Lettere ad Antonio Panizzi di uomini illustri e di amici italiani (1823-1870) pubblicate da Luigi Fagan. .: Volume unieo

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G. Barbèra, 1880 - 500 pagine
 

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Pagina 493 - Tu proverai sì com'e' sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle 60 lo scendere e '1 salir per l'altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle sarà la compagnia malvagia e scempia 63 con la qual tu cadrai in questa valle; che tutta ingrata, tutta matta ed empia si farà centra te; ma, poco appresso, 66 ella, non tu, n'avrà rossa la tempia.
Pagina 80 - Sino a qual punto le produzioni scientifiche e letterarie seguano le leggi economiche della produzione in generale.
Pagina 279 - Se non v' è- altra porta per uscir dall' ergastolo, io non picchierò mai a questa: vi resterò, vi morirò, non importa. Molti altri hanno dimandato ; lo so, e non li biasimo; ma spero che nessuno potrà biasimar me del mio proposito saldissimo. Ma su questo punto io non mi trovo discorde (nè potevo) dal signor P., il quale dice, che, se si vuole dimanda disonorevole, non si faccia a nessun patto.
Pagina 249 - ... cederà. Alcuni per disperazione, altri per antiche memorie, altri per desiderio di novità riguardano in Murat. Io per me credo che una rivoluzione che mettesse su un Murat, metterebbe su un altro partito politico nel Regno, aggiungerebbe altre cagioni di discordie e di guerre civili : ad una invasione straniera che volesse metterci sul collo un Murat, io mi opporrei sino a pigliare anche le armi pei Borboni. Eppure ora il Governo pare che lavori proprio per {spianare la via al Pretendente.
Pagina 280 - ... convinto e persuaso che, facendo dimanda di grazia, nuocerei a me stesso ed alla causa comune, e però sono deliberato di non farla mai a verun patto. Ma v' è pure una via per uscir dalla galera : andare in America.
Pagina 63 - Literary Criticism; e gli sta bene, perchè io me la piglio co' sistematizzanti e dottori di critica, segnatamente col Goethe. che parteggia in sì fatte inezie. Ma questa lettera è lunga quanto e più, che non bisogna per compensare con la lunghezza la poca frequenza del mio carteggio. Addio dunque dal cuore.
Pagina 489 - Austria. Noi facciamo guerra ad oltranza ai preti, e massime nel nostro giornale che adopera la discussione seria, l' ironia, il ridicolo, tutte le armi per combatterli : ma, credetemi pure, che il male è grave assai: Roma non è sul Tevere, ma nel cuore di molti anche liberali e colti che non possono spogliarsi del vecchio uomo fatto ed educato dai preti. Se Napoleone si ritira davvero, lo spaperemo noi il Papa col senno e col garbo italiano : ma ci devono lasciar fare a noi ; se ci fanno i tutori,...
Pagina 486 - Alfieri l' ultimo giorno della discussione gli si avvicinò e gli parlò in Senato. Il giorno seguente alla votazione, il Manzoni, come se nulla fosse accaduto, si recò col Giorgini a visitare il D' Azeglio, il quale per circa un...
Pagina 341 - ... odii e gli sdegni che quei signori della diplomazia nutrono per l'infelice nostra Italia. Son certo che se potessi offerirmi ad essi in olocausto sarebbero ad essa men contrari ; ma questo mezzo -romano di placarli non essendo consono alle idee 'del secolo, mi limito ad offerire loro l' ecclisse mia totale dal firmamento politico.
Pagina 213 - Ma quel eh' è più doloroso assai, non approvo molto di più la condotta politica di quelli che devo chiamare i miei amici politici. Vedo una esitazione, una mancanza di energia, di coraggio civile che non mi lasciano sperar molto. Per paura di violentare menomamente lo Statuto ci condurranno al passo dove lo Statuto sarà impossibile a mantenersi ; per conservare più lungamente i loro portafogli si renderanno lor pure impossibili. Eccettuo il !>' Azeglio da questo anatema, perché credo che capisce...

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