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mente in queft'opera fupera fe lef fo. Per le dipinture ad eglio nel frontefpitio,che ftà sù la cappelletta vedefi una profpettiva che forma una scalinata che và terminare in una loggia, dalla quale, moftrafi da Pilato il Signore flagellato al Popolo, la dipintura della prospettiva è del Biviani che per molto tempo dipinfe in Napoli, il pensiero però fù del Cavalier Fanfaga, le figure fono del Cavalier Maffimo. Vi è un quadro del Signore ligato alla colonna có due manigoldi di Luca Cangiafi, vi è un quadro belliffimo del Pontuorno anco di paffione ad accquarello, vi fono quattro quadri con diverfi mifteri della paflione del Signore affai confiderati, e di tima del Bifaccioni,nella cappella vi stava una tela nella quale con più figure vi era efpreffa la depofitione di Giesù Chrifto dalla croce con più figure opera la più bel la che fia ufcita dal pennello del Rrr 6

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lo Spagnoletto. Questa tela è ftata trasportata dentro del teforo, effendo che dove ftava l'altare della cappella vi si è fatta una porta, per la quale s'entra alteforo, ne' lati di detto luogo vi fono due figure del noftro Luca Giordano alla maniera di Guido Reni, che fanno ingannare ogni più esperto nella maniera de dipintori. Gli armari poi con le loro fpalliere che ftanno d'intorno à quefto vafo fo. no degni d'effer bene offervati. Só tutti di lavori di Tarfia così beni intefi, e defignati che migliori defiderar non fi ponno, efprimono cafamenti, ed edificii bizzariffimi ornati di Arabefchi intagliati con fiori, augelli, equadrupidi con ranto accordio,e vivezza che niente più, e quel che più arreca maraviglia fiè che havendo un fecolo, e più anni di vita ftanno come fuffero fatti di fresco, fenza perdere punto di quella tinta, che fù data allegrame che vi stà commesso. Dal

Dalla Sacriftia fi può entrare à vedere il guardarobba, che altri chiamano il Teforo, ultimamente fatto, dove fià trafportato quel quadro dello Spagnoletto che ef prime la depofitione del Signore dalla Croce con molte figure, cofa delle più belle che fiano uscite da un cosìerudito, e nobile pennello; E veramente con altro nome chiamar non fi doverebbe, perche veramente chiude in feun teforo d'argenti, e di galanterie. Vi è una Croce per l'altare maggiore, alta molti palmi, e lavorata tutta di ftatuette, & hiftorie di baffo rilievo, in modo che dà molto che offervare. Diconoi padri che Antonio Faenza, che ne fù l'autore v'haveffe fatigato 14,anni.

Vifono dodeci candelieri, fei grandi per lo primo fcalino, e fei minori per lo fecondo tuttià gitto, e dagl'intendenti fi dice che per lo lavoro no han prezzo. Que. Ati fono stati cavati da fei candelieri

lieri di bronzo, lavorati in Francia, che sono cofa per lo lavoro maravigliofa.

Vifono i vati fimilmente à git to di lavoro non inferiore alli capdelicri, lavorati in Napoli, con i loro fiori fimilmente d'argento al naturale, efono stati i primi che fano fati vifti di questa forte in Napoli, inventati da Francefco Airone.

Similmente per tutte le cappel levi fonoi candelierià gitto egre. giamente lavorati da inoftri più famofi artefici, e vafi fatti da di. verfi valent'huomini, e particolarmente da Gio: Domenico Vinaccia, che in questa forre di lavoro non ha pari. I fiori fono tut ti d'Antonio Palermo, chein lavorarli è maraviglioso, perche non li fà mancare altro, che il colore, cl'odore.

Vi fi vede un tabernacolo d'argento tutto à gitto fatto da Gio: Domenico Vinaccia, nel quale fono

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fono stati speli da 6000. fcudi. Vi è ur statua della Vergine concetta, intera fatta dallo stesso Vinaccia, nella quale fimilmente vi è di spesa 6500. fcudi.

Vi è una mezza statua d'ut S. Brunone fatta col modello del Cavalier Cofimo, che più spiritofa, e bella veder non fi può.

Vi è un altra mezza statua d'un S.Martino, la testa della quale fù fatta col modello del Cavalier Fa faga, il corpo è ftato fatto d'Antonio Monte.

Vi fono poi croci d'ambra, vai rii cristalli di monte incifi con grand'arte, & infinite altre galanterie. Vi fono ricchiflimi paliotti per l'altare maggiore, e frà questi uno tutto ricamato di perle, un altro tutto di fila di puriffimo oro, un al:ro di gran meraviglia per ve. dervefi fei quadretti lavorati à púto spaccato, nelli quali coll' go ftanno efpreffe con tanto difegno, evivezza alcune attioni di S. Bru

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