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sacri ministri; lodate la fedeltà verso i Principi legittimi. Ed allora, solamente allora, potrete sperare, che le vostre parole giovino a mondare, se è possibile, gli uomini faziosi d'Italia dai vizii che li difformano, e ad abbellirli delle virtù che loro mancano.

Se continuerete ad esercitare così l'arte oratoria, come ora l'avete esercitata in questo elogio del Campanella, siatene certo, voi parlerete ai sordi e perderete il fiato.

III.

La Vita di Gesù CRISTO, scritta da ALFONSO CAPECELATRO, prete dell' Oratorio di Napoli - Napoli, tipografia degli Accattoncelli 1868. Due volumi in 12.o di pagg. LII-446 e 468.

Uno de' mezzi più efficaci di rinvigorire negli animi de' credenti la fede, non puramente speculativa ma operosa e fervida di carità, è quello di guidarli soavemente alla cognizione più perfetta che sia possibile di Gesù CRISTO, autore e consummatore di essa fede. Il che se fu vero in ogni tempo, lo è massimamente in questi che viviamo, ne' quali gli empii, nel forsennato proposito di abbattere dalle radici il Cristianesimo, hanno rivolti tutti i loro sforzi a falsare la persona, le qualità e la missione del suo divino Fondatore. Ottimo consiglio, e sotto qualche rispetto anche necessario, fu quello a cui si tennero non pochi valorosi scrittori, di rispondere direttamente ai sacrileghi calunniatori del divino Maestro. Ma altri non contenti della semplice difesa, da quegli assalti medesimi, onde i suoi nemici si argomentavano di farlo disconoscere, pigliarono occasione di rappresentarlo nella sua interezza ai fedeli, a fine che il ravvisassero per quello che è, e ravvisandolo si rinfiammassero nell'amore di lui.

Fra cotesti benemeriti è da assegnare un posto assai ragguardevole al chiarissimo P. Alfonso Capecelatro dell' Oratorio di Napoli per la Vita di GESÙ CRISTO, da lui ultimamente messa a stampa, dopo un' altra opera che avea in addietro pubblicata in confutazione delle bestemmie del Renan nella sua falsa Vita di Gesù. « Pe' dì che corrono (così egli nella Prefazione) mi par tanto grande il be

nefizio che potrebbe venire alla società cristiana, se tutti si volgessero con amore a guardare la soave bellezza di Cristo, che anch'io mi son lasciato indurre a scriverne insieme coi molti che il fecero e con gli altri che oggi stesso il fanno. . . . Io guardo semplicemente e come storico alla vita che Gesù menò negli anni che visse in terra, i quali son pochi, ma essi soli riescono subbietto della più grande e nuova istoria che mai si avesse l'universo; io guardo alla vita di Gesù per tentar di ritrarne più di tutto l'ineffabil bellezza, ed imprimerla nell'anima di coloro, che credono in lui, o almeno che desiderano di credergli. . . . Pertanto spero di non far opera al tutto inutile, quantunque non intenda a combattere errori, ma solo a mostrare il vero; non a persuadere filosofi o miscredenti, ma solo a edificare fedeli e a generare, quanto è da me, la suprema forza dell'uomo, che è la carità 1. »

Colle quali parole è divisato chiaramente lo scopo del pio Autore, che non è di fare un'opera direttamente apologetica nè di erudizione; ma sopra tutto di ritrarre le divine qualità del Redentore ad incremento di fede e di pietà negli animi ben disposti, o almeno non del tutto alieni da lui.

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La fonte, a cui esso attinge, sono naturalmente i santi evangeli, ne'quali trovansi registrati, sotto l'ispirazione della infallibile verità, le opere e gl'insegnamenti del divino Maestro. Se non che « il sacro libro de' vangeli (come opportunamente osserva il medesimo chiaro Autore) assomiglia una semenza. La semenza di un grande albero contiene in sè tutta la forza, la bontà e la bellezza di esso ma non si manifesta e sviluppa ne' rami, nelle fronde e nelle frutta, se non attraendo a sè la virtù dell' aria, che le è intorno, e quella benigna dell'acqua, che le piove dal cielo. Così è il libro de' santi evangeli. Tutta la vita di Cristo, conoscibile da umano intelletto, è indubitatamente in quel libro: ma nondimeno, quando esso sia vivificato dal calore di alcune verità teologiche, razionali, storiche o appartenenti ai costumi ed ai luoghi della Giudea, manifesta e svol

1 Pref. pag. XLVII-VIII.

ge in più ampia tela la sua infinita bellezza, e specchia più chiaramente l'intima e profonda sua armonia 1. »

E veramente con questi sussidii della erudizione e delle scienze sacre ci pare che il chiaro Autore sia riuscito a rilevare da' Vangeli una immagine del divin Salvatore non solo vera, ma diciam così viva e operante nella Vita che ne ha scritta. E proprio in questo noi riponiamo il pregio di quest'opera, che essa non solo illumina l'intelletto, ma dipinge le cose vivacemente nella fantasia e, infervorando con efficacia la volontà, riscalda soavemente l'affetto. Le quali operazioni benchè dipendono, per ciò che hanno di soprannaturale, dalla grazia divina, che è solita massimamente colla lettura de'buoni libri di produrre cose maravigliose nelle anime; nondimeno dal canto suo il pio Autore ha messa tutta l'opera per essere istrumento adatto a quegli effetti della divina virtù.

Egli di fatto tutto fa servire a questo fine nobilissimo dell'intima conoscenza e dell'amore di Gesù Cristo. E però sebbene si dimostra più che a sufficienza istrutto di tutte le quistioni, o sia di cronologia o sia di storia, che s'incontrano ad ogni passo nella narrazione evangelica; egli per ordinario non se ne lascia intricare, ma scelta l'opinione che reputa più probabile, procede speditamente nel suo cammino. Confessiamo che alcune volte le sentenze da lui preferite non sembrano le più plausibili; e ad ogni modo un lettore erudito bramerebbe le ragioni perchè sieno anteposte Ma ciò sarebbe stato con danno del fine principale, perchè avrebbe dovuto rivocare gli animi dal soggetto che più interessa per trattenerlo in aride controversie. Ond'è che in questi casi, invece di occupar molte pagine per fare pompa di una facile erudizione, se ne sbriga con poche righe, lasciando ai lettori la libertà di opinare diversamente.

Per contrario tutte le circostanze, o appena accennate ne' vangeli o anche sottintese, come altresì parecchie altre che si risanno solo per tradizione o si possono probabilmente indovinare, sono da lui molto sottilmente indagate e diligentemente descritte. Così de' luo

1 Pref. pag. XLVI.

ghi principali, che furono santificati dalla presenza e dalle opere prodigiose del Figliuolo di Dio, non si contenta di fare una semplice descrizione, ma ne tesse brevemente la storia, ricordando tutti quei fatti, che in antico gli avevano resi celebri, specialmente per ciò che annunziavano in figura del futuro Messia. Questa parte del lavoro, che pur si ripete si variamente e si spesso, per la gran maestria ond'è eseguita e per le opportune riflessioni che vi sono innestate, arreca insieme gran diletto e riesce di somma utilità. Allo stesso modo uno studio speciale, che fa l'Autore ai debiti luoghi, delle costumanze degli Ebrei, oltre a ingenerare gran soddisfazione ne' lettori, giova meravigliosamente a far intendere la ragione di molti fatti e l' opportunità di molte risposte o detti del Salvatore, Per addurne fra i mille un qualche esempio, l'uso che si teneva nel celebrare le nozze dà ragione della parabola deile vergini, cinque savic ed altrettante fatue, deputate ad uscire tutte insieme incontro allo sposo di nottetempo colle lampane accese. La solenne illuminazione del Tempio, solita farsi nell'ottavo ed ultimo giorno della Sacra de' Tabernacoli, manifesta occasione di quel divino discorso, con cui Gesù Cristo si dichiarò luce del mondo. La somma diligen za, che erano obbligati di usare i pastori per tutelare le greggi dagli animali feroci, dà più risalto alle qualità, onde il medesimo divin Salvatore distingue il buon pastore dai mercenarii, gloriandosi di esser egli quel desso, perchè metteva a sbaraglio volontariamente la vita per le sue pecorelle. Finalmente le persone principali, che hanno parte nella storia evangelica sono con ispeciale attenzione considerate, o sia nelle loro relazioni comuni, o sia nella qualità individuali. Ci è un quadro generico delle condizioni politiche e religiose della Giudea, e la enumerazione delle diverse sètte, che laceravano la nazione: specialmente vi è descritta quella de Farisei, che ebbe tanta parte nelle persecuzioni e da ultimo nella morte del Salvatore. Da quelle notizie generali, e dalle altre particolari, adunate insieme de' diversi personaggi che figurano nei vangeli, il chiaro Autore prende partito di dar consistenza di un tutto, il più che è possibile compiuto e bene spiegato, alla storia di Gesù Cristo.

Se non che noi temiamo che qualcheduno, sentendoci lodare questa Vita per cose, che dette così per le generali non contengono nulla di straordinario, ed anzi sono da reputare i pregi più comuni di un lavoro di questo genere, non debba per ciò stimare che il chiaro Autore abbia fatta opera, a cui ogn' altro saria potuto riuscire. Or noi in ciò stesso, che in quest'opera sembra comune e pur non è, ravvisiamo il massimo pregio di essa. Perciocchè ad uomo del valore scientifico e letterario del Capecelatro sarebbe pure stato agevole cercar fama di scienziato, spaziando in questa Vita per mille quistioni or di Teologia, or di Critica, or di Ermeneutica, che gli si paravano innanzi ad ogni tratto. Pur egli la fa sì veramente da teologo, da critico e da ermeneutico, e ciò in grado non comune; ma quasi senza parerlo: certo senz' ombra di ambizione. Per opposto, quello in che si mostra è nel seguitare tutte le orme, nel raccogliere tutte le parole, nel dar rilievo a tutte le azioni del suo divino Protagonista: quello in che si sente, è nel cercare tutte le vie dell' animo per imprimere in esso il vero concetto del divino Maestro, e tutte le vie del cuore per accenderlo del suo amore. Ad ottenere questo duplice intento egli dovea serbare un metodo semplice e naturale: quello stesso che era indicato dalla qualità del soggetto. Se l'idearlo non è cosa singolare, è certo grandissimo vanto l'esservi riuscito in grado non ordinario. A questo gli son giovate le doti che esso possiede di colto e forbito scrittore, ma senza paragone più i pregi di un'anima nutrita della meditazione delle cose sante ed infiammata della carità di Gesù Cristo. Ben farà il lettore a farne sperienza, togliendo non solo a leggere, ma a meditare questo libro; e ci saprà grado, ne siamo certi, di avergli consigliata una delle più soavi e profittevoli letture.

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