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BASE QUADRILATERA ORNATA DELLE FIGURE DI QUATTRO DIVINITÀ.

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(Mon. dell' Inst. vol. VI, tav. XLV, 1–4).

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La base quadrilatera, fregiata delle figure d'un dio sopra ciascuno de' lati, che vien pubblicata sulla tav. XLV de'nostri Monumenti, giusta il rapporto del sig. Pervanoglu (Bull. 1860, p. 53) fu scoperta, tre anni fa, sulla parte orientale del Partenone. Essa serviva probabilmente una volta di base a qualche statua. Sopra un lato di essa è figurato Efesto, procedendo dalla sinistra alla destra, al quale vengono incontro tre divinità in direzione opposta ; onde conchiudiamo esser questo dio qui la figura principale, e supponiamo la base essere stata destinata a reggere una statua di Efesto. Ciò che vien confermato ancora per l'osservazione, sebbene alquanto oscura, del sig. dott. Michaelis (Bull. 1860, p. 113) intorno a tre buchi nella superficie della base, nel medio de' quali, più profondo degli altri due, egli trovò un pezzo di chiodo di bronzo, secondo lui destinato a fissarne l'anatema. Le tre altre divinità sono Atene, Dioniso ed Erme. All'estremità superiore del Jungo bastone di Dioniso il Michaelis credette scoprir qualche avanzo del tirso; e ben vi riconobbe perciò questo dio invece di Giove, ravvisatovi dal primo relatore. Giacchè Giove, che è superiore a tutti gli altri dii, come potrebbe nella processione seguir la figlia? Ma non dobbiamo nemmeno congiungere Efesto ed Atene, sebbene queste due divinità in Atene per miti impor- tantissimi fossero messe in istretta relazione, nè considerar gli altri due dii come seguaci di Atene; onde non possiamo provare la denominazione di base dall' Efesto ed Atene, data al nostro monumento nell' Arch. Anz. di Gerhard p. 66*. Come in molti tempj oltre l'im

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magine della divinità principale anche le statue di altri dii od esseri parenti trovarono un posto siccome náрed por, assessori, così pure negli altari e nelle basi di statue essi sembrano essere stati congiunti col dio, al quale propriamente spetta il monumento. È naturale, che tali riunioni differivano non solamente secondo i culti locali, ma secondo le opinioni personali e le intenzioni de' dedicanti eziandio. Anche dalle iscrizioni simili riunioni sono note abbastanza; ed un numero infinito troviamo nelle pitture vasculari, se non che ivi per lo più non spettano al vero culto, ma hanno tra loro una relazione piuttosto poetica. Ora Dioniso per molti Ateniesi era un dio di non piccola importanza ed inoltre congiunto con Efesto per varii ed importanti rapporti, ed Erme vi si riunisce facilmente e con un significato piuttosto ovvio. Sopra un'ara rotonda del Museo capitolino troviamo Erme, Apolline ed Artemi; e le stesse divinità riunite ad Atene immediatamente dietro Erme, ci offre una lastra di marmo di Villa Albani (Zoega t. 100). Ivi Erme munito del bastoncello, privo qui de' serpenti, sembra aver come un secondo attributo la piccola ara posta innanzi di lui, onde abbiamo da intender il dio nella dignità d' un soprastante ai sacrifizi ed altre funzioni sacre, ciò che gli ha procurato anche il titolo di Agetor, duce. Nel procedere degli dii in questo ed in altri venerandi monumenti del culto an.tico sembra essere stato imitato il passo delle proces

sioni solenni.

Disgraziatamente nel marmo ateniese tutte le teste ed anche le parti superiori di alcune figure sono danneggiate in modo, che del disegno delle figure guadagniamo un'idea soltanto imperfetta. Nondimeno varie parti sono sufficientemente illese per farci riconoscere nell'insieme una certa particolarità ed una diversità da

tutti gli altri monumenti dello stile arcaico-jeratico. La posizione, cioè, e tutto l'atteggiamento degli iddii è meno forzato; le maniere convenzionali nell'atteggiamento, nel carattere, nel vestire sono mitigate e diventate più semplici e naturali; un certo sentimento di grazia si oppone alla solita rigidezza arcaica, che dal personale addetto al culto era stata trasportata sugli iddii stessi. Cosi specialmente la faccia di Efesto ha un'espressione degna e piena di senno; la capigliatura è trattata eccellentemente; non ha il mento liscio, come sul puteale del Campidoglio, ma la barba cuneiforme (apnuoTúуw), come Erme nella citata lastra di Villa Albani; e tiene il martello alquanto più graziosamente, cioè alquanto alzato, non tutto orizzontale, come in altri monumenti. Anche la faccia di Atene, a ciò che sembra, era trattata con maggior libertà, e dal solito tipo si allontana ancora la criniera molto commossa dell' elmo. Se dobbiamo considerar questo stile jeratico siccome di preferenza attico, e riconoscerlo specialmente nell'altare dei dodici iddii dell'epoca de' Pisistratidi, dobbiamo rallegrarci di incontrarlo in un monumento di provenienza ateniese e di trovarlo inoltre in esso impiegato con quel fino gusto ed in quello sviluppo, che vi abbiamo rilevato.

F. T. WELCKER.

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BASSORILIEVO DI ELEUSI...
(Mon. dell' Inst. vol. FI, tav. XLV).

La prima notizia di questo bassorilievo, importante non meno per la mitologia che per la storia dell'arte, fu data dal sig. P. Pervanoglu nel Bullettino dell' anno passato (p. 200). Era stato ritrovato nel principio dello stesso anno in Eleusi ed ora si conserva nel Teseo in Atene. E eseguito in marmo pario, e benchè rotto in quattro pezzi, i quali però ben si riuniscono, la conservazione in genere deve dirsi felice. Ne giudico da una copia in gesso o piuttosto da un calco leggiero fatto con un metodo recentemente scoperto, che si trova nel Museo di Bonn; e ne rileve, che in questo mo numento riesce molto più difficile che in molti altri di quasi tutte le epoche, di esprimere chiaramente e decisamente per mezzo dell'incisione o d'una descrizione accurata tanto le proprietà dello stile, quanto le piccole particolarità rilevantissime, per la spiegazione della scena raffigurata. Il carattere delle figure, grandi al vero, ed il significato dell' insieme della composizio ne, siccomé d'una riunione o unità mistica delle due divinità e di. Iacco, vi è pronunciato in modo chiaro e non soggetto a dubbio. Le mani delle figure però, per le quali dovea essere espresso l'atto speciale della cerimonia, sono in parte danneggiate, ed anche altre specialità richiedono di esser investigate con accuratezza.

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Iacco è il nome specifico ed esclusivamente proprio di un Bacco congiunto con Demeter e Core in Eleusi, e con Core in Agrae sull' Ilisso vicino ad Atene. In Eleusi nell'autunno fu celebrato il ratto di Kore, sul quale erano fondati i grandi misterj; in Agra ossia Agrae nella primavera il ritorno (vodes) di Core ed i piccoli misterj. Questo Bacco avea ricevuto il nome di

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Iacco dal grido di giubilo ripetuto mille volte ed in ogni stazione della processione, nella quale tal'immagine del dio il giorno sesto, principale della festa, fu condotta per quattro ore di cammino da Agrae ad Eleusi; il grido era: lacco, o Iacco. Dal Dioniso tracio-beozio, figlio di Semele, venerato universalmente e sino da' tempi antichi, ed insieme col quale fu venerato anche lacco quest' ultimo si distingue in primo luogo per la genealogia, che lo fa discendere dalle dee' mistiche, per ravvicinarlo alla natura di esse nel modo più stretto possibile. Un secondo esempio d'un cambiamento introdotto nella genealogia di un dio non meno importante dell' Attica, ci si offre nell' Apolline Patroo siccome figlio di Atene genealogia però che sembra introdotta per motivi piuttosto politici che religiosi. Iacco è parimente Dioniso, e non di rado vien chiamato così; ma se il nome più antico e generale di Dioniso vien dato anche a Iacco, una tale denominazione per sè è poco esatta e vien prescelta soltanto per una certa propensione a congiunger tra loro in modo mistico le varie forme d'una divinità, diverse secondo le località ed i cicli delle idee, oppure a confonderle per affettazione e supposta erudizione. Un grammatico antico alquanto più istruito nota al v. 398 delle Rane di Aristofane, che il poeta vi mischia ciò che riguarda lacco con quel che spetta a Dioniso (μeuryμévws λeyɛt). Gome madre di lacco vien nominata Demeter non meno spesso di Core: diversità della mitologia, che tanto meno dee ma ravigliarci, inquantochè le due dee possiedono in comune i loro cognomi; o se alcuni di essi originaria→ mente ed in primo luogo erano proprj a Demeter trasferiti anche alla figlia ricordano almeno la perfetta eguaglianza ed unità mistica delle due dee, che in certi tempi ed in certe sfere sociali sembra essere stata una

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