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te Carolo divina favente Clementia Rege; Anno Regni ejus in Italia primo, die nono mensis Julii, Indictione XIII. In un Diploma dell' istesso Re Carlo del medesimo anno 774. si legge, che egli donò alla celebre Badia dei SS. Apostoli Pietro, e Paolo di Nonantola (2) le

glione Segretario Apostolico de' due Pontefici Innocenzio VIII. e Leone X. Francesco di Gabbriello Strozzi, Lorenzo Martelli Canonico Fiorentino, Antonio Picchini Canonico Fiorentino e Vicario di Fiesole, Gio. Batista Ricasoli Canonico Fiorentino, Vescovo di Cortona, e poscia Vescovo di Pistoja, e molti altri insigni soggetti l' hanno in diversi tempi retta. In questa Pieve più che altrove, il celebre M. Arlotto Mainardi Pievano di S. Cresci a Macioli fece le sue facezie.

(2) Anselmo Duca del Friuli parente di Astolfo Re dei Longobardi, il quale l' anno 750. avea fondato un Monastero sotto il titolo di Gesù Cristo nel Castello di Fanano ricevuto in dono dal detto Re Astolfo, luogo situato in montagna distante circa 30. miglia da Modena, mosso da spirito di devozione fondò due anni dopo cioè l'anno 752. un' altro Monastero sotto il titolo dei SS. Apostoli Pietro, e Paolo parimente nelle campa

gne

le Chiese di S. Miniato, e di S. Miche

le

gne di Modena di là dal Panaro in luogo detto Nonantola, che questo pure aveva avuto per donazione fattali dal mentovato Re Astolfo: Questo luogo Nonantola pulito dalle spine delle quali abbondava, colle sue proprie mani, e con quelle dei Monaci vi fabbricò una Basilica, e gli edifizj Monastici. Due furono le Basiliche ivi costruite, una ad onore dei SS. Apostoli Pietro, e Paolo consecrata da Sergio Vescovo di Ravenna, e l' altra in onore di S. Maria, e S. Benedetto consecrata da Gimignano Vescovo di Reggio per comando del Pontefice Stefano II.

Terminata l'Edificazione delle Basiliche, e Monastero suddetto, il pio Fondatore andò a Roma, ove dal predetto Papa Stefano II. fu colla Cocolla Monastica secondo la regola di S. Benedetto vestito, e gli fu dato il bastone Pastorale, e i peduli secondo l'ordine Romano, constituendolo con questo Rito insieme Monaco, e Abbate. Trovavasi allora in Roma Sergio Vescovo di Ravenna, a cui, il Papa raccomandò il detto Anselmo, ed il suo nuovo Monastero, decretando, che se Anselmo, o i suoi Monaci fossero stati molestati da qualche Vescovo, e in specie da quello di Modena, nella di cui Diogesi era posto il

Mo

le di Fiesole. (3) Da un' altra carta ap

Monastero, avessero potuto ricorrere alla Chiesa di Ravenna, per essere molto lontana la Chiesa Romana. Di più fu concesso dal Papa ad Anselmo il corpo di S. Silvestro, e le Reliquie di altri Santi: perilchè il Monastero di Nonantola prese il nome di S. Silvestro. Dipoi fu questo Monastero arricchito con ampie donazioni fatteli dal Re Astolfo, e dagli Re suoi successori, perlochè ebbe tante rendite che fu capace di mantenere sotto il governo del detto Abbate Anselmo 1500. Monaci Regolari, non compresi i Novizi, e le persone di servizio, che esser dovevano moltissime. Dipoi l'istesso Anselmo fabbricò un' Ospizio distante dal Monastero quattro miglia sulla via Emilia perchè ivi fossero ricevuti i Peregrini, e le Donne che per la stanchezza non potevano giungere al Monastero, e questo fu decorato con un' Oratorio dedicato a S. Ambrogio. Inoltre il medesimo Abbate edificò due altri Ospedali, uno nei confini del territorio di Vicenza in luogo detto Borgodonnarico, dove eresse due Oratorj, uno dedicato alla SS. Vergine, e l'altro a S. Pie tro, e vi messe i Monaci, acciò questi avessero cura dei poveri Infermi, e gli alimentassero, oltre a dugento poveri, che ivi ogni

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appartenente all' anno 781. apparisce,

che

primo di del mese dovevano essere alimentati. Il medesimo fu fatto nell' altro Ospedale che il detto Anselmo fondò in un luogo detto Susonia; Nell' Archivio di detta Badia di Nonantola, inoggi messa in Commenda, esiste il Diploma del detto Re Astolfo, col quale egli dona al Venerabile Uomo Anselmo Abbate il predetto luogo con tutte le sue adiacenze, col diritto dell' asilo, colla sola condizione, che ogni anno il detto Monastero paghi ad esso per recognizione in majore Quadragesima, cioè nella Quaresima avanti la Pasqua di Resurrezione quaranta Luci, e altrettanti in Quadragesima S. Martini cioè nell' Avvento, e per un messo del Monastero devino essergli trasmessi a Pavia, o a Mantova, o a Ravenna, o dove egli dimorerà. Il suddetto Santo Fondatore Anselmo morì il dì 3. di Marzo dell' anno 803. dopo 50. anni decorsi dalla Fondazione di detto Monastero: la. sua morte fu come la sua vita cioè santa, e commendabile; il suo corpo fu dai suoi Monaci, afflitti per la perdita di sì gran Padre, posto in un Tumulo di marmo nell' Oratorio di S. Maria. Molti Miracoli operò, e molti Infermi di dolore di denti, e d'altre infermità visitando il suo corpo restarono sa

che Carlo Magno tenne un solennissimo

Pla

nati. Gli successe Pietro Abbate, ed è quel Pietro Abbate di Nonantola, il quale Carlo Magno agli ultimi di sua vita insieme con Amalario Vescovo di Treveri, spedì a Costantinopoli come attesta Eginhardo, a stabilire la pace con Michele Imperatore.

(3) L' Eruditissimo Dottor Giovanni Lami crede, che queste due Chiese di S. Miniato, e di S. Michele, per quanto nel Diploma del Re Carlo si legga, Monasterium in Civitate Fasulana Santos Michael, atque Monasterium Santi Miniati in ipsius Civitate, cum Cellis suis in ipsius Civitate, vel foris ad ipsas pertinentes &c. fossero la celebre Basilica di S. Miniato al Monte, e la Chiesa di S. Michele in Orto dentro Firenze, considerando egli in quel tempo la Città di Firenze un Borgo della Città di Fiesole, e incluso nella denominazione di Città Fiesolana, mediante il suo stato miserabile, cagionato dai Goti e Longobardi. Io non posso seguitare il sentimento di sì dotto scrittore, perchè considero, che se la Chiesa di S. Miniato in detto Diploma rammentata, fosse quella di S. Miniato al Monte, così anche nel Diploma verrebbe denominata e parimente la Chiesa di S. Michele sarebbe detta in Orto, per distinguer

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