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bandonati crollarono, le vecchie fabbriche andarono soggette, o all'assalto della fazione predominante contro quella che vi si era annidata, o a quello del tiranno commune, come un Brancaleone, o all'urto de'tremuoti, come dell' Anfiteatro Flavio avvenne l'anno 1349. Gli acquedotti antichi furono involti nella rovina generale, e perciò gli abitanti ristretti a picciol numero furono forzati a raccogliersi nelle parti più piane, dove il Tevere, ed i pozzi potevano fornire l' acqua da bere. D'altronde i nobili incastellati ne'monumenti antichi esistenti sui colli, ed i monasteri su quelle alture successivamente eretti non lasciavano luogo alla popolazione. E seguendo le storie di que'tempi luttuosi si conosce come la città allora presentava l'aspetto di castelli di castelli, e borghi separati fra loro da terre deserte, o da terreni coltivati chiusi dentro un recinto comune. Non si parli, nè di strade lastricate, nè di piazze regolari, o di fabbricati insigni, poichè non ne esistevano ad eccezione delle chiese, e queste aveano anche esse l'apparenza esterna di un castello feudale. Tale era l'aspetto di Roma al declinare del secolo XIV, allorché l'anno 1377 papa Gregorio XI vi ricondusse il seggio pontificio. Non era appena rimarginata questa piaga, quando un'altra ne sopraggiunse a danno più particolarmente di Roma, quella cioè dello scisma di occidente, al quale pose fine la elezione di Martino V l'anno 1417. Questo gran papa, romano, dopo aver dato sesto agli affari spirituali e temporali della Chiesa, che erano in pieno sconvolgimento rivolse le cure all' abbellimento di Roma per quanto lo permettevano i tempi; egli riedificò il portico di s. Pietro, che era in rovina, ristaurò la basilica lateranense, e vi fece il pavimento che tuttora rimane, riedificò la casa titolare presso

la chiesa de'ss. Apostoli, dove per alcuni anni abitò, ristaurò varie altre chiese di Roma, e sul suo esempio i cardinali gareggiarono in risarcire le loro chiese titolari, onde Roma cominciò a prendere di nuovo l'aspetto di una città, che dopo il IX. secolo avea perduto. La epoca del pontificato di Martino V. può designarsi come quella del risorgimento di Roma, o del principio di Roma moderna. Ma la città ritenne l'aspetto delle città de'tempi bassi, e risorse a spese de'monumenti antichi ancora superstiti, che si distrussero, si smantellarono, si tormentarono in ogni modo, perchè si avea bisogno di materiali, e niuna stima facevasi delle rovine. È principalmente al secolo XV. e XVI, che dobbiamo la principale demolizione delle fabbriche di Roma Antica che erano sfuggite al furore degli uomini, ed all' accanimento delle fazioni. Morto quel papa, Eugenio IV. suo successore continuò la opera intrapresa della riedificazione di Roma; ma particolarmente si distinse nell' assestare tutti i fabbricati di Roma Niccolò V. che intraprese la nuova basilica vaticana, edificò un palazzo presso s. Maria Maggiore, ristaurò la chiesa di s. Stefano Rotondo, edificò quella di s. Teodoro, copri di piombo la cupola del Pantheon, diè forma al palazzo vaticano, e vi raccolse la famosa biblioteca. Continuò la opera il suo successore Callisto III che rifabbricò la chiesa di s. Prisca. Da Paolo II fu riedificata la chiesa di s. Marco, e presso a quel la eretto il gran palagio oggi detto di Venezia, destinato ad abitazione de'papi nelle stagioni, in che erano meno salubri quelli del Laterano, e del Vaticano. Sorpassò tutti i suoi predecessori in riedificare ed abbellire Roma papa Sisto IV. sotto il quale la città assunse la forma odierna, poichè egli allineò le

strade e le lastricò, costrusse di nuovo il ponte gianicolense, oggi chiamato perciò Sisto, edificò la magnifica chiesa di s. Maria della Pace, riedificò quel la di s. Maria del Popolo, abbelli le basiliche lateranense, e vaticana, rifece le chiese di s. Nereo, di s. Pietro in Vincoli, di s. Susanna, di s. Vitale, di s. Balbina, di s. Quirico, di s. Vito, di s. Salvatore in Trastevere: ricondusse l'acqua Vergine, purgò le cloache, pose al Laterano in luogo cospicuo la statua di Marco Aurelio, rinnovò il palazzo lateranense, ampliò il palazzo vaticano e vi edificò la bella cappella sistina, e la vecchia biblioteca vaticana. Egli diè così impulso ai cardinali di fare altrettanto, come fecero il suo nipote Giuliano che ristaurò s. Agnese fuori le mura, e fece il monastero di s. P. in Vincoli il card. d'Estouteville, che fabbricò la chuesa di s. Agostino ed il palazzo annesso a s. Apollinare, il card. Agriense che riedificò la chiesa de' ss. Sergio e Bacco, il card. Riario, che innalzò il gran palazzo della Cancelleria, e la nuova chiesa di s. Lorenzo in Damaso, e molti altri palagi furono eretti in varie parti della città così che fu detto di lui che lasciò Roma ex lutea lateritiam, come Augusto avea detto di averla ricevuta laterizia e fatta marmorea. Nel secolo seguente si distinsero particolarmente in abbellire e 'nobilitare Roma Giulio II. Leone X. Paolo III. Pio IV. Gregorio XIII. e Sisto V. ed in questa impresa gareggiarono co'papi i cardinali, i prelati, ed i nobili, come distintamente vedrassi nel corso di questa opera. Molte fabbriche vide sorgere il secolo XVII. particolarmente per cura de'papi Paolo V. Urbano VIII. Innocenzo X. Alessandro VII. ed Innocenzo XII. molte ne vide il secolo XVIII. sotto i papi Clemente XI. Clemente XII. Benedet

to XIV. e Pio VI: varie ne conta già il nostro, malgrado le angustie de' tempi, anche sotto il regnante pontefice, delle quali si terrà conto a suo luogo. Roma moderna per la magnificenza, la nobiltà e la ricchezza delle fabbriche ottiene il primato sopra tutte le altre grandi città del mondo, come l'ottenne l'antica. Ed è questo l'argomento, che imprendo a trattare in questa opera, divisa come già indicai in principio della descrizione di Roma Antica, in otto articoli, cioè delle Basiliche e Chiese, delle Fontane, de'Luoghi di Beneficenza, de' Luoghi d'Istruzione, de' Palazzi, dove delle Gallerie e de' Musei, che contengono, delle Piazze, delle Strade, e delle Ville, sempre coll'ordine alfabetico.

NELL'ANNO MDCCCXXXVIII

PARTE PRIMA MODERNA

ARTICOLO I.

DELLE BASILICHE, DELLE CHIESE
ED ALTRI LUOGHI SACRI.

Fra le magnificenze di Roma moderna tengono il primo posto le chiese, alcune delle quali rimontano fino al quarto secolo della era volgare, sebbene siano state successivamente risarcite o riedificate. Esse hanno più o meno conservato il tipo primitivo, il quale da ciò che sono per esporre vedrassi come fosse stato adottato dopo che Costantino diè pace alla Chiesa ed il culto cristiano potè esercitarsi con tutto lo splendore. Delle chiese antiche e delle parti che le costituivano hanno scritto uomini insigni per dottrina, sì cattolici che eterodossi, come Giulio Cesare Bulengero nel trattato de Templis nel lib. III. del primo volume degli Opuscoli Lugduni 1621. in fol: Leone Allacci De reb. eccles. Graecor. Observationes variae, Parisiis 1645 in 4.o Pompeo Sarnelli Antica Basilicografia, Napoli 1686. 4.o, Edmondo Martene de Ant. Ecclesiae rit. Giovanni Ciampini Vet. Mon. etc. Romae 1690., 3. vol. in fol. Giuseppe Bingham Origines etc. Halae 17241738. in 4. Giovanni Mabillon Museum Ital. Tomo II. 1724. 4.° Anton Maria Lu pi Dissertazioni, Faenza 1785

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