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poema, nella quale entra il Pelide; e così nella scelta de' due soggetti si manifesta l'intenzione dell'artista, di richiamar alla nostra mente mercè il principio e la fine tutto il ciclo di fatti ed azioni, che formano il ricco argomento dell' Iliade.

L'artista della secchia dunque nell' accomodar queste scene al suo scopo si mostra non privo di quel giudizio e senno ovvio in tempi migliori dell'arte, che sa accennar idee grandi e vaste con mezzi semplici. Nello sviluppo poi de' concetti particolari non abbiamo incontrato niente che non sia perfettamente d'accordo coi principj dell'arte antica, e fino ne' costumi e negli attributi vedonsi conservate costantemente le pratiche più antiche. Così la rozzezza del lavoro, che ci colpisce al primo aspetto, si ristringe di preferenza alla esecuzione materiale ed alla mancanza d'ogni abilità della mano, che, se non seppe condurre un contorno semplice, dovea trovarsi in impacci molto maggiori, ove si trattava di render le forme più minute de' capelli, delle mani, e più ancora, l'espressione degli occhj. Ora è vero che i pregj surriferiti dell'opera non appartengono tanto all'artista, quanto ai modelli più antichi che egli seguiva ; ma dall'altra parte la mancanza di influenze posteriori ci vieta di assegnarla ad un' epoca, nella quale le tradizioni antiche già erano molto oscurate, mentre la rozzezza del lavoro almeno in parte potrebbe spiegarsi dalla poca pratica che avea l'artista in un genere di tecnica quasi caduto in oblivione. Cercando dunque alcun altro punto per fissare più precisamente l'epoca di questo graffito, trovo in esso stesso un solo indizio cronologico molto leggiero nell'esser accennata la sovrimposizione di archi a colonne : genere di costruzione, che seppure si trovasse già preparato p. e. in alcune parti delle terme di Caracalla, comunemente si crede essere

stato impiegato per la prima volta nel palazzo di Diocleziano a Spalato: onde con probabilità si può asserire la nostra secchia non essere anteriore al quarto se colo. Se poi nemmeno la crediamo di molto posteriore, tal parere si fonda sul confronto delle miniature de' codici d'Omero e Virgilio pubblicate da A. Mai, che spettanti circa alla medesima epoca offrono una grande analogia nel conservar ancora le tradizioni antiche, se non che l'artista della nostra secchia, non costretto d'illustrar le parole precise di Omero, ma più libero nello sviluppar i concetti poetico-artistici; si mostra nella composizione alquanto superiore ai pittori di queste

miniature.

H. BRUNN.

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INDICE DELLE MATERIE.

I. SCAVI.

Escavazioni della vigna Bonelli fuori della porta Portese negli anni 1859 e 1860 (tav. d'agg, R): C. L. Visconti, p. 415-450.

II. MONUMENTI.

a. Scultura: Paride ed Elena (tav. d' agg. C): E. Petersen, p. 121– 128. Coperchio di un sarcofago chiusino (tav. d'agg. N): G. C. Conestabile, p. 346-348. Sepolcro scoperto sulla Via latina (Mon. vol. VI, tavv. XLIII. XLIV; tavv. d'agg. O. P. Q): E. Petersen, p. 348415. Base quadrilatera ornata delle figure di quattro divinità (Mon. vol. VI, tav. XLV, 1-4: F. T. Welcker, p. 451–453. — Bassorilievo di Eleusi (Mon. vol. VI, tav. XLV): F. T. Welcker, p. 454-472.

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b. Bronzi graffiti: Prometeo e Pandora (Mon. vol. VI, tav. XXXIX): R. Garrucci, p. 99-110. - Andromeda, Perseo, Fineo (Mon. vol. VI, tav. XL): R. Garrucci, p. 110-120. Secchia di bronzo esistente nella Galleria Doria (Mon. vol. VI, tav. XLVIII): H. Brunn, p. 495-502. c. Oggetti in metallo ed avorio: De phaleris et de argenteis earum exemplaribus haud procul Calone ed Asciburgio Romanorum castellis apud Lauersfort praedium anno MDCCCLVIII repertis (Mon. vol. VI, tav. XLI; tav. d'agg. E): A. Rein, p. 161-204. Scoperte tarquiniensi (Mon. vol. VI, tavv. XLVI. XLVII): H. Brunn, p. 472-493. d. Pittura vasculare: Riti bacchici e combattimento di Centauri, pitture d'un vaso della Magna Grecia (Mon. vol. VI, tavv. XXXVII. XXXVIII; tavv. d'agg. A. B): O. Jahn, p. 5–22. Le départ de Néoptolème pour Troie (tavv. d'agg. I. K): I. Roulez, p. 293–301. — La discesa volontaria di Core agli inferi e la sua disputa con Venere sul possesso di Adone (Mon. vol. VI, tav. XLII): L. Stephani, p. 302319. Borea ed Orizia (tav. d'agg. L. M): B. Stark, p. 320-345. e. Epigrafia: Scoperte falische, articolo primo (tavv. d'agg. F. G. H): R. Garrucci, p. 211-281.

III. LETTERATURA.

Intorno all'opera del sig. Léon Renier sulle iscrizioni dell'Algeria: G. Henzen, p. 23-99.

IV. OSSERVAZIONI.

De comitio Romano (tav. d'agg. D): D. Detlefsen, p. 128-160. I doni militari de' Romani: G. Henzen, p. 205-210. Osservazioni numismatiche spettanti al Manuale d'archeologia delle arti di C. O. Müller: C. Cavedoni, p. 281-292.

TAVOLE D'AGGIUNTA.

A. Dettagli del vaso con rappresentanze di riti bacchici e combattimento di Centauri.

B. Combattimento di Centauri, vaso del Museo Campana.

C. Paride ed Elena, bassorilievo esistente al Museo lateranense.
D. Pianta del comizio romano.

E. Varj monumenti con rappresentanze di falere.

F. G. H. Iscrizioni falische.

I. K. Partenza di Neottolemo, vaso del Museo Campana.

L. M. Borea ed Orizia, vaso chiusino della collezione Ciai.

N. Coperchio di sarcofago chiusino, esistente al Museo dell'Università di Perugia.

O. P. Q. Architettura del sepolcro scoperto sulla Via latina.
R. Sculture scoperte alla vigna Bonelli.

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Fr. Hieronymus Gigli O. P. Sac. Pal. Ap. Magister.

IMPRIMATUR

Fr. Antonius Ligi-Bussi Arch. Icon. Vicesg.

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