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del fondatore, e il rende degno della curiosità degli stranieri.

ART. 686 - Il barone Giuseppe ed Alessandro fratelli di Recupero dalla loro prima età dandosi all' archeologia nella lunga dimora da essi loro fatta in Roma, con eccessive spese abbicarono e grande solerzia una numerosissima quantità di medaglie fra greche e romane di 14000 e quattro mila della nostra serie (1), ed anzichè le pitture, una libreria un poco più del mediocre acquistarono; mentre in Catania il loro fratello Girolamo un altro gabinetto di storia naturale iva formando: quali raccolte oggi sono de' loro eredi in potere.

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ART. 687 A parte de' summentovati gabinetti presso il can. Giuseppe Alessi trovansi, come elementi de' suoi studi, una collezione di medaglie ed altri obbietti di antichità, di minerali e conchiglie appartenenti a Sicilia ed estere, di ambre sicule, di libri di rare edizioni e del secolo xv, di stampe di quadri ed altro. Ond' egli quinci ha ritratto argomenti per illustrare medaglie iscrizioni e ghiande di piombo inedite, a Sicilia appartenenti; quinci ha scritto memorie sull' origine dell' ambra, su i silicati di Sicilia, sulla mineralogia della città e del tenitoro di Enna, ed altri argomenti che egli ha colle stampe divulgato. Trovansi altresì presso il professor di chimica Carmelo Maravigna una ricchissima ed ordinata collezione di conchiglie patrie e straniere; una ben classificata collezione di mineralogia, ed altri elementi de' suoi dotti lavori. Tro

(1) IRVINE Letters on Sicily num. 7, pag. 94.

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vansi oggetti archeologici per anche appo il signor Rosario Scuderi, ov' è anche notabile una bella unione di stampe, presso il barone Bruca, il professore Carlo Gemmellaro e molti altri privati. Giova pure ricordarsi a parte degli enunciati medaglieri le raccolte ammassate dal principe di Pardo dal fu marchese Sorrentino dal professore Carlo Gagliani dal signor Domenico Gagliani e da moltissimi altri; benchè è da compiangersi che sono usciti da questo paese per l'estero altri diversi preziosi adunamenti (1).

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ART. 688 Oltre delle librerie di cui abbiamo avuto argomento, non devono trasandarsi quella del signor Emmanuele Rossi ricca di opere moderne e recentissime e di eccellenti edizioni, specialmente per ciò riguarda la legislazione ed il diritto pubblico; quella del fu Vincenzo Gagliani consultore di stato in Napoli, del cavaliere Luigi Landolina, del signor Giovanni Ardizzone, del signor Vincenzo Costarelli e di parecchi altri; senza enumerare però le conservate dalle corporazioni religiose, che ogni casa per proprio uso ed anche del pubblico nel suo essere tiene.

ART. 689 In questi giorni varî letterati hanno fiorito e tuttora in Catania vi riboccano; onde a ragione può dirsi di Sicilia l'Atene; bensì io ne accennerò soltanto alcuni degli estinti, gli altri pre

(1) Coco nelle note alle sue Leges a Ferdinando latac fa menzione delle collezioni di allora di Ignazio Trotta, Vincenzo Scammacca, Giuseppe Zappalà Gemelli, Domemico Gagliani, Giuseppe Recupero.

Tom. IV.

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termettendo, non essendo del mio scopo tutti annoverarli.

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ART. 690- Domenico Guglielmini da gesuita a francescano passato, era poeta, dimorò molto in Roma fu caro al cardinale Ottobono e a' vicerè di Sicilia; morì nel 1710; scrisse la Catania distrutta dal tremoto dell'anno 1693, e molte orazioni e opuscoli dal Mongitore rapportati (1).

ART. 691 Giovanni Andrea Massa genovese ma da ragazzo in Catania educato, nell' età di anni 15 gesuita si vestì, profondo teologo divenne; e dopo scritta la Sicilia in prospettiva e diversi trattati, nel 1710 finì i suoi giorni per morte.

ART. 692- Cristofaro Amico famoso legista e bravo storico, maestro di diritto civile nella nostra università, la cronologia compose e genealogia universale in dodici volumi che manoscritta tuttavolta è restala.

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ART. 693 Debita cosa è far onorevole commendazione di Niccolò Tezzano famoso chirurgo e medico, per le sue virtù creato protomedico da re Vittorio Amadeo, conte Paladino da Carlo vi.Da uomo veramente filantropo e padre degl' infelici, i quali aiutò dopo la disgrazia del 1693, oltre alle incombenze della sua professione, la ricostruzione promosse dello spedale di s. Marco, come si è detto; e a tutte sue spese la chiesa di s. Maria la Lettera fondò. Eziandio fu addottrinante di medicina chirurgica nel mentovato studio; scrisse molte opere, bensì inedite rimasero al suo ultimo fine nel 1728.

(1) MONG. Bibl. sic. art. Dominicus Guglielmini.

ART. 694- Giacinto Paternò Castello de' duchi di Carcaci, di cui abbiamo fatto discorso, e Giuseppe Asmondo Paternò marchese di Sessa e presidente della gran corte civile furono due giureperiti per la loro saviezza e la loro integrità

troppo ricordati.

ART. 695 -- Come vive anche in rinomanza Francesco Arrigo che le cariche giudiziarie catanesi per più volte con sommo decoro ed ammirazione venne occupando; e lui il noto codice arrigano dobbiamo.

ART. 696- Giovanni Gagliani uomo di lettere del pari fu lettore di filosofia e medicina nel ginnasio suddetto e per virtù ed ingegno segnalato.

ART. 697-Sovvengomi di Agostino Giuffrida medico insigne professore di medicina legale nello stesso liceo e protomedico; anche di diritto naturale e di metafisica dava insegnamento. Scrisse il Tyrocinium physicum per varias assertiones expositum in Catania stampato dal Bisagni nel 1742. La opera compose In physico-medicam theoriam compendiaria expositio da Trento ivi impressa nel 1743; parimente un discorso nella università letto e alla luce dato dal superiore tipografo nel 1740: così un' altra opera la Filosofia morale titolata, per le stampe evulgossi del seminario chericale nel 1767; e diversi altri opuscoli scrisse de' quali alcuni manoscritti nella libreria ventimiliana si custodiscono (1).

(1) BIOGR. siciliana cat. num. 6, nel giorn. del gabinetto lett. dell' acc. gioenia num. 6 e 7, pag. 117.

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per

ART. 698 Vammi la memoria Niccolò Maria Riccioli monaco casinese in rima sommo, anımaestratore di teologia dogmatica nello studio di Catania nel 1723, che acconciò la famosa biblioteca de' padri benedettini (1); e compose una dissertazione Veritatum catholicarum enchirydion in quo polemycae dissertationes de scriptura sacra, de traditionibus exhibentur stampato in Palermo nel 1733 e varie poesie pregevoli e pulite.

ART. 699 Fania ed onore conseguì in questo tempo a ragione l'Abate Vito Amico benedettino casincse. Egli nel 1697 nacque a Catania e vi morì nel 1762, uomo profondo nelle lettere e dotto insegnatore di storia civile nella università. Lo stabilimento promosse della pubblica biblioteca della quale ne fu il primo custode; inoltre alla fondazione del museo benedettino cooperossi. Aumentò colle sue note il Fazello dal catanese Puleio nel 1749 pubblicate; come del pari il Pirro compose la faticatissima opera del Lexicon siculum, la Catana illustrata divisa in quattro volumi in varie riprese qui anche da Puleio impressi e da Bisagni nel 1740, 1745 e 1746, opera di alto dittato di chiaro stile e di belle ragioni filosofiche e morali. Similmente una dissertazione De recta civilis historiae comparandae ratione che fu data alla comune conoscenza in Catania nel 1744, ed altri indefiniti manoscritti che nella libreria benedettina si custodiscono.

ART. 700

Ricordiamoci non manco di Fran

(1) SCINA' loc. cit. tom. 1, pag. 195.

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