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sere 304312 ed il distretto 173529, e poco guari montare il primo a 309072 (1). Dassezzo però il censo lasciamo e nelle feste e ne' teatri ricreamoci. ART. 640 — Innanzi innanzi il vicerè conte di Sastago il primo in Sicilia circa al 1730 le feste di ballo in teatro dette volgarmente ridotti permise, nè più nè meno che in Alemagna costumavasi (2); sebbene nel 1765 sotto il marchese Fogliani comuni si rendessero.

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ART. 641 Conciossiachè goveruando il vicerè principe Corsini, circa al 1740 le opere in musica impararono a ben sentirsi (3), di buon'ora frotte di cantanți a Catania menaronsi; ma non essendovi allormai uno stabile edificio, de' teatri di legname temporanei costraivansi. Per lo avanti quello di Cata nia nelle basse date, in una delle sale del plagio comunale si vedeva, ricco di decorazioni sontuoso pe' tempi e molto da' vecchi a cielo lodato; se non che questo col tremoto del 1693 ito a terra, non più erasi rifabbricato (4). Posteriormente con tuttociò si eressero teatri da alcuni baroni nelle loro rispet

GIORN. num. 86, pag. 366.

2) MONG. Diario di Palermo tom. 5, pag. 71. (3) DI BLASI Stor. cron. tom. 3, part. 2. (4) GUGLIELMINI Catania distrutta al 1693.

Qualche storico opina che recitavansi delle opere in musica in Catania nel succennato teatro sin dal secolo 17, adducendo per valida ragione che il vescovo Reggio facea cantare alcuni pezzi musicali nel suo palazzo. Bisognerebbesi però considerare per lo avanti se fossero stati una specie di dialoghi, o pure cantavansi in teatro da attori con vestire abbigliati analogo al personaggio che rappresentavano, come ebbe loco sotto il principe Corsini ed ora a' nostri giorni.

tive case, ch' erano per quei di convenevoli e decenti. In tal guisa il principe di Biscari e quello di s. Domenica due ne aveano a loro tutte spese innalzati; e quello del primo tuttora esiste in ottimo stato. Oggi, il comune ne tiene due, uno provvisorio ove han vita le rappresentazioni tutte le sere, e l'altro grande sorprendente vago spazioso ad un' opera greca somigliante, tuttavia incompiuto, ma che fra poco avrà fine.

ART. 642 Avvegnachè invecchiato in Sicilia delle corse de' barberi fusse il costume nelle campagne, a Catania prima del 1693, lunghesso la passeggiata del mare si godevano: ed in quella cortina ove sopra edificato il seminario chericale or vi si vede, una ampla e deliziosa loggia vi stava, ove il senato per tale spettacolo interveniva. Il vicerè principe Corsini di simile festeggiamento in Firenze accostumato dilettandosi, volle che in città nel 1740 si tenesse, adoperando sì che in tutto il regno si menasse comunicando. Ed imperocchè i cavalli avendo addosso i ragazzetti, correre liberamente non potevano, chè degli stessi novelli vi iva la vita, siccome spessamente il caso cel mostra, il vicerè principe di Caramanica nel 1789 modellandosi su parecchie città d'Italia, ordinò le corse a sciolto destriero eseguirsi: e così tuttavia oggi si tiene usanza.

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ART. 643 Non diversamente essendo la Sicilia agli Spagnuoli sottomessa, tutti i dispacci nel loro linguaggio metteansi in iscritto: il vicerè Corsini italiano di nazione in questo punto innovando, i suoi ordini nel suo natio idioma venne dettan

do (1). Essendochè ciò nonostante le patenti le leggi e le altre provvidenze delle volte in latino in carta si ponevano, da re Ferdinando cadde il 23 marzo 1819 decretato, qualunque foglio in lingua toscana vergare: restando dippiù proibito dispensar de' titoli a' magistrati, e le antiche formole della cancelleria adoperare (2).

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Art. 644 Altresì il più volte menzionato Corsini propose la illuminazione notturna nelle città, da Palermo nel 1744 dando cominciamento: i privati coadiuvando egli è vero però al comun bene, davanti le proprie abitazioni diversi fanali collocarono (3). In Catania pur anche tai lanternoni comparvero, che passo a passo sono iti aumentandosi a tale che oggi tutta la città, comechè estesa per lo giro di quasi sei miglia, totalmente illuminata si rinviene con meglio di trecento pubblici lumi da per ogni dove disposti. Perlocchè nello stato discusso comunale a tale oggetto assegnaronsi ducati 2400 per anno (4). Inoltre sonvene degli altri avanti i toni delle case di molti cittadini, delle principali autorità, di diverse opere pubbliche e di varie famiglie religiose, che da loro parte non meno alla

sicurezza notturna concorrono.

por

ART. 645- Avvegna la ricchezza consistesse nello avere robe ed effetti che possono cambiarsi con altri di valore, il quale deriva dalla utilità che ar

1) DI BLASI loc. cit. tom. 3, pag. 335, nota 77.
2) GIORN. num. 29, ann. 1819, pag. 84.

DI BLASI loc. cit. lib. 4, cap. 16, tom. 3, pag. 402. (4) STATO DISCUs. di Cat. ann, 1826, art. 82.

recano e dallo uso a cui sono destinati, è mio pensamento trattenerci per poco su ciò che la nazionale ricchezza ci mena, agricoltura commercio manifatture, dovendo maisempre rimaner contenti di esser nati in uno de' più agiati teneri della isola, da che il clima temperato l'aere salubre la posizione felice l'abbondanza di Catania non possono ovunque rinvenirsi (1). Le larghe pianure catanesi dalla natura provvida dotate della più inesprimibile fertilità, senza fallo in tutti i tempi scorsi state sarebbero di ricchezze inesauribile sorgente; comunque essendo nella maggior loro porzione il retaggio di poche persone, quanto potuto avrebbero non producevano, non coltivandosi mai con quelle solerzia diligenza e cura da' cittadini industriosi nelle piccole proprietà messe in uso, ed incapaci nelle grandi fattorie a tenersi. La feudalità le sostituzioni fidecommissarie la promiscuità de' dritti, le mani inceppavano all' attivo colono e rendevano i campi incoltivati. La durata delle logagioni che il corso degli anni nove oltrapassare non poteva per legge, era non meno come tuttavia un ostacolo invincibile ed una barriera 'di ferro all' ingrandimento di un agricoltore. Come può un inquilino un mezzaiolo affezionarsi alla terra, se conosce che deve fra

(1) Il professore Carlo Gemmellaro nel suo saggio sul clima di Catania pubblicato fra gli atti dell' accademia gioenia ci assegna delle dotte decennali osservazioni da lui verificate. Decandolle nel rapportare le grossezze degli alberi, chiama come la più portentosa la castagna de' cento cavalli, oltre parecchi altri del nostro Mongibello. BIBL. UNIV. des sciences et arts, tom. 47, pag. 62 e 65.

Tom. IV.

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due quattro o sei anni irne via? Quai benefatti può avanzare in quel fondo? E qual frutto potrebbe ricavare dalla piantagione degli alberi o delle vigne in uno spazio sì corto? Buono dunque sarebbe che i fitti bastassero fino ad una età (1), affinchè il fittaiuolo potesse cavar delle acque, assaggiare bene meglio i terreni, migliorarne la condizione col рероIarli di piante di frutta a dimora, e assicurarsi così una sussistenza nella decrepitezza. La Inghilterra a ciò deve la deliziosa cultura del paese, e ardirei aggiungere parte della sua dovizia. Ed a motivochè i nobili e le pingui comunità religiose nell'abbandono i loro feudi lasciavano, nessuna pena si prendendo questi giganteschi proprietarî di escavar canali di alzare dighe ai fiumi, anzi piantamenti di riso in opera mettendo e macerazioni di canape e di lino in luoghi agli abituri troppo propinqui, ne nacque che tali artificiali lagune un'aria malsana cagionarono ne' punti più felici della isola, e rendettero deserte quelle campagne che da più migliaia di villici dovrebbero essere affollate. Di avvantaggio le granaglie che la principale produzione sono di queste terre, dovean ne' pubblici caricatori depositarsi pria di mettersi in commercio; sicchè si assoggettavano ad un dazio consumandosi, e ad un più grave balzello estraendosi. Tuttosì i coloni rivelare dovean il che in cereali avessero seminato, e

(1) L'età è calcolata comunalmente anni 33 e mesi quattro, per compirne tre appuntino il secolo; ma io credo bene fondata su la esperienza l' opinione di varî dotti che sta◄ bilirono l'età ad anni 27.

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