" 99 offese fatte ai Fiesolani. E S. Atto, e Onorio II. vivevano appunto nel 1123. In una antica Cronica latina pubblicata dal celebre Dott. Gio. Lami nelle Novelle Letterarie del 1747. ed a lui trasmessa da Roma si legge, che i Fiorentini facessero scorreria, e andassero ad assediare Fiesole il dì 30. di Giugno, e vi entrassero il dì 12. di Settembre. Le parole della Cronica son queste,,, 1125. pridie Kalend. Iulii Florentini ad obsidendum Fæsulas cucurrerunt. Pridie "idus Septembris ingressi sunt Fæsulus. Da certe particolarità, che si trovano nella lettera suddetta di S. Atto, si conosce, che questo fatto nella predetta Cronica viene raccontato con qualche alterazione, poichè dalla lettera si comprende, che l' insulto fatto ai Fiesolani non fu di consenso di tutti i Fiorentini nè ordinato dalla pubblica autorità, ma per una furiosa, e inconsiderata risoluzione di una parte del Popolo e dalle parole della Cronica pare, che con tutta la ponderazione facessero i Fiorentini quell'impresa avendo tenuto l'assedio alla Città quasi due mesi, e mezzo. Sia come si vole per al altro la verità è che tanto dalla lettera di S. Atto, quanto dalla Cronica si deduce, che i Fiorentini presero Fiesole, la danneggiarono, ma non la distrussero; e perciò non deve credersi che i Fiesolani abbandonassero tutti in un tempo la Patria, ed in Firenze scendessero ad abitare, lochè è più probabile che seguisse nel Secolo XIII. allorquando l' istesso Vescovo di Fiesole lasciata la sua antica residenza venne in Firenze ad abitare, essendoli stata conferita da Papa Gregorio IX. l'anno 1228. la Chie sa di S. Maria in Campo all'oggetto di assicurare stabilmente la quiete tra il Vescovo Eiesolano, e il Popolo Fiorentino come apparisce dalla seguente Bolla. Gregorius Episcopus servus servorum Dei. Venerabili fratri Episcopo Fæsulano salutem, & Apostolicam Benedictionem. Controversia, quæ inter te, & Cives Florentinos suborta fuerat nostra provisione. sopita, quia vidimus, quod ex cohabitatione Fesulani Fpiscopi major inter eum, & Comune Florentinum poterat concordia provenire, & major Episcopatus Fæsulani securitas, & uti litas procurari, Ecclesiam S, Mariæ de Campo cum pertinentiis suis tibi providimus conferendam. Ut igitur hæc nostra provisio perpetuam obtineat firmitatem, præfatam Ecclesiam cum pertinentiis suis de fratrum nostrorum consilio tibi, & successoribus tuis perpetuo jure concedimus liberam, & exemptam non obstante quod in litteris Ve- ' nerab, Fratris nostri Episcopi Florent, & publico Instrumento, quibus suum super hoc expressit assensum, nihil de Capituli continebatur assensu, cum nos ejus supplendum duximus in hac parte defectum, nulla ergo omnino hominum liceat hanc nostræ concessionis paginam infringere, vel ei ausu temerario contraire, si quis autem hoc attentare præsumpserit, indignationem omnipotentis Dei, & Beatorum Petri, & Pauli Apostolorum se noverit incursarum. Datum Laterani 2. Id. Ianuar. Pantif. nostri an. I. E l'istesso anno il Pontefice Gregorio scrisse all' Abbate di Fucecchio, e all' Abbate di S. Elmo, che dassero il Tom, I. H 114 posssesso della Chiesa di S. Maria in Campo al Vescovo Ildeprando. (64) Se (64) Qualche tempo avanti, e fino al tempo di Onorio III. erano insorte delle serie dissenzioni infra il Vescovo di Fiesole, e il Popolo Fiorentino: Qual fosse realmente la causa di queste non ne abbiamo memorie che ce ne rendino certamente consapevoli; Io per altre non sarei lungi dal credere, che i Fiorentini i quali attendevano premurosamente all' ingrandimento del loro Territorio, con abbattere e distruggere tutte le piccole Signorie vicine alla loro Città, vedessero di cattivo occhio il Vescovo di Fiesole Signore di quella Città, e che però al medesimo promovessero anche ingiustamente liti e questioni per guadagnare, come finalmente gli riuscì, il suo piccolo Stato: Qualunque per altro ne fosse la Causa, la verità è, che le dissenzioni fra i Fiorentini e il Vescovo Fiesolano dovettero sicuramente es sere di non poca conseguenza, e ciò lo prova l'impegno preso dalla Corte di Roma in sedare quei Torbidi, quali cominciarono appena entrato al Vescovato di Fiesole un certo Ildeprando di Nazion Lucchese l'anno 1220. in cui i Fiorentini suscitarono ad esso gravissime liti, e vessazioni, per causa delle quali esule se ne andò dal suo Vescova to; Se i Fiorentini invasa Fiesole nel 1126. la ritenessero sotto il loro dominio non vi sono documenti che ce ne H 2 dia to; ricorse al Pontefice Onorio III. da cui accettato il reclamo ne commesse la verificazione al Vescovo di Modena, ma in sortenuove turbolenze, di nuovo Papa Onorio l' anno 1224. e ottavo del suo Pontificato il dì 8. di Giugno diresse per tale affare il seguente Breve al Vescovo di Faenza, che era in quel Tempo un certo Alberto, all' Abate di Nonantola, e a Tancredí Canonico Bolognese, celebre nelle decretali illustrate dal Cironio. HONORIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI. Venerabili Fratri Episcopo Faventino, " & dilectis Filiis Abbati Nonantulae Muti-: " nensis, seu nullius Diaecesis, & Magistro "Tancredo Canonico Bononiensi salutem, & Apostolicam Beneditionem scribentibus. 99 nobis olim venerabili Fratri nostro Epi" scopo Mutinensi ut personaliter acce"dens Florentiam, Potestatem, Consiliarios, " & populum Civitatis ejusdem moneret ef"ficaciter *. induceret ad satisfacendum de damnis & iniuriis irrogatis Venerabili Fra |