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2 pecora, quae natura prona atque ventri oboedientia finxit. Sed nostra omnis vis in animo et corpore sita est; animi imperio, corporis servitio magis utimur; alterum nobis cum dis, alterum 3 cum beluis commune est. Quo mihi rectius videtur ingeni quam virium opibus gloriam quaerere et, quoniam vita ipsa qua fruimur brevis est, memoriam nostri quam maxume longam efficere. 4 Nam divitiarum et formae gloria fluxa atque fragilis est, virtus clara aeternaque habetur.

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Sed diu magnum inter mortalis certamen fuit, vine corpo

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2. Sed... Senso: ma altro è l'uo-
mo dal bruto; noi abbiamo ani-
ma e corpo, il bruto corpo solo.-
omnis non tota, perchè sul concetto
della unità della vis (energia) pre-
domina il concetto della dualità di
anima e corpo.
imperio... servitio
...utimur. Non è bene tradurre a
lettera; si dirà: « comandi l'animo,
il corpo obbedisca», opp. « a quella
il comandare, a questa l'obbedi-
re-beluis non «belve», come fa-
rebbe credere l'identità originale
della parola, ma bruti».

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«

3. Quo perciò ».-opibus: « potenze »; ma a noi basterà dire: << con l'ingegno... con la forza > (del corpo). fruimur: godiamo; ma noi più volentieri : « la vita nostra. È proprio de' Greci e de' Latini circoscrivere con un verbo speciale alcune idee, che noi indichiamo comunemente con verbi di significato più largo e più generale. quam m. long. efficere:

fare ogni sforzo possibile per lasciare lunga ricordanza di noi ».

4. divitiarum et f. gloria, cioè i beni corporali.-fluxa: «passeg

gera», (da fluo, donde flu-men) finisce per la inesorabile opera del tempo; fragilis: fragile, di cosa che può esserci tolta prestissimo per cause anche non dipendenti da noi; è dunque più che fluxa. habetur: « è posseduta», «è in poter nostro »; è in efficace antitesi con l'idea di fluxa e fragilis: beltà e ricchezza ci può essere tolta per caso improvviso, e, certo, finisce col tempo; la virtù è tutta nostra, sicuro possedi

mento.

5. Sed: << se non che »; non è avversativa. ma indica il passaggio ad altra considerazione, e a più larga trattazione del soggetto.

Imortalis per homines, frequente in Sallustio, ignoto a Cesare, è raro in Cicer. e solo unito con multi, cuncti, omnes; ma è poetico e sa di greco. Qui pare che indichi una cotale antitesi con diu, il cui senso intimo cresce con magnum certamen. Acuta e, direi, graziosa la osservazione di Frontone in AULO GELLIO, XIII, 28: « multi mortales nescio quo pacto et quodam sensu inenarrabili omne fere genus quod in civitate est et ordinum et aetatium et sexus comprehendunt »; mentre « multorum hominum appellatio infra modicum (piccolo) quoque numerum cohiberi atque includi po

ris an virtute animi res militaris magis procederet. Nam et 6 prius quam incipias consulto et ubi consulueris mature facto opus est. Ita utrumque per se indigens alterum alterius auxilio 7 eget.

Igitur initio reges (nam in terris nomen imperi id pri- 2. mum fuit) divorsi pars ingenium, alii corpus exercebant: etiam tum vita hominum sine cupiditate agitabatur; sua cuique satis placebant. Postea vero quam in Asia Cyrus, in Graecia Lace- 2 daemonii et Athenienses coepere urbis atque nationes subigere, lubidinem dominandi causam belli habere, maxumam gloriam in maxumo imperio putare, tum demum periculo atque negotiis compertum est in bello plurumum ingenium posse. Quod si re- 3

test. » Ma non questo, certo, è il nostro caso.—res militaris... procederet, l'Alfieri alguerreggiare giovi ». 6. consulto... facto, part. perf. pass. neutri, retti da opus est. CIC. ha solo properato opus est (Milon. XIX, 49) e quaesito (Parad. V, 2, 46); ma è costruz. frequente in Liv. e ne' più antichi.

7. Ita ha certo valore consecu

tivo : sicchè ».

«

- utrumq... eget : « non bastando ciascuno di per sè, ha bisogno l'uno dell'altro ».

2.-1. Igitur si ricongiunge con le parole diu magnum... procederet, giacchè le altre da nam fino a eget sono da considerare come una parentesi. In ital.: i re dunque -divorsi, più recentemente diversi (cfr. vorto e verto, voster e vester), è come preparazione a pars... alii per la così detta dichotomia (taglio in due parti), e si applica per lo più a due che seguono vie contrarie. Noi lo omettiamo.-exercebant:

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canza di congiunzione, a-syn-deton) fa più solenne l'osservazione. agitabatur sta per il più comune agebatur.

2. Cyrus. Ciro, detto il maggiore per distinguerlo dall' altro (il giovine) figlio di Dario e Parisatide, nacque da Cambise re della Persia e da Mandane, figlia del re dei Medi; sottomise i Medi ai Persiani, e fu de' più grandi conquistatori dell'antichità. Senofonte nella Ciropedia (= educazione di Ciro) ne fece il tipo di re perfetto.-causam : « sola causa ». Dove il contesto limita di per sè il concetto, i Latini (e i Greci) taciono spesso l'agg. « solo o. l'avv. « soltanto», che noi volentieri usiamo. —putare: far consistere ». - periculo: « prova »; peri-culum è derivato dalla stessa radice di peri-tus, experi-ri, com-peri-re; greco πεTρα (= peri-culum).—negotiis : « ‹ opere », <operazioni di guerra ».

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3. Il senso è ma anche in pace dovrebbe l'ingegno prevalere al corpo ed essere coltivato da chi è al potere; dove ciò non si faccia, ne avvengono rivoluzioni e mutamenti rovinosi. - regum atque im

gum atque imperatorum animi virtus in pace ita ut in bello valeret, aequabilius atque constantius sese res humanae haberent, neque aliud alio ferri neque mutari ac misceri omnia cerneres. Nam imperium facile eis artibus retinetur, quibus initio 5 partum est. Verum ubi pro labore desidia, pro continentia et aequitate lubido atque superbia invasere, fortuna simul cum 6 moribus immutatur. Ita imperium semper ad optumum quemque 7 a minus bono transfertur. Quae homines arant navigant aedificant, virtuti omnia parent.

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Sed multi mortales, dediti ventri atque somno indocti incultique vitam sicuti peregrinantes transiere; quibus profecto contra naturam corpus voluptati, anima oneri fuit; eorum ego

peratorum formano un concetto solo: che se i re e in generale i governanti. Imperator fino ad Augusto indicò proprio il capitano supremo; ma in Sallustio pare designi anche governante, sovrano, come apparirebbe dal cap. VI, 7: annua imperia binosque imperatores (= consules) sibi fecere, e dal Giug. I, 3: dux atque imperator vitae mortalium animus est. - valeret : « fosse tenuta in conto - alio, avv.

4. artibus: arti, con valore di azioni o costumi, che possono essere buoni o cattivi; qui sarebbero buoni.

=

5. labore: amore al lavoro, ⚫ operosità. — continentia... luhido: moderazione... incontinenza » opposte l'una all'altra come aequitas (equità giusta estimazione de' meriti altrui) e superbia (superbia, esagerata e ingiusta estimazione di sè).--invasere in origine era da sottintendere animos, civium animos; così al cap. X, 6: ubi contagio quasi pestilentia invasit; Giug. XLI, 9: cum potentia avaritia invadere; ma è già usato assolutamente in TERENZ. Ecira III, 21, dolor repente invasit. Fu usato anche col dat. di persona, Cic. Fam. XVI,

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8. ventri atque somno:

«

alla gola e al sonno; cfr. PETRARCA P. I, Son. 7.: La gola e 'l sonno e l'oziose piume - Hanno del mondo ogni virtù sbandita. indocti (ignoranti per colpa propria) riguarda l'intelletto; inculti (« incolti) riguarda anche il corpo e comprende, oltre la mancanza di studio, anche la non curanza de' giuochi ginnici, che importano fatica, e ai quali ognuno sa come si applicassero i Romani del buon tempo. peregrinantes: pellegrini, che a tutto sorvolano inosservanti e inosservati, senza lasciare traccia di sè.-anima oneri:

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l'anima di peso, e perchè, schivi di ogni fatica, non possono appagarne le innate aspirazioni al nuo

vitam mortemque iuxta aestumo, quoniam de utraque siletur. Verum enim vero is demum mihi vivere atque frui anima vi- 9 detur, qui aliquo negotio intentus praeclari facinoris aut artis bonae famam quaerit. Sed in magna copia rerum aliud alii natura iter ostendit.

Pulchrum est bene facere rei publicae, etiam bene dicere haud 3. absurdum est; vel pace vel bello clarum fieri licet; et qui fecere et qui facta aliorum scripsere, multi laudantur. Ac mihi quidem, ta- 2 metsi haud quaquam par gloria sequitur scriptorem et auctorem rerum tamen in primis arduum videtur res gestas scribere: primum quod facta dictis exaequanda sunt; dehinc quia pleri

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-

9. Verum enim vero, energica avversativa: « ma veramente »; rara in Cic. (Verr. Act. II, III, § 194), frequente negli storici. aliquo negotio, abl. della causa, che rende intentus l'animo; la quale causa è qui espressa dalla cosa, a cui (dat.) l'animo intende. Questo uso dell'abl. è possibile per ciò, che intentus è usato anche assolutamente; VIRG. Aen. V, 137: intenti exspectant signum; II, 1: intentique ora tenebant. facinoris, gen. sogg.:

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«

di altri, non degli altri.

2. Ac mihi quidem: «e veramente a me»; non già « ma » con l'Alfieri, perchè ciò che segue rende ragione del perchè sia degno di lode chi scrive le geste altrui come conviene.-in primis rinforza l'agg. arduum. - facta dictis exaequanda sunt. Luogo discusso e inteso variamente; alcuni spiegano bisogna che le parole narrino i fatti secondo verità; ma questo è compreso nell'inciso che segue. Piuttosto con altri: conviene esporre le cose con parole degne, le parole devono eguagliare i fatti». Qualcuno poi intende dictis come dativo; ma in questo caso ci aspetteremmo factis dicta exaequanda. Piuttosto dictis è

que quae delicta reprehendĕris, malevolentia et invidia dicta putant, ubi de magna virtute atque gloria bonorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit, supra ea veluti ficta pro falsis ducit.

3 Sed ego adulescentulus initio sicuti plerique studio ad rem publicam latus sum, ibique mihi multa advorsa fuere. Nam pro pudore, pro abstinentia, pro virtute audacia largitio avaritia 4 vigebant. Quae tametsi animus aspernabatur insolens malarum artium, tamen inter tanta vitia imbecilla aetas ambitione cor5 rupta tenebatur; ac me, cum ab reliquorum malis moribus dissentirem, nihilo minus honoris cupīdo eadem qua ceteros fama atque invidia vexabat.

abl. di mezzo.- quae... reprehenderis, cioè le male azioni che l scrittore biasimerà »; ma reprehenderis è usato in senso intensivo per il semplice narraveris. Altri spiega: ciò che dirai per biasimare i delitti », avendo riguardo a dicta che segue. virtute atque gloria. Intende atti virtuosi e gloriosi, dei quali ai lettori alcuni sono credibili, altri no. Tutto questo punto ricorda evidentemente TUCID. II, 35, dove Pericle accingendosi a lodare i morti in guerra, dice: « Perocchè gli è difficile parlar misurato là dove male si può far credere di dire il vero. Infatti l'uditore che sa le cose ed è benevolo, forse crederà che si dica meno di quello che egli sa e vorrebbe ma chi non le conosce, stimerà per invidia che si esageri, dove si narri azione superiore alle sue forze. Perocchè le lodi fatte ad altri ciascuno tollera, finchè riguardino azioni, che anch'egli stima di poter compire; quelle che superino le sue forze, invidia subito e non le crede. »

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iscriver bene si richiede studio e fatica. E a questo io intesi da prima (cfr. cap. IV § 2); ma da principio l'ambizione attirò me giovanetto, come i più, alla vita pubblica. adulescentulus: «giovinetto inesperto». - - ad rem p., sott. gerendam, capessendam: alla vita p. ».

caso «

ne»,

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ibique multa advorsa: « ma vi tro-
vai molte contrarietà ». — pudore.
Pudor, più che al nostro pudo-
re», corrisponderebbe in questo
a ritegno», «moderazione »;
audacia varrebbe sfacciataggi-
o meglio impudenza». A
pudor Cic. Catil. II, 11, oppone
petulantia. - abstinentia: « integri-
tà»,
disinteresse »; l'opposto è
avaritia; a virtute si oppone largitio.
4. Quae. Sciogli il relativo con una
cong. copulativa e un dimostrati-
vo. animus, sott. meus. — - insolens:
ignaro», « non avvezzo a». -
imbecilla aetas: « l'età mia debole
ancora». Imbecillus indica per lo
più debolezza prodotta da malat-
tia o dall'età. - corrupta teneba-
tur: « era corrotta e stretta da».

«

5. ac: « e perciò ». - cum: sebbene». honoris... vexabat. Intende: la brama d'onore mi facea commettere cose, per le quali anche a

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