Vivere la guerra: percorsi biografici e ruoli di genere tra Risorgimento e primo conflitto mondiale

Copertina anteriore
Laura Guidi
ClioPress. Editoria digitale, 2007 - 168 pagine

Attraverso i diversi saggi che lo compongono, il volume dà voce ad esperienze e percezioni soggettive di uomini e donne coinvolti in conflitti bellici tra periodo risorgimentale e Grande Guerra: fasi storiche caratterizzate da profondi elementi di continuità riguardo alla costruzione simbolica dell’identità nazionale, ma anche da altrettanto forti cesure.Il confronto tra contesti diversi si rivela prezioso per indagare il rapporto tra genere, nazione, guerra. Partendo da uno stereotipo ancora forte, benché messo in discussione da ricerche recenti, che associa le donne al desiderio di pace e gli uomini alla volontà di competizione e di conquista, ci siamo chiesti se dai testi analizzati emergesse una specifica percezione “di genere” delle guerre, e in che misura i conflitti bellici considerati abbiano prodotto crisi e a trasformazione nelle relazioni tra donne e uomini.Negli scritti di combattenti analizzati nel volume – borbonici e garibaldini sulla scena risorgimentale, volontari inglesi ed italiani del primo conflitto mondiale – “fare la guerra” assume significati molto diversi, in relazione allo schieramento cui si appartiene e alla personalità individuale; ma rappresenta tuttavia, sempre, un momento di confronto cruciale con i modelli di virilità dominanti.Gli scritti di Louise Colet, appassionata sostenitrice della causa italiana, le immagini di “angeli” e “furie” che emergono dalle memorie maschili del Risorgimento, accanto agli scritti di tante donne mobilitatesi nel 1914-18 – dall’inglese Vera Brittain, alle irredentiste e nazionaliste italiane, alla minoranza femminista che restò, controcorrente, fedele all’internazionalismo pacifista – ci ricordano che nell’Ottocento, così come nel terribile conflitto che apre il “secolo breve”, la guerra investì e trasformò profondamente, oltre alla vita degli uomini chiamati al fronte, anche quella delle donne - benché la memoria “canonica” le abbia cancellate, presentando ogni guerra, in quanto tale, come teatro esclusivo della virilità.

 

Pagine selezionate

Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 51 - Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti ! Le spade nel pugno, gli allori alle chiome, la fiamma ed il nome - d'Italia sul cor! Veniamo! Veniamo! su, o giovani schiere! Su al vento per tutto le nostre bandiere! Su tutti col ferro, su tutti col foco, su tutti col foco - d'Italia nel cor! Va fuora d'Italia, va fuora ch'è ora, va fuora d'Italia, va fuora, o straniar.
Pagina 33 - ... tutto, e forse paurose di tutti quei picciotti che andavano attorno armati e minacciosi. Camminando in fila, si serravano a noi colla persona, ci investivano di non so che casto profumo, rimettendosi in noi confidenti; e ci dicevano dei ringraziamenti affettuosi come a persone conosciute da molto tempo. Una di esse, giovanissima e bella, guardandomi con due occhi imbambolati, mi diede un reliquiario di filigrana, con entro un ossicino di Santa Rosalia, raccomandandomi di portarlo sul petto, che...
Pagina 74 - II mistero della generazione di un nuovo mondo europeo si compie. Forze oscure scaturite dalla profondità dell'essere sono al travaglio ed il parto avviene tra rivi mostruosi di sangue e gemiti che fanno fremere. Noi non guarderemo soltanto al dolore. Salute al nuovo mondo! Ci darà la guerra quello che molti delle nostre generazioni hanno atteso da una rivoluzione?
Pagina 127 - donna nuova» alla donna della «nuova Italia», in La grande guerra.
Pagina 33 - I regi se ne andranno, la capitolazione è come fatta. Incrociamo le braccia sul petto e diamoci uno sguardo attorno. Ma si è potuto far tanto ? Mi par di sentire qualche cosa nell'aria, come il canto trionfale del passaggio del Mar Rosso. Sono andato al monastero, e ho potuto ottenere che quella monaca del reliquiario venisse all'inferriata del parlatorio. Quando mi vide si fece come se fosse stata d'alabastro, e le si fosse accesa dentro una fiamma. Ringraziò santa Rosalia, esclamando. Io osai...
Pagina 28 - Questo popolo che ci ha fatta la luminara la notte del 25 maggio, quando eravamo pochi e con poche speranze, adesso non ci riconosce più. Ma che cosa abbiamo fatto? Non lo dicono e non si può indovinarlo. Parlano, sorridono, sono gai; discorrono con noi, ma a gesti impercettibili se la intendono tra loro. Che abbiano dentro parecchie anime?
Pagina 36 - ... preti e frati urlavano frenetici evviva. Le donne si torcevano le braccia furenti ; e intorno a sette od otto morti, rigonfi e bruciacchiati, molte fanciulle danzavano come forsennate a cerchio, tenendosi per le mani e cantando. Quei morti erano soldati. Il Generale spronò tirando via e calandosi il cappello sugli occhi. Noi tutti dietro lui, assordati e scontenti. Ora siamo lontani, ma le campane suonano ancora. Sono le quattro e mezzo.
Pagina 36 - Al sorcio, al sorcio! — gridavano, — sorcio è! — Non arrivammo in tempo. Dieci o dodici furie avevano già fatto in pezzi un povero birro. Gli avevano fatta la posta sin dal dì innanzi, egli si era alfine rischiato d'uscire vestito da donna ; ma esse lo avevano riconosciuto, colto, ridotto che non si può descrivere. Fuggimmo inorriditi, ma ci consolammo subito, capitando a fare la scorta a certe suore di un...
Pagina 33 - ... andato ogni giorno dalla monacella divina, chiusa in quella tomba della Pietà; ed essa sempre con la sua melodia di voce: — Quando ritornerete ? — La vecchia monaca che stava a badarci, ha indovinato da un pezzo che io non sono parente della giovine professa, ma taceva e pareva godesse di noi. Oggi non le dissi addio, eppure c'era andato apposta. Povera suor * * * ! Dovè avermi indovinato negli occhi la partenza, perché mi guardava in modo che io mi sentii nelle braccia la rabbia di agguantar...
Pagina 34 - Son donne, spose e figlie di ufficiali borbonici chiusi in Capua. Forse non si vide mai, in guerra, una cosa più tragica di questa. Di sera molte di queste donne, bisognose di pane, tendono la mano ai nostri, ... e, bisogna dirlo, non tutti son tanto gentili e cavaliereschi da dare e voltar le spalle.

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