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S. PIETRO MONTORIO

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lar di ciò, diremo piuttosto del nominato tempietto di Bramante, recando appunto il sentimento del Milizia, il quale così ne ragiona. . Forma circolare. Sopra un basamento di tre scalini si innalza un peristilio di 16 colonne doriche di granito alte 22. piedi, le quali sostengono una volta emisferica coronata da una balaustrata. La loro base è attica: meglio niente. Questo portico circonda una cella parimente rotonda, che « ha dentro e fuori pilastri dorici in corrispondenza delle colonne. Quelle di dentro però sono su piedistalli senza sapersi perchè. Il fregio è distinto in triglifi e in metope adorne di varie sculture allusive. ◄ Vi è ben ricavata una scaletta a due rami, che conduce ad una cappella sotterranea anche circolare. » (Questa cappella sotterranea, come piamente si crede, occupa il luogo ove posava in terra il capo della croce in cui s. Pietro fu posto a caporovescio ).

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« La

cella superiore ha di fuori nicchiette semplici e al << di dentro ha nicchie, le tre porte e l'altare, con « frammezzo delle altre nicchie piccine. È dessa cella ⚫ coperta da volta emisferica, la quale al di sopra spic⚫ ca con un attico, e sul vertice ha un cimaccio che « sembra un po troppo pesante.

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. Ecco la prima chiesa che in Roma dopo XII., secoli fu fatta di forma non basilicale nè rettangola, ma della più bella forma rotonda. Non è questo il suo principal pregio. Il più importante è che questa fu la prima opera architettata ad imitazione delle migliori opere romane. Bramante in questo suo tempietto ⚫ studiò costantemente, nè perdette mai di mira quelli di Vesta e della Sibilla. Questa sua produzione potè lusingare d'esser egli il restauratore dell'architettura. Ma si sono poi seguite si buone tracce ? In

«

• Roma non s'è fatto più niente d'uguale, e molto meno di meglio.

.

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Quest' edifizio non è però senza qualchè neo. La porta taglia due pilastri: questo si può chiamare errore, e si poteva scansar facilmeute. Ma che l'attico comparisca troppo alto e l'ornamento in çima trop« po grave, può derivare da mancanza di punto di veduta, per non essersi interamente eseguito il disegno dell'architetto. Egli aveva ideato intorno al suo tempietto un chiostro assai vasto e circolare, porticato ■ da colonne isolate, con quattro ingressi, con quattro cappelle agli angoli, e con una nicchia tra ciascuna << cappella e tra ciascuno ingresso.

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Questo tempietto mirabilissimo in ogni sua parte ad onta de'nei che il Milizia volle trovarvi fu fatto erigere dai sullodato principe Ferdinando IV., re di Spagua, e dalla regina Elisabetta sua moglie, e però vi fu posta questa iscrizione.

B. PETRI APOSTOLORVM PRINCIPIS.
MARTYRIVM SACRVM

FERDINANDVS REX HISPANIARVM
ET ELISABETHA REGINA CATHOLICI
POST ERECTAM AB EIS AEDEM POSVERE
ANNO SALVTIS MDII.

Sotto i portici di quel cortile stesso ove s'erge il descritto tempietto, si osservano alcune storie della vita di s. Francesco, dipinte da Gio. Battista della Marca: quelle peraltro che sono sotto i portici del chiostro interiore furono colorite da Niccolò dalle Pomarancie.

Questa chiesa è una delle destinate per celebrarvi l'ottavario di s. Pietro, istituito dal pontefice Benedetto XIV. Per la qual cosa ai 5 di luglio ivi si tiene cap

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pella, con solenne messa, cantata da un Vescovo, assistendo alla funzione i monsignori abbreviatori del parco maggiore.

S. PIETRO IN VATICANO. Basilica con parrocchia e capitolo, posta nel rione XIV., Borgo. In quella valle posta fra'colli vaticani, detta campo vaticano, ebbe Nerone il suo circo, il quale incominciava ove oggi è la chiesa di s. Marta, e si estendeva fino al luogo in cui avevan principio le scale dell'antica Basilica. lu questo circo fu seppellito il corpo del principe degli Apostoli da suoi discepoli, fra'quali fu s. Anacleto papa, il quale nell'anno 106 fabbricò sulla sua sepoltura una cappella ossia oratorio, come narra appunto il Bibliotecario nella vita di quel pontefice, dicendo: Hic memoriam beati Petri construxit, et composuit cum praesbiter ordinatus fuisset a beato Petro, sive alia loca ubi Episcoporum in sepultura reconderentur. Dalle quali parole si ricava che presso il santo corpo venuero eziandio sotterrate le ossa di altri papi nel novero di cui furono Lino, Cleto, Anacleto, Evaristo, Sisto, Telesforo, Iginio, Pio, Eleuterio, Vittore e tre Leoni. Vedi l'Ugonio, sacre stazioni di Roma pag. 85.

La ricordata cappella sussistè fino ai tempi di Costantino imperatore, il quale, circa il 319, a preghiera di s. Silvestro, diede opera all'innalzamento d'una chiesa ad onore di s. Pietro apostolo, la quale fu eretta nel luogo stesso in forma di croce latina, servendosi all'uopo de' materiali tolti dai pubblici edifizi, ed in ispecie delle colonne che ornavano la mole adriana. Ebbe nello innanzi un quadriportico, detto paradiso, costruito con 46 colonne, ed il cortile che rimaneva nel mezzo era assai ben lastricato. L'interno della Basilica aveva da capo una tribuna con questa iscrizione:

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