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e coll' intervento del Generale Consiglio si costituissero į Sindaci, o siano Procuratori,

Nè credo possa abbattere questo mio sentimento una insigne Carta che riporterò nel 2. Tomo dell'anno 1197. contenente la memoria di una lega fatta fra diversi Comuni di Toscana, allo stabilimento della quale si vedano intervenuti oltre ai Consoli, e Consiglieri in num. di 129. soggetti, che certamente esser dovevano i componenti le diverse Magistrature della Repubblica, moltissimi altri Fiorentini, che forse questi potrebbero esser considerati per i componenti il General Consiglio, imperocchè costoro, si conosce benissimo, che non formavano verun corpo morale, per essere intervenuti al giuramento di mantenere quei patti, in più tempi, e penso possa credersi, che tanto quanto fossero chiamati a ratificare quell'atto, per renderlo più solenne forse per essere i primari soggetti della Città, e forse quei soli che goder potevano del supremo onor del consolato.

Credo che vi fosse anche quel Consiglio che l'Ammirato chiama Speciale

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e credo che questo consistesse nel num. di quei soggetti detti Consiglieri del Podestà, poichè ho ragioni da credere che questi non costituissero il Supremo Magistrato della Repubblica, ma bensì un Corpo separato, e distinto. Nell' anno 1200. da una carta che noi riporteremo nel Tom. 2. contenente alcuni patti sta biliti fra il Comune di Firenze, e alcuni degli Ubaldini, si rileva che il Podestà ed i suoi Consiglieri con i Consoli dei Mercanti stipularono quelle convenzioni: E che i Consoli formassero un Magistrato distinto da quello dei Consiglieri del Podestà lo giustifica la diver sità dei soggetti, e la diversità degli affari risoluti alcuni dai Consiglieri, altri dai Consoli in un istesso tempo.

E che i Consoli della Città costituituissero il supremo Magistrato, oltre a provarlo la loro denominazione, che pare indicar voglia Superiori della Città, lo prova ad evidenza la direzione del seguente Breve d'Innocenzio III. dell'anno 1204. spedito ai Fiorentini che si conserva nell' Archivio delle Riformagioni lib. 30. a car. 56. col quale vien confermata la pace da essi fatta l'an

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no avanti 1203. con i Sanesi, quale è presente.,, Innocentius servus servorum Dei. Dilectis Filiis Consulibus & " Populo Florentino salutem & Aposto,, licam Benedictionem.

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Postulatis a nobis, ut pacem, & " concordiam , quam cum Senensibus habuistis, Apostolico degnaremur munimine roborari. Nos igitur vestris visis postulationibus inclinati, con», cordiam ipsam, sicut sane pravitate provido facta est, & ab utraque par» te sponte recepta, & hactenus pacifi,, ce observata, & in scriptis authenticis plenius continetur, auctoritate » Apostolica confirmamus, & præsentis scriptis patrocinio communivimus. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostræ confirmationis infringere, vel ei ausu contraire te,, merario. Si quis autem hoc attentare praesumpserit indignationem Omnipo ,, tentis Dei, & BB. Petri, & Pauli Apo,,stolorum se noverit incursurum.

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Datum Laterano Id. Maii Pontifi» catus nostri anno settimo.

Le parole della direzione Dilectis Filiis Consulibus prova a meraviglia, che

il Magistrato dei Consoli era quello che aveva il governo della Città, ed era il primo fra tutti gli altri essendo ora

mai troppo noto, che i Sovrani dirigevano le loro Lettere a quelli presso dei quali risedeva il Supremo Potere.

In quale anno precisamente questi due Consigli cioè Generale, e Speciale fossero creati, non ho potuto non ostan te la massima diligenza rinvenirlo. Io per altro non sarei lontano dal credere che ambedue repetessero il principio dagli Anni vicini al Secolo XIII. imperocchè esaminando attentamente le carte che si trovano dal principio della Repubblica fino al primo Podestà, non ve n'è una, per qualunque affare che tratti, che ci dia idea di alcuno dei predetti Consigli: la carta da noi sopra riportata dell' anno 1176. che contiene un fatto molto interessante per la Repubblica, darebbe certamente contezza del Consiglio se fosse esistito. La prima notizia, che abbiamo del Consiglio che noi chiamiamo Speciale ce lo somministra la medesima carta che ci assicura dell' esistenza dell' uffizio del Podestà, la quale è dell'anno 1193. E di quel

quel Consiglio che io credo il Consiglio Generale non ne abbiamo memoria fino all'anno 1201.

Se questi Consigli fossero molti anni avanti stati introdotti nella Repubblica • e precisamente nel suo cominciamento, non sò vedere per qual cagione tutte le carte di quel tempo dovessero tacerli, tantopiù che se ne incontrano alcune, che conservano le memoria di fatti, che per la loro importanza non sarebbero stati risoluti se non da chi avesse avuto tutto il pubblico Potere. E se vi fosse stato un Consiglio Generale, siccome questo in ogni tempo è stato creato per la risoluzione degli affari più ardui, quelli dunque come tali sarebbero stati col suo voto risoluti. Convien credere perranto, che il solo Magistrato dei Consoli, come quelli che risolvevano tutti gli affari, nel principio della nostra Repubblica avesse un pieno potère, e che fosse il solo corpo morale rappresentante la Città, ed il Comune. Fino a qual tempo poi seguitassero questi Consigli non ho potuto precisamente rinvenirlo, credo per altro che dopo non molto tempo seguis

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