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,, faciemus Arringum & percipiemus Populo sub juramento ut hec omnia fir,, ma teneant & eis non excomandabi,, mus. Item quando eligemus arbitros faciemus eos jurare ut mitant in constituto ut Consoles sequentes Civitatis vel Rectores ita teneantur firmum ,, tenere. Et sic gradatim de Consulato in Consulato observari debeat in per,, petuum. Item si quis Pogensis querimoniam fecerit Consuli Florentiæ de aliquo Cive, vel Burgense teneantur ,, ei Consules observare justitiam tam» quam cum suo hec omnia observabi,, mus bona fide ad sanum intelle&tum ,, excepto contra Imperatorem vel suos Nuntios, & apud eos & apud eos precibus adjuvabimus & exceptamus securitates no,, stras omnes acta fuerunt hec omnia anno millesimo centesimo primo, quar ,, to nonas Martii. Inditione quinta. Questa è la prima memoria che si trovi dei Consoli, ed è la prima me moria, che ci dia idea della libertà di Firenze, la quale in quest' anno sembra che non possa mettersi in dubbio, imperciocchè i Fiorentini se non fossero stati liberi, ed indipendenti

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bero stabiliți dei patti, e delle convenzioni con i Comuni vicini, si trovereb be qualche atto di dominio esercitato da Matilda , e non sarebbero stati rappresentati da un Magistrato di Consoli, giacchè in quel tempo in Italia per lo più le sole Città libere avevano i Consoli per loro Rappresentanti, e Rettori.

Per qual motivo poi la nostra Città acquistasse la libertà per quante diligenze abbia fatte non hó potuto rinvenirlo. Il celebre, e dotto Antiquario Francesco Maria Fiorentini nella sua vita di Matilda, dice che questa Principessa passò l'anno 1100., e parte del 1101. in Firenze, affermando il medesimo Scrittore, che in detto anno seguisse la riconciliazione tra

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e il Re Corrado, venuto a stabilirne gli articoli in Firenze, dove fu accolto con tutte le dimostrazioni dovute al grado, e merito suo, e dove dopo sì bella unione ebbe la disgrazia di morire nel Mese di Luglio, nel qual tempo era già partita Matilda per la Lombardia assistita dal Vicario Apostolico S. Bennardo degli Uberti, e da Pagano Cardinali. Questo atto di pace seguito in

Firenze, che viene anche dai più critici considerato per vero, mi fa credere, che Matilda, donna persestessa di cuor magnanimo, e grande volesse accompagnarlo con qualchè atto della sua generosità, e che a tale effetto memore, che il Popolo Fiorentino era stato ad essa il più fedele di tutti gli altri Popoli di Toscana, anche nella quasi universale divisione dell' Italia, per causa della Guerra sostenuta contro Errico Imperatore, in difesa di S. Gregorio VII. Papa, e dei diritti della Chiesa Romana, nel qual tempo, cioè nel 1081. fu possibile ai Fiorentini di battere, e respingere vergognosamente dalla loro Città il detto Arrigo, dopo di avere col massimo coraggio sostenuto l'assedio di un' Esercito Imperiale. Non doveva certamente sfuggire alla mente della Virtuosa Matilda la giusta reflessione, che i Fiorentini per seguitare il partito, suo, e della Chiesa, si erano assoggettati a tutti quei mali, che porta seco la Guerre, ed avevano forse rigettate promesse di bellissimi vantaggi, poichè questa forse fu l'arme la più potente colla quale Errico, potè guadagnare tante Città dell'

dell' Italia: Questa reflessione io ho detto non potea sfuggire alla mente della virtuosa Principessa, e perciò non mi sembra irragionevole il credere, che volesse premiare tanta Virtù, e tanta Costanza dei Fiorentini, con donar loro la libertà. Questo mio pensiero parmi, che venga corroborato dal sapersi, che Matilda era l'ultima della sua famiglia, e che già guasta d' animo cogli Imperatori Germanici, non dovea troppo pensare ad accrescere la loro grandezza e potenza, con lasciar loro vastissimi Stati. Abbiamo Documenti, che ci attestano avere avanti e dopo quest' epoca concesse Immunità, e Privilegj a diversi Comuni d' Italia, e altri che ci dimostrano aver concessi Feudi e Stati in dono ai suoi fedeli. Nell'anno 1078. per Istrumento del dì 26. Agosto, dono alla Cattedrale di Pisa, mentre era Vescovo Landolfo la Corte di Scanello, la metà della Corte di Popoclio, di Casadico, di Lisiliando, di Monte Ereturio, di Castelvecchio, e di S. Ambrogio, con tutti i Castelli, e Beni annessi, obbligando la Chiesa Pisana di fare ogni anno l'Anniversario in suffragio

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dei suoi Genitori, quale si seguita anche al presente. Per privilegio del dì 27. Giugno 1091. liberò i Mantovani da molti aggravj, e concesse loro diversi privilegj. Per Istrumento del primo Gennajo 1098. donò alla Chiesa Cattedrale di Cremona il Contado di Fulchero. Per Carta del primo Maggio 1101. concesse diverse esenzioni agli Uomini di Guastalla, liberandoli in specie dall' onere dell' Albergaria. In questo medesimo anno 1101. per testimonianza dell' Annalista Pisano Tronci, un tal Foscolo Scapetta, riconosciuto dai Signori Griffi di Pisa per loro antenato, ricevè da Matilda l'investitura di alcune Possessioni vicine à Peccioli, tra le quali eravi un Castello, che per la sua elevata situazione, e per riguardo del nuovo Padrone Montefoscoli fu chiamato. (56) Per Istrumento del 18. Marzo 1102. donò alla Badia di Nonantola, a reverenza del Sacro Corpo di S. Silvestro il Castello, e Corte di Cellula, con tutti

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(56) Anche il Tajoli nelle Memorie di Pisa dice, che Montefoscoli fu edificato da Matilda, e da essa donato ai Griffi di Pisa.

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