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che una

altra di

gli Edifizj, e Chiese annesse, in onore di S. Gio. Batista S. Casciano, e altra di S. Michele Arcangelo, la Corte di Raigosola, colla Chiesa dedicata a Maria SS., e il Castello di Tedaldo con la Chiesa di S. Giovanni, i quali luoghi appartenevano al Contado di Ferrara. Per altro Istrumento del 1103. donò alla Chiesa Cattedrale di Pisa il Castello, e Corte di Papiano, ed il Castello, e Corte di Livorno. Per Privilegio del dì primo Marzo, dispensò gli Uomini di Massa dal peso dell' Albergaria. Per Istrumento del dì 16. Settembre 1108. concesse in Feudo a Ildebrando la Rocca di Ghisadello, con obbligo di tenerla difesa. Per altro Istrumento del dì 2. Ottobre 1108 donò alla Cattedrale di Roselle in oggi Grosseto, la metà del Castello di Scarlino. E per Istrumento del dì 23. Febbraio 1115. fatto in Bondeno, donò a Ugo suo Capitano, per ricompensa dei suoi fedeli servigj, la Corte di Quarantula, ed il Castello della Mirandola colla Rocca. E finchè visse, seguitò sempre a beneficare le Chiese, i Monasteri, ed i suoi fedeli con larghissime" Tom. I. F do

per

donazioni, i quali atti di liberalità ci fanno bastantemente conoscere, che premiava la fedeltà dei suoi Popoli specialmente col dono di Signorie, e di privilegj, perlochè non sembrami affatto fuor di proposito il credere, che anche la libertà di Firenze fosse un'atto della sua riconoscenza, e generosità; parmi ancora che debba così credersi poichè non abbiamo memorie che ci avvisino essersi i Fiorentini ridotti in libertà mezzo della forza, nè parmi che ciò possa supporsi, poichè le piccole forze dei Fiorentini non avrebbero potuto far fronte alle forze di Matilda, che erano certamente rispettabili, e grandi, avendo potuto resistere alle forze di Errico IV. per il corso di tanti anni. Nè può credersi, che se si fossero ribellati i Fiorentini, Matilda avesse chiusi gli occhi alla loro rivolta, mentre essendolisi nell' anno 1107. ribellato il Castello di Prato essa vi pose l'assedio, come lo prova una carta appartenente a quell' anno, e che contiene una conferma di possesso a favore di Anselmo Abbate di Fucecchio, la quale comincia con queste parole. Dum in Dei nomine Do

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Domina inclyta Comitissa Matilda Ducatrix, stante ea in obsidione Prati, assistentibus cum ea D. Ildebrando (57) » gratia Dei Pistoriensi Episcopo.

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Se dunque si oppose Matilda alla Ribellione dei Pratesi, creder dobbiamo, che opposta si sarebbe anche ai Fiorentini se si fossero dal suo dominio violentemente allontanati. Si conosce che questa gran donna possedeva un cuor generoso, e clemente, ma puniva gli oltraggi, che alla Maestà del Trono erano fatti.

L' Eruditissimo Dott. Giovanni Lami nella Lezione VIII. dice, che essendo i Fiorentini assuefatti da Matilda a non obbedire agli Imperatori, si cominciarono a mettere in stato di libertà, e d'indipendenza dopo la di lei morte, che seguì come abbiamo detto nell' anno 1115. il dí 23. di Luglio per attestato di Do

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(57) Fu questo Vescovo della Nobilissima Famiglia dei Conti Guidi: era Monaco Vallombrosano, e Abbate della Badia di S. Michele in Forcole, successore di Pietro parimente de Conti Guidi, e Antecessore del Celebre S. Atto ottavo Abbate Generale della Congregazione di Vallombrosa.

nizzone scrittore contemporaneo in età di anni. 69. in Bondeno Castello nel Mantovano. Ma quanto sbagli questo grande uomo, lo provano ad evidenza le ragioni da me dedotte, ed il Documento dell'anno 1101. da me sopra riportato, quale chiaramente dimostra, che quattordici anni prima dell' epoca fissata dal Lami i Fiorentini erano liberi, e indipendenti.

CAPITOLO
Dei Consoli.

III.

Alla carta appartenente all' anno 1101. pubblicata nell' antecedente Capitolo si viene, come abbiamo dimostrato, in piena cognizione della libertà di Firenze e che Consoli furono chiamati quei Cittadini, che presiederono al Governo della nascente Repubblica. Ottone da Frisinga descrivendo i costumi degli Italiani dei suoi tempi. circa l'anno 1166. dice, che le Città ad imitazione degli antichi Romani fissarono il Governo dando tutto l' arbitrio

! Movelle Lathe 1760 n°14

trio ai Consoli con eleggere tre, dai tre ordini del Popolo, e che alcuni di essi attendevano al politico Governo altri alla decisione delle cause, civili, e criminali. Ed infatti le principali Città dell' Italia cominciarono la loro libertà con eleggere i Consoli al governo. Se poi in Firenze fossero eletti tre Consoli dai tre ordini del Popolo secondo il sentimento di Ottone Frisingense, è cosa molto incerta tanto il negarla, quanto approvarla. Dal Documento da me riportato non si ottiene veruno schiarimento, poichè non fa che nominarli titolarmente tralasciandone affatto la numerazione, ed il nome; non si può neppure acquistare veruna cognizione dalle scritture degli anni successivi, poichè manchiamo affatto di memorie fino all' anno 1138., le quali certamente nei prossimi anni antecedenti non possiamo avere, poichè sappiamo per testimonianza dell' Annalista Sassone, che nell' anno 1135. essendo per la seconda volvenuto in Italia Imperatore Lotario II. per superare l'Antipapa Anacleto, ed assicurare tranquillamente al vero Pontefice Innocenzio II. il Go

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