E tra que' che son morti e che son vivi E tra l'antiche e le moderne genti Non si trova uom ch' a Scipione arrivi. Non però Invidia di mostrargli i denti Costei fece nel popolo accusarlo, Ma poi che vide questo comun vizio E diede luogo allor al mal d' altrui, Tosto che e' vide come bisognava Roma perdesse o libertate, o lui. Nè il petto suo d' altra vendetta armava; Solo alla patria sua lasciar non volse Quell' ossa, che d' aver non meritava. E così il cerchio di sua vita volse Fuor del suo patrio nido, e cosi frutto Alla sementa sua contrario colse. Ne fu già sola Roma ingrata al tutto; Risguarda Atene, dove Ingratitudo Pose il suo nido più che altrove brutto. Ne valse contro a lei prender lo scudo, Quando all' incontro assai leggi creolle, Per reprimer tal vizio atroce e crudo. E tanto più fu quella città folle, Questi per loro oprar egregio e forte, Perchè nel vulgo le prese castella, Ma l'ingiuste calunnie e tanto ardite Spesso diventa un cittadin tiranno, E del viver civil trapassa il segno, Per non sentir d' Ingratitudo il danno. A Cesare occupar fe' questa il regno; Ma lasciamo ir del popol l'interesse: Acomatto Bascià, non dopo molto Cerca del mondo tutte l' ampie rive, E vedrai come i mutator di stati, Perchè se uno stato mutar sai, E non ti osserva poi fede nè patto; E tanto tempo questo timor dura, Onde che spesso servendo si stenta, E poi del ben servir se ne riporta Misera vita e morte violenta. Dunque non sendo Ingratitudin morta, Ciascun fuggir le corti e stati debbe : Chè non c'è via che guidi l' uom più corta A pianger quel che e' volle poi che l'ebbe. CAPITOLO DELL' AMBIZIONE. A LUIGI GUICCIARDINI. Luigi, poi che tu ti maravigli Di questo caso ch' a Siena è seguito, & E se nuovo ti par quel ch' hai sentito Perchè dal sol di Scizia a quel d'Egitto, Qual regione, o qual città n' è priva? Queste nel mondo, come l' uom fu nato, Di poco Iddio aveva fatte le stelle E la superbia degli angeli domo, Quando che nati Cain ed Abello, Potenzia occulta, ch' in ciel si nutrica Tra le stelle che quel girando serra, Per privarci di pace, e porci in guerra, Per torci ogni quiete ed ogni bene, Nude son queste e ciascheduna viene Ma ciascheduna d' esse ha quattro volti, Con queste Invidia, Accidia e Odio vanno Da queste Concordia è cacciata in fondo; Per costor la quieta e dolce vita, Queste del lor pestifero veneno Riempiendogli il grembo, il petto e 'l seno. E loro alta possanza dimostraro Poi che potevan far ne' primi tempi, Un petto ambizioso, un petto avaro; Quando gli uomin viveano e nudi e scempi D'ogni fortuna, e quando ancor non era Di povertà, nè di ricchezza esempi. O mente umana insaziabile, altera, Poichè per la tua voglia ambiziosa Cresciuta poi questa mala sementa Non c'è ragion che di mal far si penta. Di qui nasce ch' un scende e l' altro sale; Di qui dipende, senza legge o patto, Il variar d' ogni stato mortale. Questa ha di Francia il re più volte tratto, Questa del re Alfonso e Lodovico E di San Marco ha lo stato disfatto. Ne sol quel che di bene ha il suo nimico, Ma quel che pare (e così sempre fu Il mondo fatto moderno ed antico); Ognuno stima, ognuno spera più Sormontare opprimendo or quello, or questo Che per qualunque sua propria virtù. A ciascun l'altrui ben sempre è molesto : A questo instinto natural ci mena E perchè Francia vittrice rimanga; E perchè in questa parte sia ridutta Se con Ambizion congiunto è insieme, Quando una region vive efferata, Per sua natura, e poi per accidente Di buone leggi instrutta ed ordinata; L'Ambizion contro l'esterna gente Usa il furor, ch'usarlo infra sè stessa Nè legge, nè il re gliene consente; Onde il mal proprio quasi sempre cessa; Se viltà e trist' ordin siede accosto E quando alcun colpasse la natura, Dico che questo non iscusa e franca Questa l'Italia già fece fiorire, Or vive (se vita è vivere in pianto) Viltate e quella con l'altre consorte Vedrai nell' Ambizion l'una e l'altr' arte, Rivolga gli occhi in qua chi veder vuole L'altrui fatiche, e riguardi se ancora Cotanta crudeltà vide mai il sole. Ch' il padre morto, e ch' il marito plora, Quell' altro mesto del suo proprio letto Battuto e nudo trar si vede fuora. Oh quante volte avendo il padre stretto In braccio il figlio, con un colpo solo È suto rotto all' uno e l'altro il petto! |