodo.

(125)

L'antica forma latina di quest'ultimo nome doveva essere Turrus o Turus; in greco si chiama anche Turrinos.

(126)

Ens VII, 410.

(127)

Tito Livio XXI, 7. Quello che pare certo si è che i Sagontini non erano i Beri.

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Paragonato a Sinoessa il nome di Sinope resterà senza autorità; Amicla può essere identico con Amuncla, e il medesimo none ha potuto essere prodotto dal bisogno di designare un luogo simile alle falde del Taigete e del Massico. Ma questo esercitò un' influenza notabile sulle idee ri

spetto le colonie che giacevano sulle coste. Bisogna che Amicla fosse stata edificata dai Lacedemoni; oltre che confusi una volta i Sabini coi Pelasgi presto si congetturò che erano Lacedemoni.

(132)

Strabone, V, p. 147.

(133)

Ibid. V, p. 251.

(154)

Plin, stor. nat. III, 9.

(135)

Dionigi, I, 21, p. 17, 6.

(156)

Virgilio Eneide, VII, 735, 737 v. p. 45 più in alto.

Servio, VII, 758.

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(158)

(139)

per quest' uso appunto che Sofocle chiama il golfo Tirreno, e che il mare serbò questo nome,

(140)

Dionigi, I, 11, pag. 9. a.

(141)

Dionigi, I; 73, pag. 59, c.

(142)

Cioè 500 anni prima che si ponessero colonie greche nell'isola; VĮ, 2. Per quel che concerne Filisto, Dionigi, I, 22, pag. 18. b.

(143)

Arist. Meteorol., I, 14. Supponete Vitalus e Sitalus, e il cangiato in k come in latinus et lakinius,

Polibio, XII, 5,

(144)

(145)

Tucidide, VI, 2. Il cattivo testo di Duker porta Arcador.

(146)

Etimol. Siris. Verosimilmente giusta Timeo; Atteneo; XII, 523.

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Nel mezzodi dell'Italia, ed in Sicilia i nomi greci mascolini della terza declinazione in as, ed in ovs sono per l'ordinario cangiati in neutri della seconda con la desinenza entum formata dal genitivo. Questo è riferito al dialetto etolo nel quale la desinenza è in entos e per conseguenza mascolina; il che è più simile al cangiamento del nominativo in greco moderno. È così che Acragas, Taras, Pyxus sono trasformati in Agregentum, Tarentum, Buxentum ecc. Saumaise ha ben riconosciuto che Malevento Maloento, nel mezzo del paese che poi fu Sannio sarebbe stato in greco puro maloeis, o malus. Io credo pure non ingannarmi, quando io vedo Kpnuotis, in Grumento sulle più alte e più fredde montagne della Lucania. Laurento ha il medesimo carattere.

(149)

di

Ante ut fama docet, tellus possessa Pelasgis, Silio, VIII, 445.

(150)

Plinio storia naturale, III, 19.

(151)

Giustino, XX, 1.

(152)

Strabone, V, pag. 241.

(153)

Plinio, st. nat. III, 18, 19.

(154)

Peripl. pag. 7.

(155)

Nota 148, V.

(156)

Strabone, VI, pag. 269

(157)

Scoll. d' Apoll., IV, 564. Noi parleremo più in giù

dei loro progressi verso il nord.

Erodoto, IX, 43.

(158)

(159)

Erodoto, V, 13; VII, 20, 75. Dietro il catalogo del'Illiade la supremazia di Troja si stende sulla Tracia e lo Strimone sino all' Olimpo.

(160)

Vellejo, II, 110. In omnibus Pannoniis non disciplinae tantummodo, sed linguae quoque notitia romanae. (161)

Quando si mette innanzi una congettura che irrita i pregiudizi ricevuti, bisogna garantirla d'ogni falsa interpretazione. Cosi io sono lontano di dire che quelle vaste regioni siano state dalla prima origine del genere umano la patria dei Pelasgi. Comunque sia il punto che noi tocchiamo, gli annali Egiziani ed i Babilonesi non riempiranno che una picciolissima parte dello spazio che è impossibile di riconoscere, e nel quale i popoli non sono calpestati con meno violenza che in seguito. Io non faccio che protestare contro l'applicazione di una supposizione che è assolutamente nuda d'ogni fondamento.

(162)

Aristotile dice che gli Eleni ricevettero il nome di Spai por

maco,

quando abitavano le sommità dell' Epiro. Si sa che Callil'Etolo Alessandro si servirono di questa parola. La scuola a cui appartenevano i due poeti, era studiosa di tutte le più rare espressioni ad ornamento del discorso. Ma la parola Groeci non è entrata nel latino per mezzo della lingua scritta; da tempo immemorabile si usava colla parola Gra che predominava nell' usó prima dell' altra parola. Il progresso dimostrerà, che nel vecchio latino i popoli avevano sempre due nomi, l'uno semplice e l'altro derivato come Graï, Graici. Aristotele doveva senza dubbio questi particolari a dei λoycos Epiroti ( antiquari), e questo nome era pelasgico; è così che giunse fino ai Romani e si può spiegare come è precisamente un etolo che ne fa uso.

(163)

Dionigi, I, 73, 59. Scymnus, Chius., v. 244, 245.

Erodoto, I, 167.

(164)

(165)

Aristotile, polit. VII, 10, pag. 198. Dionigi, 1, 35, pag. 28, questi due autori seguono Antioco. Vi ha nulla meno qualche cosa di strano in ciò che aggiunge Aristotile che queste leggi sono ancora in vigore; perchè è difficile che al quinto secolo vi fossero ancora degli Enotrii che vi vessero colle loro proprie leggi.

(166)

V. la nota 143.

(167)

In una vecchia tradizione mitica che fa Siri figlia di Morgete e che nomina suo marito Scindo V. Etimol. m. esse. V. Eipis.

Scol. del Odis. 85.

(168)

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