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cerare da fazioni e da intestine divisioni, dacche quel mostro orribile della discordia diffondendosi fra' conterranei è il colmo più terribile nelle pubbliche calamità! In fine morirono in questa catastrofe a Messina 28841 cittadini e ne' casali 13824, tutta la popolazione di quella nobile città a sole novemila riducendo, oltre due mila che essendo scappati via eransi nelle campagne ritirati. Così la peste durando cinque mesi circa (1) e Catania restandone esente, alla intercessione della concittadina santa Agata questo successo come un prodigio vollesi attribuito: talchè l'anno appresso innalzaronle i Catanesi una statua nella piazza vicino al mare al termine della strada del corso, che tuttora si osserva dando tal nome alla piazza stessa.

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ART. 486 Dovendosi poscia dalla nostra corte rimontar la cavalleria quasi totalmente sotto Velletri disfatta, il catanese Vincenzo Paternò Castello principe di Biscari una gran quantità di palafreni donolle. Ed imperocchè la regina Maria Amalia ik 13 giugno 1747 di un figlio maschio sgravossi di nome Filippo, solennizzata venne questa notizia in Sicilia ed a Catania con ispecialità, essendo stato questo paese sommamente alla famiglia Borbone attaccato, come festeggiossi pure la nascita del secondogenito Carlo nel 1748, dell' infante Ferdinando nel 1751 e di tutti gli altri principi in epoche

successive.

ART. 487 Fra questo mezzo tempo sin dal 1739 conchiudendosi la pace fra la nostra corte la

(1) MURATORI ann. 1743, tom. 12, pag. 274. Testa

loc. cit.

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Spagna la Francia e la Sardegna, il nostro principe Carlo era stato a re di Napoli di Sicilia e degli Stati de' Presidì riconosciuto; bensì morto Carlo sesto imperadore al 1740, altra volta il dissidio fra vari regni europei si accese, la guerra di Lombardia chiamandosi, che colla famosa concordia di Aquisgrana del 1749 ebbe fine. Per forza di tale convenzione il ducato di Parma e Piacenza si diede a Filippo Borbone infante di Spagna (1). Sicchè questa fausta novella portò l' allegrezza nell'isola tutta i gabinetti di Europa dopo tanti anni di guerreggiamenti le inimicizie aveano deposte. ART. 488 Anni dopo nel 1750, dappoichè mai sempre a Catania l'amore degli uomini infelici ha avuto raccetto ed ascolto nel cuore de' suoi abitanti, lo spedale di santa Marta fondossi per tutti gl'infermi da lue celtica attaccaticci e pei piagati ed ulcerosi. Gli ottimi cittadini Francesco Amato Domenico Rosso e Fabrizio Alessi la dotazione ne assicurarono, contribuendovi moltissimo Carlo Pio Zappalà e Zacco crocifero. Quindi aumentarono gli averi di questa opera pia, lasciandovi varî legati la baronessa Toscano i sacerdoti Vincenzo Scammacca Matteo Borrello Vincenzo Calì Niccolò Paladino ed il cantore Michelangelo Marletta. Per lo che i nomi di questi uomini pietosi meritano a giusta ragione di esser alla memoria richiamati e nella patria storia un posto distinto, a dover loro la nostra gratitudine retribuire e servircene per esemplari se nel caso siamo. Fattamentesì fu eretto un

(1) MURAT. ann. 1741 e 1749, tom. 12, pag.244 € 260.

grand' edificio di ordine ionico a due piani, secondo il disegno dell' architetto catanese Antonino Battaglia nelle case del sacerdote Pietro Finocchiaro che generosamente per questo istituto donato le avea. E' di figura rettangolare con quattro saloni capaci di sessanta letti, per l'ordinario quasi tutti coperti (1). Prima era regolato da fidecommissarî dal senato nominati e dai rispettivi fondatori nelle loro diverse eredità; oggi però viene amministrate da un direttore dal consiglio di ospizî eletto e dai decurioni pria nominato. Ha una rendita di ducati seimila dugento quarantadue, i proventi dei summentovati lasci includendovi (2). Ormai oltre i medici e chirurgi al servizio degli ammalati addetti, il decurionato la sua patria vantaggiar desiando e la pubblica istruzione migliorare, trovandosi qui di passaggio il cavaliere Paolo Assalini da Reggio modenese rinomato per le sue opere e per gli strumenti di ostetricia da lui inventati, assegnogli once cento annue sul patrimonio civico, coll' obbligo di aprire una scuola di clinica chirurgica nel summentovato spedale, e d'istruire nella scienza pratica della chirurgia parecchi giovani; e la Maestà del re con decreto dell'otto marzo 1822 questa deliberazione col suo consentimento rendè salda (3).

ART. 489 Tornando di poco indietro nel 1751 abbiam da aggiungere che il vicerè duca di Viafuille in primavera tutte le città del regno visitan

(1) SUPPL. Giorn.d' Intend. cat. num. 131, ann. 1825. (2) Loc. cit.

(3) STATO DISCUs. di Cat. ann. 1826, art. 110.

do a Catania pervenne, ove alloggiò col suo corteo nel convento de' cappuccini, dando molte pubbliche udienze ed utili provvedimenti in vantaggio de' popoli. Costui in compagnia del consultore di un giudice della gran corte di un maestro razionale e di altri ufficiali di segreteria cammin faceva; improvvisamente ed alla insaputa di alcuno le officine iva a vedere le carceri le cancellerie ed i pubblici stabilimenti, ricevendo le doglianze de' disgraziati, i quali vittime forse erano della calunnia e delle cabale di qualche magistrato provinciale, che abusando della lontananza del capo del governo infedelmente rapportava, ed il carnefice era di qualche ottimo padre di famiglia, di niente altro reo se non che essendo di molti meriti adorno, l' invidia di quel superbo aveva a se attirata. Nel suo soggiorno in questa città il marchese di Sallazzara Mario Alessandro Clarenza, l' abate Ignazio Reggio ed il principe di Biscari Ignazio Paternò Castello delle magnifiche feste lui diedero e dei lauti trattenimenti.

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ART. 490 Contemporaneamente nel citato anno vollesi fondato colle elemosine di varie persone ecclesiastiche e di altri cittadini un conservatorio ad educarvi le ragazze, sotto il nome della Provvidenza che oggi collegio di Maria si nomina. 11 priore Gaetano Rizzari ne fu il promotore; Zacco soprallodato cooperossi alla costruzione del suo casaggio che nella strada del re trovasi sito. Altresì una signora di famiglia Amico lasciandovi nel 1780 le sue rendite, ne ha sì addoppiato gli averi che oggi possiede due mila trecento sessantatrè du

cati all' anno (1). Onde vengono mantenute quarantotto ragazze; e regolandosi da un deputato ecclesiastico sotto la sorveglianza del consiglio di ospizi viene lo scopo della sua fondazione adempito.

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ART. 491 In questo medesimo anno dianzi parecchie scosse s' intesero di tremoti, indi nel 1755 il giorno due marzo il nostro ignivomo monte, sulle ore ventidue aprendosi verso il monte Lepre cacciò per quasi mezz'ora un denso fumo nel momento della eruzione, la quale avendo le nevi liquefatte, fece credere che una emissione di acqua vi fosre stata. La sera si videro tuttosì due torrenti di fuoco calare uno nel lato meridionale ed uno verso l'oriente, che durarono però sole ore venquattro. Quindi nel giorno sei scagliando una gran quantità di piccole pietre e di arena, fu trasportala questa ultima, secondo i venti, in Messina Calabria Augusta; e cessato questo fenomeno, squarciaronsi i fianchi nella pianura dietro la rocca di Musarra, ma terminò la mala ventura senza danno il giorno nove (2).

ART. 492 -Da questa epoca Catania piazza di guarnigione divenne ordinaria di un battaglione o di un reggimento di cavalleria, che avea il suo quartiere presso il borgo, ove vi si costrusse a maggior comodo quella gran fontana a potervi bere i cavalli che tuttora in quella piazza si vede.

GIORN. loc. cit.

CONTIN. di Muratori ann. 1755, tom. 12, pag. 159. HOVEL Voyage pittoresque art. Catane. GIUSEPPE RECUP. Discorso sulle acque vomitate da Mongibello nel 1755.

Da Massa e da Amico vengono annoverate dal 1702 a

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