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norazione di pene a tutti i condannati concedette. Vari Catanesi ottenero degli onori; il principe di Reburdone vicepresidente della consulta di stato fu dello ordine di s. Gennaro decorato, Antonino Maria Trigona arcivescovo di Neocesarea e giudice di monarchia tesoriere del medesimo ordine videsi eletto (1). Il patrizio di Catania principe Manganelli, ed il duca di Carcaci furono creati gentiluomini di camera con esercizio di sua maestà.

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ART. 552 Contuttociò che abbiamo descritto, in Catania tuttavia di una caserma militare appariva giornalmente maggiore il bisogno; e lo antico senato sin dal 1816 compre alcune fabbriche avendo nella strada ferdinanda, il decurionato al miglioramento di tal chiarissimo paese sempre intento la somma di ducati 1500 annui assegnovvi per compirsi (2); ed oggi è mezzo al suo fine. ART. 553 Di più un istituto a pensione si aperse ad educarvi le ragazze nelle arti donnesche ne' primi rudimenti delle lettere nella musica neł ballo nel disegno; una francese n' ebbe il peso e il comune pagava la magione all' uopo bisognevole : Indi però non corrispondendo le diligenze dell' al

(4) Quest' ordine cavalleresco civile fu instituito da re Carlo i nella occasione delle sue nozze con Maria Amalia Walburga della casa di Sassonia per prammatica del 3 luglio 1738. Possonvi aggregarsi non più di 100 cavalieri come leggesi nella pontificia bolla del 1741, e sonvi oltre il gran maestro che è il sovrano, altri quattro ministri cancelliere maestro di cerimonie tesoriere e segretario. (2) STATO discus. loc. cit. art. 100.

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bergatrice agli impegni contratti, è intralasciato (1). ART. 554 Tutti i progetti avanzati tutti i piani accozzati non hanno ancora partorito che Catania avesse una flora un orto botanico un' osservatorio astronómico ed un campo agrario; abbisognerebbe su ciò rivolgersi le cure delle autorità il pensiero del decurionato la mente provvida del governo. Vantare una antiquissima università, una cittade vasta e popolosa, abitatori dediti all' agricoltura per necessità, un paese ameno e zeppo di piante, ed esser privi degli stabilimenti pubblici in cui possano farsi degli osservamenti, istruire gli inesperti e migliorare le scienze, è a mio avviso una vergognosa contraddizione. Il perchè nello stato discusso dell' università si addissero più somme per tre di tali obbietti.

ART. 555 I telegrafi intanto che erano stabiliti quasi in tutta la costa orientale della Sicilia fin dal 1818, con decreto del 14 luglio 1829 furono soppressi, restando solamente la linea da Palermo a Messina.

ART. 556-In tale summentovato anno giunsero a finimento la strada che da Catania al cammino consolare di Palermo unisce in Adernò, e la altra che il monte Etna frastagliando va a congiungersi con quella di Messina, di modochè si ha questa imponente montagna circondata nelle giogaie da strade carrozzabili, oltre quelle comunali che partendo da questo tronco mettonne in comunica

(1) Oggidì si è accordata una vistosa indennità ad altra educatrice a supplirvene la mancanza.

zione tutto il dorso percorrendo le numerose villate che l'adornano fin verso la regione selvosa.

ART. 557 -Nel settembre del 1829 il re delle Spagne Ferdinando settimo formalmente dimandò a sua sposa, per mezzo di un estraordinario ambasciadore, S. A、 R. la principessa Maria Cristina figlia di re Francesco, che mosso dal paterno amore ad accommiatarla di persona andò fino a Madrid, lasciando lo studio del regno affidato al suo primogenito Ferdinando duca di Calabria, vicario generale colla clausola alter ego chiamandolo con suo real decreto del 24 settembre 1829 (1). Anzi instituì prima della sua partenza il nuovo real ordine di Francesco primo per fregiarsene gli ufficiali di qualunque ramo ed i letterati che di simile onore si rendessero degni; degni; e parecchi Catanesi ne sono stati insigniti. Fra non guari re Francesco dalla Spagna a Napoli ritornato ammalossi; e la gotta tolseci il più ottimo e religioso de' mouarchi il dì 8 novembre 1830: il perchè prese dello stato il freno il principe sullodato Ferdinando oggi regnante; il quale col suo alto e superiore intendimento richiamò da luogotenente di Sicilia il Favara creandovi in suo piè il marchese Nunziante, sebbene per pochi mesi; da chè nel marzo 1831 mandò ad Occupare tale alto posto, S. A. R. suo fratello Leopoldo conte di Siracusa che saggiamente sotto il più giusto de' sovrani questa parte di dominî governa.

(1) GIORN. 197, pag. 162.

SEZIONE SECONDA

RELIGIONE GOVERNO LEGGI COSTUMI COMMERCIO ARTI SCIENZA IN QUESTA EPOCA

ART. 558 CONCIOSSIA CHE' nel 1699 dalla giustizia punitrice il malfattore Giuseppe Sarafino ad aorcarsi conducevasi, o la malizia o l'accidente fece sì che il Divinissimo uscito per lo viatico cammin facendo parossi avanti, per qual cagione la bruzzaglia mise strida grazia chiedendo: laonde al capitano in tale stretta, a voler un tramazzo scansare e fener in pastura i stropiccioni, di ritornarlo al carcere parve prudente consiglio. Il vescovo Reggio per le immunità della chiesa appassionato ardente, credendo che ciò malgrado scampato colui esser dovesse, la domane con molti foresi armati al ristretto si trasse da rimetterlo in libertà; ma mercecchè gli agenti della pubblica forza resistenza contrapponevano, scampanando, il popolo invita a fortunare, il capitano altresì scomunica e tutti i suoi arcieri. In sì fatto modo la gente a dismişura raccolta, a furore correndo alla prigione e penetratavi,, le guardie astringendovi, il reo ne volle tratto fuori: il perchè nella dura stremità si fu di rilasciarlo a questo prelato, il quale avendolo per poco nelle vescovali segrete sostato, per a Malta il fe' veleggiare. Il che dal governo conosciutosi, chiaTom. IV.

mato a Madrid esso ne venne per legittimarsi, perciocchè in quei giorni mezzi più brevi e più energici adoprare il governo non solea. Passato in quel tanto Carlo secondo, e dovendosi dal gabinetto spagnuolo ad affari più rilevanti per la successione l'animo tenere, non parlossi giammai dell' occorso;

Reggio alla sua diocesi fe' ritorno, ove col suo gran cuore a sollevar gl' infelici allo stremo dal tremoto ridotti, a ristorare tempî proseguì a far sue mene, e ad appoggiare i dritti della chiesa di cui era ostinato difensore.

ART. 559- A questo si aggiunga che il monastero delle monache di san Benedetto dal tremoto del 1693 diruto, riedificar dovendosi in quel sito intersecato da pubblica via (1), si progettò di riunirlo con sotterraneo passaggio: il vescovo contra tale assunto prorompendo e abusando di sua autorità, divisò senza licenza del senato la costruzione di un arco a guisa di ponte sopra la strada; bensì di qualche intoppo stando in forse, fabbricare tempo di notte il fece da una quantità di murifabri, ai quali gli ordini minori dispensò a volere dalla giurisdizione secolare esentarli. Così terminò quel cominciato lavoro che tuttavolta uno de' be' sen

(1) Maiores ejus, de Monte Cateno corupte de Moncada Catanae urbi eligerunt in patriam, ac ibi officia procerum administrarunt, sicut et modernus princeps maiorum suorum catanensium confiteri solet: adest hodie domus quae divi Benedicti monialium adjuncta est. VINDICIAE Siculae nobilitatis. Man. conserv. nella pubbl. lib. ventim. in Catania P. C. x1, F 20, pag. 36.

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