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sus ab imp. Vespasiano Aug. legatus pro praetore ad exercitum qui est in Africa (Mur. 766, 5; cf. 858, 4). Del qual esercito la legione III Augusta formando la parte principale, P. Metilio Secondo nella sua gran lapide onoraria (Or. 3382; Fabr. 197, 470; Mar. Arv. 771) dicesi leg. imp. Caesaris Traiani Hadriani Aug. pro praetore leg. III Aug. et exercitus Afri cani 1, mentre più comunemente con ommissione di quest' aggiunta si adoprava il semplice titolo di legatus legionis III Augustae, distinto da quello degli ordinarj legati legionarj mediante la qualificazione di pro praetore, solita a conferirsi soltanto a quei comandanti di legioni che nello stesso tempo erano incaricati del governo della provincia, in cui stanziavano le loro truppe (cf. Borghesi, Ann. 1855, p. 45). Intanto sono rare anche quelle lapidi che ci offrono il completo titolo di leg. Aug. pr. pr. leg. III. Aug. 2; giacchè nel maggior numero delle lapidi africane, non potendo originar equivoco da quella ommissione, il legato chia

1 Cn. Pinario Clemente ( Grut. 451, 6; restituito dal Borghesi presso Cavedoni, Dipl. mil. p. 16, e Cardinali n. 122) da scoperte posteriori si è conosciuto essere stato piuttosto legatus pro pr. exercitus qui est in Germania superiore (Or. 5427; cf. 5256; 5418; Bull. 1859, p. 123 ).

2 Ne cito sotto Adriano Sex. Iulius Maior (I. A. 2296; cf. Ann. 1857, p. 6 e 19 segg.); sotto Antonino Pio C. Prastina Messalinus (I. A. 11) e L. Matuccius Fuscinus (l. I. 1631); sotto M. Aurelio A. Iulius Piso (I. A. 46 ); di poi M. Valerius Maximianus e P. Caelius Optatus, assegnati dal Renier quello all' impero d' Antonino Pio (1. 1. 25; 26), questo a quello di M. Aurelio (1. 1. 42); a' quali aggiungonsi un C. Octavius Priscus d'una lapide assai mal trascritta presso Mur. 691, 7, e L. Minicius Natalis padre, console nell'anno 107, leg. divi Traiani parthici leg. III. Aug. (Grut. 498, 5 Mur. 436, 2764, 3, e Mur. 835, 10, composte e ristituite dal Borghesi, Saggiatore 1846, VI p. 270 segg, onde Or. 5450). P. Iulius Iunianus Martialianus leg. leg. III Aug. Severianae Alexandrianae (I. A. 1839 ) avrà da menzionarsi ancora più tardi.

masi semplicemente leg. Aug. pr. pr. !, nel modo stesso generalmente usato da' legati provinciali. Se quindi non tanto si voleva rilevare il carattere militare de' legati numidici, quanto quello non meno loro appartenente, di governatori della provincia, allora essi vennero denominati, come fu esposto di sopra, legati Augusti pro praetore provinciae Africae (I. A. 19; 1817), o pure, come Domizio Afro (Or. 773 = Grut. 403, 1), praetorius legatus provinciae Africae imp. Caes. Aug., appellazione ufficiale, come abbiamo veduto, adoprata ancora in tempo di Antonino Pio, evidentemente per conservare l'idea dell' unità di quella provincia. Era peraltro naturale che coll' an

Si confrontino sotto Traiano un Gallus di gentilizio incerto ( I. A. 1479), e l'anzimentovato Minicius Natalis ( 1. 1. 3242 ); sotto Adriano L. Cassius Secundus (1. 1. 1), P. Metilius Secundus (1. 1. 3; 1483; cf. Or. 3564, e sopra), Q. Fabius Catullinus (I. A. 4-7); sotto Antonino Pio L. Novius Crispinus (1. l. 17; 18; 1410), M. Valerius Etruscus (1. 1. 4071), L. Matuccius Fuscinus (1. 1. 22; 23; 24), D. Fonteius Frontinianus (1. 1. 29-32; 1412-1414; 1526; 1719; 1720; 2307; 4139), che protrasse il suo governo anche sotto M. Aurelio e L. Vero; sotto quest' ultimi C. Maesius P[acatianus] (1. 1. 1724 ) ed un tal Venustus (1. l. 1417); sotto M. Aurelio M. Aemilius Macer Saturninus 1. 1. 38; 39; 40; 1418; 1420; 1421) ed un certo Medaurius (1. 1. 36 ); sotto Commodo T. Caunius Priscus (1. 1. 53; 54; 55; 1402 ); sotto Pertinace L. Naevius Quadratianus ( 1. 1. 4305; 4309); sotto Settimio Severo e Caracalla Q. Anicius Faustus (1. 1. 56; 57; 61; 62; 64 ); sotto Severo, Caracalla e Geta Sabinius (?) Proculus (1. l. 1404); sotto Caracalla e Geta M. Aurelius Cominius Cassianus ( 1. 1. 76; 78-81 ); sotto Caracalla M. Valerius Senecio ( 1. 1. 87; 88; 1647); sotto Severo Alessandro P. Iulius Iunianus Martialianus (1. 1. 95; 1505; 1839 ), e M. Ulpius Maximus (1. 1. 96); sotto Gordiano Iulius A.... (I. l. 1697); sotto Valeriano, Gallieno e Valeriano giuniore Veturius Veturianus ( 1. 1. 4073). Il medesimo titolo ritrovasi di poi nelle lapidi di Modius Iustus (1. I. 44; 1486), C. Pomponius Magnus (1. 1. 49), Ti. Claudius Gordianus (1. I. 1423; 1635; 2533), Iulius Lepidus Tertullus (1. 1. 1422; 2531), sull' età de' quali ci fornirà forse un giorno maggior lume il commentario del ch, Renier. Un.... Cl. Gallus leg. Augustorum semplicemente detto havvi 1. 1. 35.

dare del tempo l'indipendenza, di cui il legato numidico godeva di fatto, venisse anche ad indicarsi nell'ufficiale suo titolo; imperocchè, come nelle iscrizioni contenenti la serie degli onori de' legati più antichi i titoli anzi riferiti vengono riportati, così, in quelle epigrafi del terzo secolo, che in maniera più ampia ricordano l' uffizio di essi presidi, la legazione legionaria va congiunta coll' indizio della provincia Numidia invece di quello dell' Africa, oppure con ommissione dell'impiego militare non vien lodata se non la legazione della detta provincia. Sex. Varius Marcellus p. e., nella nota sua lapide veliterna (Or. 946) chiamasi leg. leg. III. Aug. praeses provinciae Numidiae; P. Iulius Iunianus Martialianus, altrove detto leg. leg. III. Aug. Severianae Alexandrianae (I. A. 1839), in altra lapide è appellato leg, Aug., pr. pr. prov. Numidiae (1. 1. 1505), e del medesimo titolo va ornato circa l'anno 259 o 260 il lega-, to C. Macrinius Decianus (1. 1. 101). Nel terzo se-. colo adunque la Numidia può credersi aver formato una provincia indipendente dalla proconsolare ed essersi deposta la finzione dell' unità provinciale, di cui prima abbiamo parlato; in conseguenza della quale la provincia della Numidia allora veniva qualificata come distretto (dioecesis) dell' Africa 1. L'epoca precisa di cotal cambiamento credo ora constare mediante una lapide esistente a Mena sull' Aures nell' Algeria (I. A. 1611), posta da un distaccamento della,

1 È vero che la lapide di Egnatius Proculus non può attribuirsi ad una data certa (cf. Mommsen, Anall. 1. 1. p. 219); ma la nomenclatura sua che non ommette la tribù, la mancanza del clarissimus vir, la mescolanza di impieghi civili e militari, in somma tutta l'indole del monumento, mi persuadono di non riportarlo ad epoca più recente del secondo secolo.

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legione III Augusta alle principali divinità romane per la salute di Settimio Severo, Caracalla e Geta, la cui data vien espressa in questo modo: SATVRNI· ET GALLO COS VP N. Queste sigle aggiunte al consolato furono dal ch. Renier interpretate: Vexillatio Provinciae Numidiae; ma da un lato non parmi possa ripetersi qui la menzione dei dedicanti, poche righe prima indicati chiaramente, dall' altro non coñosco neppure vessillazioni di provincie. Ricordandoci però il costume della vicina Mauretania di calcolare secondo l'era della provincia, espressa per le lettere A PR Ó AP, ma spesse volte puranche per un semplice PR (1. A. 3570) o P (3361; 3567; 3568 ecc.), non andiamo forse errati, se nella lapide in discorso leggiamo V (quinto) Provinciae Numidiae, benchè"," a quanto sembra, nella Numidia non si sia ancor trovato alcun esempio dell' era provinciale. Il consolato sopra mentovato è dell' anno 198; dovrebbe quindi l'era della provincia principiare dall'anno 194, secondo di Settimio Severo. Questo imperatore, Africano d'origine, che le monete mostrano avere ben meritato della patria (Eckhel VII, p. 171; 183; cf. Spart. Sept. Sev. 13; 18), appena arrivato in Roma dopo il suo avvenimento al trono, vi spedì delle legioni, temendo che Pescennio non l'occupasse penetrandovi per l'Egitto e la Libia (Spart. 8). Non sembrami adunque improbabile che in seguito di quelle misure anche una nuova organizzazione siasi data a quelle regioni, tanto più perchè sappiamo dall'esempio della Britannia, dopo la disfatta di Albino divisa nell' inferiore e nella superiore (Herod. III, 8, 2; cf. Dio 55, 23; I. A. 679), che la politica di Severo avea la tendenza di impiccolir le provincie. Questa mia supposizione poi ognun vede bene accordarsi con quanto ab

biamo detto sulle prime menzioni della Numidia come provincia 1.

È naturale che, come notò già il Mommsen (1. 1. p. 221), col prevaler del nome della provincia, sia svanita la menzione del comando militare, l'ultimo esempio della quale abbiamo nella lapide di Martialianus de' tempi di Severo Alessandro (I. A. 1839), benchè, anche prescindendo da Capellianus, vincitore delli due Gordiani, ora riconosciuto come legato della Numidia (cf. Mommsen, 1. 1.; Borghesi, G. A. VII, p. 376; Renier, rapp. adr. au min. p. 52, ed il mio articolo negli Annali 1855, p. 26), l'iscrizione summentovata di C. Macrinius Decianus, degli anni 259 o 260 incirca, ci mostri ancora un legato capo delle truppe che condusse contro le orde de' barbari che aveano inva

1 Il ch. A. W. Zumpt nella recente sua opera intitolata Studia Romana, Berolini 1859, 8, si è opposto all' opinione anche da me riprodotta, mentre sostiene (p. 135 segg.), la Numidia aver sempre formato una provincia particolare, dopochè il comando militare era stato tolto al proconsole africano. Col qual parer poco bene concordandosi quelle lapidi che abbiamo veduto far menzione di legati dell' Africa, egli ha creduto doverle riferire a peculiari circostanze politiche, le quali avessero costretti gli imperatori ad affidar temporaneamente a legati la provincia africana, oppure riunire sotto un legato augustale l'Africa e la Numidia, laddove la dioecesis Numidiae da lui vien affermato essere stata diversa dalla provincia di tal nome. — Confesso, sembrarmi assai arrischiati siffatti opinamenti del ch. mio amico, i quali non parmi necessario di rifiutar più a lungo, avendo nel testo sviluppato ampiamente il mio sentimento relativo. Era inoltre il mio articolo pronto ad andar sotto torchio, allorquando per cortese suo dono ricevetti l'opera sua, nè m'era perciò possibile di entrar in discussioni più estese intorno alle sue opinioni, senza dover totalmente rifondere la parte di esso spettante al governo della Numidia. Se peraltro il ch. Zumpt rifiuta il parere del Mommsen riguardante il potere del legato numidico sulla Mauretania, di cui anch'io parlai alla p. 29, egli non si è accorto che siffatta sentenza si fondava unicamente sulla falsa ubicazione di quella lapide che nulla ha che far con quella provincia. Egli, cioè, per non so quale distrazione, invece dell' opera del Renier, segue quì l'edizione dell' Hefner.

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