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del globo. É appellata gioenia a voler onorare la memoria del dotto naturalista catanese ed ivi professore cavaliere Giuseppe Gioeni. Tale adunanza con assai altre estere è associata, dalle quali de' doni ha ricevuti. É proprietà di questa accademia un gabinetto di storia naturale e fisica da alcuni soci avanti portato, e con pezzi dagli accademici e da altri cittadini della patria amanti, cortesemente regalativi; il che oggi può dirsi vicino al compimento (1).

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ART. 680 Tutti gli accademici unisconsi giornalmente, adoperarsi continualmente desiando per la utilità ed incremento delle scienze, in un gabinetto letterario nelle stanze inferiori dello stesso palagio di rincontro la piazza: è magnificamente addobbato e di molti libri provvisto di questa scienza, ed ove i più rinomati fogli letterarî di Europa vi vengono letti. Il decurionato di Catania dippiù per agevolare la letteratura, e gli eruditi incoraggiare, once cento all'anno destinò sul patrimonio civico per lo sostenimento decente di questo prita

(1) Fu posta sopra la porta della sala di questo gabinetto una lapide marmorea con la qui sotto descrizione.

Consiliarius Salvator Palazzolo M. C. C. P.
Magnus Cancellarius

Raymundus Sammartino Pardi Princeps

Patritius

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neo e dell' accademia surriferita. Sicchè siffatta istituzione è uno di uno di que' gioelli che alla città catteranno un posto di onore sublime nelle se→ di di scienze e lettere di Europa (1): poichè l' antologia di Firenze la rivista enciclopedica il bullettino di Parigi molti e molti altri fogli letterari con vantaggio ne van facendo menzione.

ART. 681- Varie stamparie sonosi dopo il tremoto del 1693 e nel principio del secolo decimottavo riaperte. La mentovata però di particolare distinzione è quella dell' accademia etnea che nel 1750 in piè si teneva. Eziandio il vescovo Ventimiglia chiamò molti caratteri greci e latini per arricchire la stamperia del seminario clericale `da lui stesso piantata; e puossi dire che per caratteri greci fu la prima in Sicilia; laddove sotto la direzione si volle del padre Bandiera e poscia del Cantore Zappalà, tramendue in detta lingua peritissimi. Laonde uscirono da questi tipi la grammatica delle tre lingue greca latina ed italiana nel 1772, alcuni dialoghi di Luciano colla versione in latino in riscontro nel 1770, il comentario dello editore del Luciano in due parti, e molte altre opere sì greche che latine. In appresso la università ne aprì una per proprio servigio ed anche del pubblico, con caratteri nitidi ed eleganti. Oggi vi si accontano quelle della università, di Salvatore Reggio stampatore della presente opera, di Salvatore Sciuto e fratelli, del can, Francesco Longo,

(1) SCINA' loc. cit. tom. 1, pag. 45.

di Salvatore La Magna, di Giuseppe Pappalardo, di Francesco Pastore e Caudullo: ed in tal guisa sette stamparie vi esistono non mancandovi caratteri diversi. Parimente si vedono oggi delle officine litografiche; ed il decurionato ad impegnar l' in- ' traprenditore alla perfezione, lui ha assegnate bastanti somme.

ART. 682 Inoltre vari negozî di libri vi sono stati sin dal cominciamento del secolo decimo ottavo; aumentaronsi però verso la metà del medesimo, sicchè quei de' signori Riscica e Cacia di antichità vantano molti anni. Ormai sono oltremodo cresciuti, giacchè taluni negozianti palermitani e messinesi si sono qua domiciliati: i signori Abate e Pappalardo hanno de' ricchi negozî: perlocchè attualmente se ne trovano più di sette principali. I legatori stessi de' libri si sono migliorati, e se ne trovano de' bravi; poichè degl' Italiani molto esperti nell' arte loro hannovi fatto soggiorno; onde Catania anche in ciò colle migliori capitali gareggia. Giovanni Zurria nell'ultima esposizione degli oggetti di arti ricevè lodi dall' istituto d'incoraggiamento, per la sua macchina d'impressione sulle fodere dei libri.

ART. 683- Essendochè l'archeologia forma parte di letteratura, è da osservarsi ciò che trovasi in Catania su questo ramo. Conciossiachè nel 1748 erasi cominciato lo scavo dell' Ercolano presso Napoli, il principe di Biscari Ignazio Paternò Castello che di somigliare sempremai Catania agognava a tutte le grandi città, chiese il reale permesso per disotterrare le nostre antiquità; e nel 1750 diessi a questo interessante lavoro principio, Anzi il mo

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narca vi assegnò once 400 a poterne eseguire le escavazioni ne' valli di Noto e di Demone, compiaciuto restando dello esito de' lavori a Catania con vantaggio prodotti. Alla sua morte incaricati ne vennero un suo figlio e poscia Landolina Ferrara ed altri; ma poco o nulla hanno progredito i disotterramenti de' nostri antichi capi di opera. Bensì pochi anni sono, essendosi la strada dietro ai benedettini costrutta, ed accomodata l'antica strada greca detta de' bavalaciara, arsicci massi etnei e delle sciare si rinvennero; il che è manifesto segno che quel livello non è stato mai tocco; mentrechè in sili più bassi del paese vicino all'antico foro, scavandosi le fondamenta della casa del signor Fragalà, si è trovato il lastricato delle strade. alla profondità di palmi 27; il che maggiormente conferma che Catania ne' tempi greci fosse troppo irregolare, quando che oggi per lo più quasi lo più quasi un piano conserva dalla strada del corso salendo. In questi ultimi tempi il luogotenente generale di S. M. in questa parte dei reali domini, ordinò con sua ministeriale del 28 gennaio 1828, di vegliare attentamente a tutti i cimelì che in Sicilia a caso si rinvenissero (1).

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ART. 684 Fattamentesì il sullodato principe di Biscari la sua pinacoteca mise insieme a bella posta, un edificio costruendo di forma quadrata al suo palagio contiguo, in cui il primo corridoio è pieno di 72 statue e vari fauni di marmo, fra li quali meritano senza fallo la preferenza un busto senza

(1) GIORN. 165, pag. 39.

testa negli scavamenti di Catania ritrovato, del quale se ne sono tirati fuori i gessi; ed uno se ne conserva nella casa comunale, riputandosi dagli artisti scalpello de' più pregevoli maestri; due Veneri ed una musa. Altresì vedonsi delle cineraie delle iscrizioni e molti mezzi busti e teste antiche. Sieguono nelle stanze appressó una collezione di vasi grecosicoli, dentro scaffali con cristalli, tutti adorni ed abbelliti di buone figure; vasi e manifatture di creta con iscrizioni greche antiche, pesi misure vecchie, lucerne di bronzo e altre cose di metalli diversi. É da porre l'animo ad un medagliere di circa diecimille monete, la maggior parte in oro e argento ed una ricolta di cammei di lunghissimi tempi avanti. Evvi un gabinetto di storia naturale con una numerosità di testacei di coralli di differenti colori e dell' altezza da sei ad otto palmi, fru!ti marini, vari pezzi di ambra di diverso colore, agate diaspri ed altre pietre orientali, moltiplici minerali e molte lave, petrificazioni conchiglie belle porcellane e mene orientali, vestire di più secoli armi

strumenti. Similmente è di aversi l'occhio alla quadreria e alla biblioteca che conservansi in diversi siti. Domenico Sestini fiorentino stampò nel 1781 in Livorno una breve descrizione di quel museo.

ART. 685- Il cavaliere Giuseppe Gioeni il suo celebre museo formò di storia naturale distribuito in sette stanze; ove una eccellente collezione si ammira di pesci preparati a secco e crostacei del mare siciliano, e di molti minerali del regno delle due Sicilie. Inoltre è ricco di molte macchine e strumenti di fisica e chimica; il che mostra il genio

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