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minciò per la filologia uno stato di mezzo fra il periodo della sua prima grandezza (in quanto a se ell'era salita fin dove poteva andare, e bisognava che discendesse) e l' e l'epoca d'una grandezza novella più doviziosa più vasta, grandezza che ereditava da' progressi delle altre scienze, le quali appunto per questo dovevano contribuire ad ottenebrarla ancora per qualche tempo: Si fu come uno stato d'angustia e d'un male indistinto, come accade quasi sempre nelle vie di mezzo. Benleg ed altri pochi seguaci, che da una parte crearono quešť'era novella, e dall'altra conservarono l'antica scienza ci si appresentano come giganti fra i loro piccioli contemporanei. Nel secolo decimosettimo il genio e la scienza uscirono, per così dire, di tutela; uomini insigni ci appresero a contemplare le cose nella loro sembianza, educandoci con libertà e confidenza a certe indagini, a non veder nei libri, che fino allora si conoscevano, che una parte di prospettiva del mondo vivente, cui l'uomo non può appressarsi immediatamente, a servirsi insomma del suo sentire, del suo intelletto e della sua ragione. Questa recente libertà si estese altresì all' istoria romana. Ed appunto all'infaticabile operosità che domino l'ultima parte di quel secolo siamo debitori

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della prim' opera che seppe congiungere a un

certo novero di dettagli delle più generali intenzioni circa ciò che è, e ciò che potrebbe essere cotesta storia. Tali sono le eccellenti indagini di Perizonio, libro che simile a tutti gli altri parti del genio stette unico e grande, senza potere mai esser vinto nel genere in cui precesse. Se da un canto vi si sente già un' aura di quello spirito che in questi tempi cominciava in ogni parte a svegliarsi, dall'altro Perizonio andava di molto innanzi all'età in cui vivea, e Bayle che dodici anni più tardi notò le contraddizioni e le inverosimiglianze d'alcune parti della più antica storia di Roma, non fece uso nè conto alcuno delle fatiche di lui. Così parimenti s'è governato Beaufort, eppure quell' argomento cui fra mille altri simili, Bayle non pose gli occhi che per pochi momenti, fu l'unico scopo a cui intese questo scrittore.

Beaufort è ingegnoso, e mostra d' aver letto moltissimo quantunque non sia filologo. Alcuni de' suoi capitoli, non possono essere migliori, nè meglio condotti, dove degli altri sono veramente tenui e più leggieri che non si vorrebbe, Bayle è in ogni parte il suo maestro, il scetticismo è la vita della sua opera, egli non vuole che negare e distruggere, e s' egli

tenta qualche volta di edificare non ne nascono che delle cose deboli e caduche. Nulla di meno l'influenza e la riputazione de' suoi libri si sono straordinariamente estese; perchè l'istoria romana era quasi fuggita inavvertita fra le molte sollecitudini dei filologhi; quelli che se ne occuparono maggiormente, ma come di ogni altra istoria, erano certi intelletti non volgari di società, per uso dei quali fu allora scritta da parecchi autori che non aveano altra intenzione che di mescolarvi delle indagini e dell' erudizione. Quelli fra loro che non isdegnarono intieramente i primi secoli, benchè di poca importanza, stettero contenti all'investigazione di Beaufort senza pensare più oltre. L'istoria di Gibbon, che è pure per il filologo un lavoro sopr'ogn' altro eminente, lascia intatte quelle regioni.

Verso il principio del secolo presente la nostra nazione vide nascere un' altr' epoca nuova. I lievi studi non contentavano in alcun genere; certe parole vaghe, che sono sempre come mezzo arcane, furono poste in non cale; la distruzione in cui, per odio dell'antica tirannide, s'erano compiacciuti i tempi andati, ormai più non bastava; correvamo dietro a delle cognizioni precise e positive come i nostri antecessori, e volevamo sostituire le realtà

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alle fantasticherie che s'eran disgombrate. Noi avevamo di già una letteratura ch'era degna della nostra nazione e della nostra lingua; no stri erano Lessing e Goethe, e quel che niunt altro aveva fatto, questa letteratura prendeva una gran parte di quella della Grecia e di Roma, non imitata ma creata per la seconda volta. Ecco quello che l'Allemagna deve a Voss; i nostri ultimi nipoti dovranno esaltarlo come un benefattore. Con lui cominciano nuovi tempi per l'intelligenza dell'antichità, perch' ei seppe scoprire nei classici quello di cui essi supponevano già gli altri addottrinati, le loro idee circa il cielo e la terra, la lor vita privata, e le loro abitudini domestiche. Intese ed interpretò Omero e Virgilio come se non fos sero che dei contemporanei divisi dallo spazio. Il suo esempio scosse molti intelletti, e il mio in ispecie sin dall'infanzia, e quest' esempio si fortificò ancor d'avantaggio per gli sproni che mi mise di sua presenza quest' antico amico della mia famiglia.

Se l'età che passò s'era contentata di riguardare la storia antica in quella foggia che molte persone considerano le carte ed i paesi disegnati, come avessero cioè un' esistenza indipendente ed assoluta; senza aver pur cercato di rappresentarsi col soccorso di quei

difettosi ajuti, l'immagine degli oggetti, questa storia ormai non poteva più soddisfare, quando non si fosse studiata colla chiarezza e colla precisione di star a petto a quella dell'età nostra. Questo fu un tempo che ci fece testimonii di cose incredibili ed inaudite, un tempo che richiamò la nostra attenzione su molte istituzioni disusate e dimentiche se non per altro altro pel rumore che fecero nel crollo che sostennero. La nostr' anima addomesticandosi colle minacce si rinvigoriva nei pericoli, e nell' amore verso il principe e verso la patria che fu ai più lontani termini sospinto.

Allora la filologia che in Allemagna avea tocco di già quella floridezza ch'è di presente un argomento di gloria per la nostra nazione riconobbe dall'eternità la sua vocazione di mediatrice; fruendo per così dire, fra i secoli degli antichi tempi, d' un' identità non interrotta, con le più grandi e più nobili nazioni del prisco tempo, addomesticandoci per via della grammatica e dell'istoria, coi frutti del lor ingegno, e col corso dei loro destini quasi che non vi fosse un abisso che ci dividesse da loro.

l'esame

Così malgrado il favore quasi esclusivo che si pose per lungo tempo alla greca, critico dell'istoria romana, e la scoperta di certe forme incognite della costituzione, fu

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