Immagini della pagina
PDF
ePub

1

tenere alla Puglia; secondo le considerazioni di Strabone non si poteva più scorgere allora differenza di lingua e di costumi fra essi; e gli Apuli propriamente detti (465). Questi Apuli di Strabone sedevano all' occidente del Gargano intorno al golfo cui sono di fronte le isole Diomede (466). Sono in Plinio gli Apuli Teani (467). Ei distingue tre popoli Apuli, i Teani, i Dauni ed i Lucani (468). Questi ultimi senza dubbio non sono altro che Sabelli che occuparono delle città degli Apuli siano Lucane siano Sannite perchè in questo paese queste ultime possedevano Luceria; e potrebbe essere che il nome di Lucani fosse comune alle colonie Sabelliche. Senza l'audacia delle congetture bisognerebbe deporre ogni pensiero di studio sulla storia antica dei popoli; ben è vero che se ne può fare un enorme abuso, ma quando mi si consenta, metterò innanzi come ipotesi che questi Apuli primitivi, o Opici di nome e di stirpe soggiogarono i Dauni e che le tradizioni di Diomede e di tutto quanto tenevano del greco le arti e i costumi, si mantennero sotto il loro governo, come si è visto a Faleria ed a Cere. Supponendo l'esattezza d'una narrazione che pervenne sino a noi bisognerà bene non contraddire che i Peucezj, fossero una mescolanza di Oschi; perchè i nomi dei due Peuceti Cajo e Paolo (469) che fecero il disegno d' avvelenare Cleonimo, sono intieramente latini.

Questa nazione che aveva in se tredici popoli (470), nel principio della guerra Peloponesiaca era ancora governata da un re (471). L'istoria tace di lei fino al quattrocento cinquantotto (Olimpiade 120; 4. anno), in cui Agatocle si collegò con lei e coi Japigi proteggendo le loro piraterie sul mare Adriatico (472). I Peuceti erano adunque alJora indipendenti di Roma. Però eserciti Romani s'erano Niebuhr T. I.

10

già innoltrati come nemici dal quattrocento quarantasette sulle terre dei Sallentini, nel quattrocento cinquantadue vi s' innoltrarono come protettori contro Cleonimo. In queste due spedizioni e nella guerra di Pirro e in progresso quando si sommisero i Messapi e i Sallentini, il nome di Pediculi non è proferito abbenchè i generali Romani abbiano dovuto tragittare pel loro paese,

La Daunia pure quando faceva con Taranto la guerra ai Messapi, era un regno. I Romani la trovarono divisa sotto il governo di alcune grandi città, per le discordie delle quali si possono decifrare alcuni racconti che altrimenti non sarebbero intesi rispetto ai vincoli con Roma di tutta l' intiera nazione. Arpi era la più possente di questę città e credo che il territorio abbia avuto un' estensione considerevole se il distretto di Siponto cadde in poter di Roma come un bene comunale che le fu confiscato in pena della sua defezione nella guerra d'Annibale (473). Grande pure era stato Canusio e nel tempo di Strabone le sue mura non attestavano minor splendore di quelle d' Arpi.

[ocr errors]

Si spaccia per Messapia (474) un' iscrizione di greca antico, copiata con leggerezza da un uomo che non ne sapeva la lingua. Le parole che portano le, monete di Japigia sono greche, e il greco era pure parlato dalla nazione, benchè in progresso la lingua ereditaria facesse luogo alla lingua dominante in Sicilia. - Gli abitanti di Canusio simili ai Bruzj parlavano il greco con l'antico dialetto, del paese (475). I monumenti dell' Apulia, come tutti quelli di queste contrade hanno un carattere greco oltre un suo proprio. I vasi di terra e per forme e per pitture sono d'un lavoro inferiore; quantunque si siano trovate delle opere in bronzo di una rara bellezza,

I GRECI IN ITALIA.

All' istessa foggia che si fecero venire in Italia Idomeneo e Diomede, altre leggende quasi usurpando dei monamenti per ispiegarli alla loro maniera, vi chiamavano Filottete, Epeo e i discendenti di Neleo insieme a dei guerrieri Greci e prigionieri Trojani. Ma da nessuno di questi pretesi stabilimenti si vede nascere un popolo greco; onde bisogna conchiudere che questi Greci al pari di Diomede siano stati annientati, o che abbiano corso qualche metamorfosi (476).

La più antica colonia che conosca l'istoria è quella dei Calcidi a Cuma e poscia ad Ischia e sulle piccole isole vicine. I cronologisti d'Alessandria fanno salire questa colonia a tempi infinitamente lontani, nell' intento senza dnhbio di far procedere i suoi fondatori dalle genealogie eroiche. Perchè quand' essi mancavano di dati positivi, a modo d'esempio per la fondazione delle città di Sicilia ebbero ricorso ai calcoli per generazioni che avevano di mira di sospingere all' età più longeve le prime epoche. Essi non trovarono un' era per Cuma, perchè già da molto tempo non era più città greca, e quando essi ne costituirono la fondazione per via dei loro rapporti genealogici si trova contro ogni verosimiglianza anteriore di molto alle più antiche città greche circonvicine. La tradizione indica che quelli che conducevano le colonie viaggiarono per mari che non erano ancora navigati, perchè nel giorno i vascelli sono scorti da una colomba, nella notte li precede il mistico suono del bronzo. E quando la prima colonia d' Ischia non fosse venuta che dalla costa orientale della Sicilia v'avrebbe ancora della audacia nell' intrapresa. Senza fallo l'alta an

[ocr errors]

tichità di Cuma non vera, benchè non si possa additare in alcun modo il momento della sua fondazione. Dicearchia sulla montagna al di sopra dei Pozzuoli era un porto fortificato dagli abitanti di Cuma, Se i Sami vi si sono piantati nei primi anni del regno di Dario (478) essi non trovarono certamente questo luogo deserto; ma poterono essere molto ben accolti dai Cumani che allora erano alle strette per la guerra tirrena. La fondazione di Partenope venne pure da Cuma.

[ocr errors]

Gl' Eritrei occuparono le derelitte Pittecuse donde venne la colonia di Neapoli: questo nome prova che ella era molto più recente di Partenope, Se gl' Ateniesi ebbero parte allo stabilimento di Napoli si potrebbe fissare con qualche verosimiglianza che fosse verso l'epoca della fondazione di Turio (479). Regio si eresse dagli abitanti di Cuma, d' accordo con i Calcidi di Sicilia e per dominare sul Faro. Quivi Micito fondò Pixo la più recente delle città Calcide sull'abbandonato territorio di Sibari. Locri era la più antica città greca dell' Enotria; se, come lo dice la tradizione, i suoi fondatori e quelli di Siracusa si sono scambievolmente ajutati (480). E se è vero che questa città sia stata effettivamente fabbricata trent'anni prima di Cortona (481), ell' era la più antica anche secondo la tradizione del paese che poneva l'arrivo degli antenati della colonia dopo la prima guerra Messenia nell' Olimpiade 14, anno I, Si narrava che i Locri, gli avi dei quali furono già governati dall' empio Ajace, avessero in qualità d'alleati delli spartiati fatto per vent'anni la guerra contro Messene e che la loro gioventù arrivava sui campi a misura che si faceva adulta. Si aggiunge che in questo mezzo le donne e le figlie vissero cogli schiavi in un'intimità senza freno; e quando gli uomini tornarono vittoriosi i colpevoli

varcarono i mari colle loro concubine (482). Da così bassa e vergognosa origine da concitare sino al furore la collera di Timeo al nudo racconto d' Aristotile, il popolo dei Locri d'Italia in grazia del suo legislatore Zaleuco sali a un alto grado di riputazione, a una prosperità, a una potenza tale che sulla riva opposta questi medesimi Locri fondarono Ipponio e Medma, reggendo per conseguenza tutto il territorio che giace fra i due mari fino alle frontiere di Regio.

La tradizione sulla condizione dei primi Locri, e sulla colonia di Falanto che si pose a Taranto nel primo anno della 18 Olimpiade, ci consente al pari dell' altra tradizione sulla colonia di Tera di intravedere che in quei tempi i figli usciti da unioni private del diritto di matrimonio conturbarono, in parecchie parti, le repubbliche aristocratiche che cercarono di sgravarsene mandandoli in lontane regioni. Un uomo assennato non accoglierà parola per parola veruno di questi racconti (483), ma non sarebbe però piccolo segno di leggierezza quando si volessero escludere come scevri d'ogni fondamento. Taranto aveva sopra Eraclea i dritti della Metropoli, e per lo meno una egual parte alla sua fondazione. Nè Callipoli era estraneo ai Messapi, come non I' era Idronto se era veramente Ellenica.

Le città Acaiche (Achee) Sibari e Crotone furono per quel che si dice, fondate nel medesimo tempo nell' anno secondo della 19 Olimpiade (484). La prima reggendo il paese che divenne in seguito Lucania fondò Posidonio e Lao; l'altra che teneva in suo potere il nord del Bruzio, eresse al sud, verso Locri, Caulonia; e sulla costa occidentale Terina. Altri Achei invitati dai Sibariti edificarono Metaponto che arricchì oltre misura coll' assidua coltura della sua fertile terra. Queste tre capitali d'origine Achea probabil mente insieme alle loro quattro colonie stettero lungo tempo

« IndietroContinua »