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Da quefte stanze peruna lunga volta che tiene à deftra l'ampio cenacolo,nel quale s'unifcono i Mo naci à pranfo ne'giorni che effi di. cono; quando fit fermo, s'efce in un altro chioftro, che da loro fi dice extra clauftrum, dove stanno tutti i procuratori, & altri che han penfiero delle tenute del Monafterio, e di quefti ogn'uno have il fuo commodo appartamêto. Que to chioftro hà le fue loggie foura del mare, in questo stà una famosa farmacopea, da questo fi cala alla cantina,che è degna d'effere vedu ta,sì per la grandezza del vafo,come anco per la quantità, e pretio fità de vini, che vi fi confervano. Per quefta ancora fi và al forno,dove s'ammalla ogni giorno quantità di pane, il più fino, e bianco che fi veda in Napoli. Da quefto chioftro s'efce al cortile della chie a per dove s'entrò

Ufciti da quefta Chiefa fi può Alire à vedere il Caftello, hoggi det

derco di S. Erafmo, e dal volgo di S.Ermo, e prende quefto nome,co. ..me diffe, da una Chiefa, che ad honor di queflo Santo fù edifica. ta. Ilinonte anticamente veniva detto Monte di Polilipo, perche, da qui cominciava, e da Francefi chiamato veniva, Leciambres, in quefto vi fù edificato una gagliarda torre, che nominata veniva il Belforte. Carlo Secondo conofcendo effere questo luogo neceffario alla difefa della Città vi fece edifi. care un Caftello, ancorche alcuni

vogliono, che fulle opera di Roberto figliolo di Carlo, ma non è vero, perche Roberto folo lo per. fettionò; la struttura di questo era all'antica, come quella del Caftel Novo, che ferve di mafchio alle nuove mura fatte d'Alfonzo. Di quefto Caftello poco conto le ne fè dagl'Aragonefi, nell'anno poi 1528. effendo ftata affediata Napoli da Monsù Leutrec, il quales' accampò verlo Poggio reale, Don

Ugo

Ugo de Mongada Luogotenente del Regno per la morte di D. Carlo della Noia, penfando che se quel luogo fuffe ftato preto da nemici poteva effere di gran confeguenza, perche da quello fi poteva battere tutta la Città, lo fortificò al me. glio che fi potè, e lo prefidiò con più compagnie di buoni foldati. Nell'anno poi 1535. effendo venuto in Napoli il grand'Imperator Carlo Quinto, ed offervato il to, ed il forte di S. Eimo effere i difefa, e ficurezza alla Città ordinò à D.Pietro di Toledo fuo Vice-Rè, che vi faceffe fabricare un Caftello, onde nell'anno 1538. fi vide egregiamente terminato con quelle regole di fortificatione,che in quei tempi fi ftimavano le più buone, e le più confiderate, quefto fù fatto colla direttione, e digno di Pirro Luigi Serina Valetiano Cavaliere, e Maftro di campo nella militia Cefarea efpertiflimo nelle materie del fortificate.

Di

Difignò questa fortezza in figu. ra ftellare con fei angoli, e perche la maggior parte ftà inalzata nel Monte duro, che in se bà una pictra facile ad effere minata, così be ne la contraminò, che le contramine fon degne d'effere vedute perche ponno fervire di regola à chi attende à quefti ftudii, nel mezzo di questo l'autore v'inclufe una buona parte del vecchio Ca. ftello per fervirfene di maschio, come fece Alfonzo Primo nel Ca. ftel Novo, mà nell'anno 1587. à 13. di Decembre accadde una fiera tempefta, ed un fulmine arrivò al. la confervatione della polvere, che fotto di detto mafchio G confervava, ed havendola accefa lo má. do tutto per aria, colla morte di cento, e più perfone. D.Garfia di Toledo all'hora Caftellano fi falvò colla moglie per effere nel gior no antecedente calato in Napoli. Scoffe queft'accidente talmente la Città, che molte Chiefe, e cafe

minacciorno ruina. In questa for tezza vi è una bella piazza d'armi, & hà cannoni degni d'eflère ve. duti,mà fopratutto vi è una cisterna, dalla quale fono date cavate tutte le pietre ch'han fervito per la fabrica del Calello, ed è così grande, ed abbondante d'acqua che in fei anni per fervigio di tut to il pretitio, del quale puo offere capace, non verr:bbe à mancare mezzo palmo. Quell'acqua è delle più fresche, e delle più purificate che fianu in Napoli, effendo vecchiflima. La porta di marmo di quefto Catiello fù lavorata da Mafo di Fiefoli.

Ufciti da quefta fortezza fi può tirare per la strada delle carozze girando à finiftra, egionti al luogo dove fi dice la Torre del Castellang tirare avanti fimilmente à Giniftra, & in questa firada dallas Atella mano le ne vede un altra por la quale comodamente fi cala à Chiaja, indi girando à destra à Gier.VI. dric

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