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nite e trentadue congregazioni, sei monasterî, sei ginecei oltre quello delle donzelle appartenenti allo

Orsola, s. Maria degli ammalati, Albergo de' poveri, san Crispino, s. Maria della Cava, s. Martino, s. Gaetano, s. Maria del Tindaro o della presentazione, s. Caterina v. m., san Tommaso ap., s. Barbara, s. Niccolò fuori le mura o al borgo, s. Filippo, s. Giacomo o s. Maria della misericordia, santa Maria dell' ogninella, Chierici reg. min. di s. Michele Arcangelo, monastero della ss. Trinità, santa Maria di manosanta, ss. Sacramento, santa Maria della Palma o del soccorso, Chierici regolari minori della Concezione, s. Antonio abate, s. Sebastiano, mon. s. Giuliane, s. Maria della concordia, s. Agata la vetere, s. Agata al carcere, Conserv. delle verginelle, s. Maria della rotonda, s. Maria di monte serrato, s. Maria Maddalena, s. Agata alla fornace, s. Maria de' miracoli, men. di san Benedetto, s. Giuseppe, s. Berillo, Terzo ordine di s. Francesco o s. Niccolò li Trisciui, as. Crocifisso di Maiorana, san Francesco di Paola, ss. Sacramento fuori le mura, Cefali, s. Vito, Spirito Santo, s. Maria della Mecca, s. Marco evangelista, s. Caterina di Siena, s. Agata al borgo o fuori le mura, s. Salvatore, s. Elena, Pp. Cappuccini ovvero s. Maria della Spe, s. Filippo Neri, s. Maria dell'Idria, ss. Sacramento ritrovato, s. Maria della lettera, santo Barnaba, mon. di s. Agata, s. Giuseppe al transito, s. Giovanni Battista, S. Maria dell' aiuto, s. Maria della provvidenza, s. Agata le sciare, Pp. Crociferi ossia s. Maia la dagala, il Carmine ovvero s. Maria Annunciata, il Carmine primo istituto essa s. Maria della direzione, la Graziella, s. Francesco Borgia ossia i gesuiti, s. Domenico, inon. di s. Chiara, s. Maria di Novaluce, s. Cristoforo alla sciara, s. Bartolomeo ap., s. Agos'ino, s. Niccolò ossia i Benedettini, s Auna, s. Giovanni dello spedale, s. Maria di Loreto, s. Maria della Grotta, s. Euplio, s. Agata del monastero al borgo, s. Marta, il s. Pambino, i Cappucciai vecchi, Consolazione al borgo.

stato (1). Più di 250 monache, di 120 persone da servizio, di 500 educande sono in serbo delle enunciate stazioni; diciassette conventi o ritiri del cle

(1) Le confraternite sono li Bianchi, san Giovanni Battista, santa Agata la vetere, s. Carcere, s. Orsola, Spirito Santo, s. Giacomo, s. Maria della consolazione, s.. Maria Maddalena, s. Antonio, s. Maria dei miracoli, ss. Elena e Costantino, s. Michele Arcangelo, s. Maria del Tindaro, s. Vito, s. Giuseppe, s. Maria di manosanta, s. Maria della Rotonda, s. Barnaba, M. V. del soccorso, s. Maria della Cava, s. Maria della Grazia, s. Bartolomes, s. Barnaba, s. Caterina, s. Cristoforo, s Carlo Borromeo, ss. Sacramento al borgo, Monteserrato, $3. Sacramento s. Maria della lettera; quella di s. Crispino fu abolita. Tutte le su periori confraternite sono state dal governo riconosciute, ed i loro stabilimenti approvati di s. Giuseppe e s. Caterina infuori. Le congregazioni sono s. Pietro e Paolo, san ta Maria della lettera, s. Maria dell' addolorata, che sono composti tutte da preti; Gesù e Maria, ss. Rosario, s. Maria la Grotta, s. Giovanni Evangelista, s. Agostino, ss. Crocifisso della buona nova, s. Francesco di Paola, s. Maria di Porto salvo, s. Anna, s. Maria la grande, s. Maria del Carmine, Immacolata Concezione, Stellario della Immacolata, Consolazione del borgo, Ecce homo di s. Maria di Gesù, s. Maria la grazia di Cefali, s. Onofrio, s. Maria di Monserrato, s. Maria di buon consiglio, s. Filippo Neri Ecce homo di s. Francesco di Paola, s. Elia, s. Raimondo, s. Agata al borgo, s. Filippo e Giacomo, si. Sacramento ritrovato, s. Agata le sciare, s. Domenico.

I monasterî della regola benedettina sono s. Giulian›, s. Benedetto, s3. Trinità, s. Placido, s. Agata, e s. Chiara di quella francescana.

I conservatorî sono la Purità, s. Maria del lume, le Verginelle, s. Maria della Concezione, s. Agata al borgo, Collegio di Maria ovvero la Provvidenza.

ro regolare con circa 500 frati si mettono insieme numerando (1).

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ART. 591- Ormai a ragione ai magistrati è da porre pensiero: sin dalla epoca del conte di Santo-Stefano que' di Catania non più mica a bossolo eleggevansi, ma nomati come tutti gli altri demaniali del regno dal protonotaro ne ivano e dal governo confermati. Fra questi anzi del senato che col voto di un assessore tutte le cause decideva de' suoi dipendenti e tutte le contravvenzioni che l'annona riguardavano, un collegio giudiziario vi era da tre giudici composto e dal regio fisco sì per lo civile che per lo penale. Se cause private trattavansi corte patriziale si diceva, unendosi nella casa senatoria ed un maestro notaio tenendo. Gli appelli delle sentenze da questo magistrato profferite erano al giudice delle prime appellazioni devoluti, il quale da un altro proprio maestro notaio assi

di

(1) Le case regolari sono i Benedettini, i Francescani, i Frati s. Domenico e s. Caterina, i Minori del terzo ordine di san Francesco, i Teresiani, gli Osservanti, i Cappuccini, i Riformati, gli Agostiniani, i Crociferi, i Carmelitani, i Riformati del monte Camelo, i Paulini, i Chierici regolari minori di san Michele e della Concezione, i Filippini. In tutta la Sicilia secondo la comune numerazione accontansi fra il clero regolare e secolare ventimila persone; mentrechè in Iscozia paese quattro volte più popolato non se ne trovano che soli mille( IRVINE Letter 5, pag. 49). Non è fuor luogo aggiunger qui che i Carmelitani hanno un vasto convento con una elegante scala da recente costrutta, ed un bellissimo templo da gareggiare fra i primi di Catania. Del pari tengon decenti cenobi gli Agestiniani, i Domenicani sì di san Domenico che di s. Caterina, ed i Riformati di monte Carmelo.

stito veniva; e da questo podestà potevasi talora alla gran corte appellare. Nelle cause di ragion comune però questo collegio era dal capitano giustiziere preseduto, in casa di cui riunivasi da altro corteo servito tutte le loro sentenze come inappellabili venivano date. Al 1740 circa, dal governo fu ingiunto che di morte trattandosi, le decisioni eseguirsi non potessero, se non dianzi dalla gran corte fussero approvate. Le spese della giustizia punitrice e lo mantenimento della pubblica forza a carico ivano del capitano; benchè tutti gli individui che la rappresentavano altro non fossero che alquanti vecchi storpi accasciati disutili alle arme, sufficienti col loro dorato bargello non peròdimanco a sorreggere la universale bonaccia. Il che mostrerà mai sempre il grado di civilizzamento di questo paese; conciossiachè quanto più i popoli hanno la rozzezza deposta e sono ingentiliti, tanto meno individui vi bisognano a rendere la forza generale; e questo sarà pe' posteri il termometro a potere appieno intendere la cultura e la indole dei Catanesi.

ART. 592 Eziandio la magistratura del segreto crasi composta da lui da un assessore dal maestro notaio e da vari subalterni che le cause riguardanti interessi regî decidea; i quali uffiziali dal tribunale del real patrimonio nominati cadevano e approvati dal re. Il segreto presedeva tuttavolta le curie dell' ammiragliato nelle rade di Catania della Ognina dell' Agnone, da altri assessori accerchiato e da altri maestri notai. Eranvi non meno la curia della portolania e l'altra del cari

catore; e di queste il primo capo dal maestro portolano nominavasi, il secondo dall' ammiraglio ovvero almirante.

ART. 593 D' avvantaggio attribuivasi molta autorità al consolato della seta, da un console nobile commesso da un assessore e da vari consoli maestri ossia capi di maestranze, che dal re cernevansi dietro la usata nominazione del protonotaio del regno.

ART. 594 Tutti questi pubblici maggioringhi in città in gran pompa il tre febbraio di ogni anno comparivano, a presentare della cerea costumata offerta s. Agata; il che oggidì dalle magistrature provinciali e dal senato viene in pratica messo. ART. 595 Di più nel 1755 in Catania a simiglianza di Palermo fu creata l' edilità, essendo patrizio Giovanni Rosso principe di Cerami: e così la balìa che sin da tempo de' Greci, come osservammo, era alla patriziatura annessa, a più persone affidossi.

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ART. 596- Con simil modo nel 1811 il re visitato aveudo di già Catania e ponderato che più riguardi meritasse, il così chiamato piano politico dettò, in che le furono tre curie buonamente concedute, sotto la maggioranza di un ministro con due avvocati fiscali, uno per la curia civile e l' altro per la patrimoniale, patrimoniale, e tre maestri notai. Così fattamente le cause di qualunque somma, purchè il tenitoro di Catania concernessero, anche le feudali crano di tali sentenziatori decise. Il ministro essere togato dovea e nella prima aula presedeva di cose civili trattandosi, chè alzando questo colle

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